Di fronte all’aumento delle aggressioni ai sanitari, la Regione Veneto introduce nuove misure per migliorare la sicurezza negli ospedali. La Regione ha annunciato lo stanziamento di 4 milioni di euro per dotare medici e infermieri di bodycam e braccialetti smart, strumenti pensati per dissuadere comportamenti aggressivi e consentire un intervento tempestivo in caso di emergenza.
Secondo i dati recentemente pubblicati dal Ministero della Salute, nel 2024 si sono registrate oltre 18mila aggressioni ai danni di operatori sanitari in tutta Italia, con un incremento del 15% rispetto all’anno precedente. Il fenomeno riguarda in particolare il personale infermieristico (55% dei casi) e le operatrici donne (60%). In Veneto, le segnalazioni sono passate da 895 nel 2022 a 2.595 nel 2024, confermando la necessità di azioni concrete per la protezione degli operatori.
Le nuove misure per ridurre le aggressioni ai sanitari
Il progetto prevede l’acquisto di circa 7mila dispositivi attraverso una gara europea, che verrà avviata nei prossimi mesi. Nel frattempo, le aziende sanitarie regionali analizzeranno i fabbisogni specifici per ciascun presidio, valutando l’integrazione con le misure di sicurezza già esistenti.
Le bodycam saranno testate inizialmente presso l’Azienda Sanitaria 4 del Veneto Orientale, nei reparti di accettazione e triage. Questi dispositivi, fissati ai camici tramite un magnete, saranno attivati dall’operatore in caso di necessità e registreranno le immagini, accessibili per sette giorni solo da personale autorizzato, come le forze dell’ordine e la magistratura. L’obiettivo è quello di raccogliere elementi utili per eventuali indagini, oltre a fungere da deterrente per comportamenti aggressivi.
I braccialetti smart, il cui arrivo è previsto in una fase successiva, forniranno informazioni sui parametri vitali degli operatori e includeranno funzionalità di allarme e geolocalizzazione. In caso di emergenza, il personale potrà attivare un segnale di allerta rivolto alla sicurezza interna dell’ospedale o, nei casi più gravi, direttamente alle forze dell’ordine. Inoltre, il dispositivo potrà rilevare eventuali cadute o condizioni di malessere, contribuendo così a un intervento più rapido e mirato.
Un fenomeno in crescita
Le aggressioni negli ospedali sono un problema che riguarda l’intero sistema sanitario nazionale e che ha visto un aumento costante negli ultimi anni. La carenza di personale, le lunghe attese nei pronto soccorso e la crescente pressione sui servizi di emergenza hanno creato un clima di tensione, che in molti casi sfocia in episodi di violenza ai danni di medici e infermieri. Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle aree dove la sanità territoriale fatica a rispondere alle esigenze della popolazione, determinando un sovraccarico delle strutture ospedaliere.
I dati del Ministero della Salute indicano che il personale sanitario è sempre più esposto a rischi non solo fisici, ma anche psicologici. Gli episodi di aggressione verbale, le minacce e le intimidazioni sono ormai all’ordine del giorno, con ripercussioni significative sul benessere degli operatori e sulla qualità del servizio offerto ai pazienti.
Una risposta tecnologica a un problema complesso
L’introduzione di dispositivi tecnologici come bodycam e braccialetti smart rappresenta un tentativo di affrontare il problema con strumenti innovativi, ma non costituisce una soluzione definitiva. La sicurezza negli ospedali dipende anche da altri fattori, come il potenziamento delle risorse umane, il miglioramento dell’organizzazione dei servizi e un maggiore supporto alla sanità territoriale.
L’iniziativa del Veneto si inserisce in un quadro più ampio di interventi volti a garantire un ambiente di lavoro più sicuro per il personale sanitario. Se i risultati della sperimentazione saranno positivi, è possibile che altre regioni italiane adottino misure analoghe, contribuendo così a una gestione più efficace della sicurezza ospedaliera.
In attesa di una revisione strutturale del sistema sanitario, strumenti come le bodycam e i braccialetti smart potrebbero rappresentare un passo avanti nella protezione degli operatori, fornendo al contempo un segnale di attenzione nei confronti di chi lavora quotidianamente in prima linea per garantire l’assistenza ai cittadini.