I numeri del personale sanitario in Italia

I dati del Ministero della Salute sul personale del sistema sanitario italiano. Analisi del VI report aggiornato al 2022
numeri personale sanitario

Presentiamo un’analisi del sesto rapporto pubblicato recentemente dal Ministero della Salute riguardante i numeri del personale sanitario in Italia aggiornato al 31 dicembre 2022.

Si tratta di un documento tecnico, realizzato al fine di consentire alla Corte dei conti di utilizzare le informazioni in esso contenute per le attività di certificazione degli oneri, così da predisporre il referto sul costo del lavoro, da presentare al Parlamento (come disposto dal D.lgs. 165/2001, art. 60).

Allo stesso modo, risulta determinante:

  • all’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale (ARAN) in modo da quantificare gli oneri per i rinnovi contrattuali;
  • all’ISTAT per predisporre le statistiche sul pubblico impiego.

I protagonisti della relazione sono i dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale ai quali si aggiungono i lavoratori delle strutture ospedaliere equiparate alle pubbliche (Policlinici universitari privati, IRCCS convenzionati, Ospedali classificati, Istituti qualificati presidio USL ed Enti di ricerca).

I numeri del personale sanitario

Si tratta di 238.378 medici, 356.629 infermieri, 57.363 unità di personale con funzioni riabilitative, 48.752 unità di personale tecnico sanitario e 10.907 unità di personale con funzioni di vigilanza ed ispezione che operano nei vari livelli di assistenza (medicina primaria, riabilitazione ospedaliera, ambulatoriale).

Di questi, poco più di cinquantamila unità (50.550) hanno cessato il loro servizio. In particolare, circa il 69% è rappresentato da cessazioni per collocamento a riposo per limiti di età, dimissioni con diritto a pensione, dimissioni senza diritto a pensione, risoluzione del rapporto di lavoro e licenziamento.

A fronte di circa cinquantamila lavoratori che hanno lasciato il lavoro, nel documento prodotto dal Ministero della Salute si nota che le unità assunte nel 2022 sono state 67400, di cui il 68,6% costituito da assunzioni a tempo indeterminato: nomina da concorso, assunzione per chiamata diretta o numerica (categorie protette).

Il rapporto tra il personale con rapporto di lavoro determinato rispetto agli indeterminati è contenuto in una forbice che va dal 2% circa fino a quasi il 13% degli occupati:

La tabella

Dipendenti a tempo determinato
Professionista%
Dirigenti del ruolo tecnico5,1
Medici6,3
Profili del ruolo tecnico10,2
Personale con funzioni riabilitative2,6
Profili ruolo tecnico sanitario3,8
Dirigenti del ruolo amministrativo7,3
Personale infermieristico7,1
Ruolo amministrativo6,1
Personale di vigilanza ed ispezione25,1
Veterinari6,9
Biologi13,7
Psicologi12,8

L’anzianità del personale sanitario

Dal punto di vista demografico, l’anzianità media del personale all’interno del SSN è pari a 16,4 anni. I ruoli professionali sono i più giovani (8,4 anni), mentre il personale infermieristico esprime l’anzianità di servizio più alta (17,7 anni). Nel mezzo i dirigenti medici i quali viaggiano ad una media di 13,8 anni di anzianità lavorativa.

Analizzando invece l’età media, qui i dipendenti più anziani risultano i chimici (55,6 anni). Al lato opposto troviamo i profili di ricerca di nuova istituzione (42 anni). I medici si assestano ad un valore corrispondente a quasi 50 anni (49,9 per l’esattezza). Anche se impercettibile, in questa categoria è avvenuto un cambio generazionale, visto che nell’anno 2013 l’età media era pari a 51,6 anni. Gli infermieri, ovvero la figura più presente all’interno del SSN, si assestano ad un valore medio corrispondente a 46,5 anni.

Concludendo

A corollario dei dati descritti finora estendiamo la dimensione del mondo sanitario, integrando alcuni ulteriori dati provenienti dal report della Commissione Europea, relativo allo stato di salute dell’Italia. Concentriamo la nostra attenzione sulla spesa sanitaria, relativa però all’anno 2021, che si è assestata al 9,4% del PIL, oltre 1,5 punti percentuali al di sotto della media UE. La particolarità è rappresentata dal fatto che, sempre nel 2021, l’assistenza ambulatoriale ha rappresentato quasi un terzo della spesa sanitaria italiana (in questo caso la quota è lievemente superiore sia alla media UE sia alla quota dell’assistenza ospedaliera). Infine, la spesa per farmaci e dispositivi medici ha rappresentato un quinto della spesa sanitaria totale dell’Italia, anche qui una percentuale maggiore rispetto alla media UE, ma comunque inferiore del 20% alla media dell’UE in termini pro capite.

Senz’altro i dati del Ministero della Salute sintetizzati nel presente contributo rappresentano un aspetto tecnico, funzionale a coloro i quali hanno un  potere decisionale, di controllo e verifica. Nonostante ciò, può rappresentare un utile spunto di riflessione ai fini della programmazione delle assunzioni, del potenziamento del numero degli studenti da ammettere ai corsi di Laurea in ambito sanitario o, più semplicemente avere contezza della spesa sanitaria, in termini di risorse umane.

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