Verso un glossario del rischio in sanità: il secondo incontro 

Durante il secondo appuntamento si è discusso della definizione del rischio e della necessità di superare la cultura della colpa. Confrontare i dati tra territori, riconoscere pattern ricorrenti e costruire strumenti proattivi sono passaggi fondamentali per una sanità più sicura, consapevole e omogenea.
rischio in sanità

La sfida: parlare la stessa lingua per gestire il rischio 

La gestione del rischio in sanità non può prescindere da un linguaggio condiviso, capace di superare differenze locali e permettere un confronto efficace tra strutture e territori. È proprio da questa consapevolezza che prende forma il percorso “Verso un Glossario dei termini e delle buone pratiche nella gestione del rischio in Sanità” promosso da FARESANiTÀ, che attraverso cinque incontri mira a definire un glossario comune e un insieme di buone pratiche da adottare nel campo del Risk Management sanitario. 

Definire il rischio in sanità: dalla teoria alla pratica 

Il secondo incontro ha posto l’attenzione su un nodo centrale: la definizione del rischio in sanità. Comprendere cosa si intende per rischio, come lo si individua e come lo si misura rappresenta il primo passo per sviluppare strategie efficaci. Questo implica anche affrontare il problema della progettazione dei processi e interrogarsi sulla possibilità di definizioni che siano realmente condivisibili e applicabili su tutto il territorio nazionale. 

Superare la cultura della colpa 

È emersa la necessità di superare la cultura della colpa per abbracciare un approccio fondato sull’analisi delle cause profonde. Riconoscere e affrontare gli eventi avversi non deve essere vissuto come un atto accusatorio, ma come una tappa essenziale per rafforzare la sicurezza, non solo per i pazienti ma anche per gli operatori. 

Ancora oggi, tuttavia, la segnalazione di un rischio è talvolta percepita come un atto scorretto o potenzialmente punitivo. Per questo diventa urgente diffondere una duplice cultura della consapevolezza e della trasparenza, che riconosca il valore della segnalazione come pratica di responsabilità professionale, in un’ottica di “no blame culture”. 

Rischio reattivo e proattivo: la chiave dei pattern 

Il confronto ha evidenziato il ruolo centrale del rischio reattivo, fondato sull’analisi delle cause profonde. Il rischio reattivo, secondo i partecipanti, rappresenta l’unicità dell’ospedale, e la possibilità di confrontare dati e comportamenti a livello nazionale consente non solo di identificare criticità comuni, ma anche di costruire strategie proattive efficaci.  

Individuare il rischio: oltre i confini tradizionali 

È ancora troppo frequente che i risk manager vengano a conoscenza di eventi avversi solo durante le sedute del Comitato Valutazione Sinistri (CVS). Questo ritardo impone una riflessione profonda su quando e come individuare il rischio: non può avvenire solo a posteriori. Diventa quindi necessario definire processi strutturati che anticipino la rilevazione del rischio, sostenuti da una cultura diffusa della sicurezza. 

La “cassetta degli attrezzi”: costruire strumenti condivisi 

Una volta definito il rischio, sarà fondamentale costruire una “cassetta degli attrezzi” condivisa: un insieme di strumenti, metodologie e indicatori utili alla gestione sistematica del rischio. Questo sarà uno dei temi centrali dei prossimi incontri, insieme alla riflessione sulla formazione da offrire alle diverse professioni sanitarie. 

L’idea è quella di integrare il Risk Management anche nei percorsi universitari, con l’introduzione di moduli specifici che possano formare competenze fin dalla fase iniziale della carriera. 

Rischio e responsabilità: il ruolo delle assicurazioni 

Il ciclo di incontri affronterà anche il complesso rapporto tra rischio, responsabilità civile e mercato assicurativo. Le logiche tradizionali di riparto della responsabilità mostrano alcuni limiti mentre la Legge Gelli-Bianco e i suoi decreti attuativi spingono le aziende sanitarie a rapportarsi con il mercato assicurativo in modo strutturato. 

Si avverte quindi la necessità di rivedere alcuni parametri e criteri per rendere più agevole, sostenibile ed efficace l’ingresso delle assicurazioni nella gestione del rischio, del sinistro e del contenzioso. Il tema della prevedibilità della responsabilità diventa cruciale per facilitare questo passaggio. 

Coinvolgere il territorio  

Infine, è stato sottolineato quanto sia necessario estendere la riflessione oltre l’ambito ospedaliero, coinvolgendo anche il territorio, spesso trascurato nei discorsi sulla sicurezza. Un “illustre sconosciuto” che merita maggiore attenzione e sarà oggetto di approfondimento nei prossimi appuntamenti.  

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