Depressione, ansia e disturbi alimentari sono molto più frequenti tra le donne che tra gli uomini. La Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO) denuncia che l’influenza di fattori sociali, biologici e psicologici, come i ruoli di genere, la violenza domestica e i cambiamenti ormonali sono determinanti. La vulnerabilità delle donne può aumentare in alcuni periodi della vita, soprattutto quelli caratterizzati da grandi cambiamenti come la maternità. L’obiettivo della Giornata Mondiale della Salute Mentale Materna che cade in maggio è sensibilizzare il pubblico sui disturbi di salute mentale che le donne possono affrontare in questo periodo e promuovere l’accesso ai servizi di supporto.
«La maternità ha subito profonde trasformazioni durante il corso della storia, passando da un dovere sociale e biologico imposto alle donne, ad una scelta più consapevole e personale» commenta Elio Lopresti, Tesoriere FNOPO. «Oggi, essere madri si associa, spesso, alla ricerca di un delicato equilibrio tra realizzazione individuale, carriera, aspettative culturali e bisogni affettivi, in un contesto in cui il supporto sanitario e sociale è spesso frammentario e le pressioni esterne rimangono forti, sotto diverse forme».
I dati della salute mentale delle donne
Un report edito dall’organizzazione Save the Children (Minello 2024) descrive le madri italiane come «equilibriste». «Cercano di trovare un punto di incontro tra lavoro e responsabilità familiari poiché il paese non offre loro condizioni favorevoli, costringendole quindi a diventare in tutto e per tutto delle eroine in grado di mantenere un equilibrio tra vita professionale e cura dei figli, della famiglia e della casa» aggiunge l’ostetrico. Le donne sono sottoposte a pressioni che, se vissute in solitudine o senza adeguato supporto, espongono le madri a un elevato rischio di stress cronico e disagio emotivo. Questo rende ancora più urgente il riconoscimento e la tutela della salute mentale materna come parte integrante dei diritti alla salute. Nonostante ciò, ad oggi, la salute mentale delle donne è un tema sottovalutato e talvolta stigmatizzato.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa il 10% delle donne soffre di disturbi mentali durante la gravidanza e il 13% nel periodo postnatale. Le percentuali che arrivano fino al 20% nei Paesi a medio e basso reddito (WHO, 2022). Stime di ISTAT e Ministero della Salute evidenziano che circa il 12-15% delle neomamme italiane sviluppa sintomi depressivi nel primo anno di vita del bambino. È stato riscontrato un picco di incidenza tra le 6 e le 12 settimane dopo il parto (Ministero della Salute, 2017; ISTAT, 2020). La depressione post partum, in particolare, è ancora oggi poco diagnosticata e trattata. Le donne hanno difficoltà a riconoscere il proprio disagio e a chiedere aiuto in una cultura culturale che e stigmatizza la sofferenza psicologica materna.
Il ruolo del medico ostetrico
«In questo scenario l’ostetrico, da sempre figura cardine nell’ assistenza alla donna ed alla famiglia, può fare la differenza e svolgere un ruolo determinante, sia sul piano sanitario sia su quello sociale» aggiunge Lopresti. Una delle pratiche più promettenti nella promozione della salute mentale materna è quella dell’home visiting: visite domiciliari da parte di ostetriche/ci nel periodo postnatale. Paesi come Svezia, Norvegia e Paesi Bassi hanno dimostrato i benefici di questa pratica. Sostenere la maternità con strumenti concreti, integrati e continuativi, riduce significativamente l’incidenza dei disturbi perinatali, migliora l’attaccamento madre-bambino e favorisce il benessere sociale. «Questo modello assistenziale, importato dai paesi del Nord Europa, si sta fortunatamente diffondendo anche in Italia grazie a sperimentazioni attivate in alcune Regioni (es. Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia). La speranza è che questo modello positivo possa essere attivato entro il 2026 in modo capillare su tutto il territorio italiano. Il fine è quello di eliminare le disparità dell’offerta di salute tra il nord ed il sud Italia» commenta Lopresti.
Promuovere la salute mentale materna significa riconoscere alle donne il diritto a un’assistenza veramente completa, che non si limiti alla sfera biologica. Bisogna considerare anche quella emotiva e sociale e i risultati dimostrano la loro importanza. «L’ostetrica/o, con il suo approccio olistico e relazionale, è una risorsa fondamentale per raggiungere questo obiettivo, garantendo una presa in carico precoce, rispettosa e continua. È evidente che se si desidera raggiungere questo obiettivo, le istituzioni sanitarie e sociali devono investire in modo strutturale su questa professionista, rafforzandone la presenza nei territori, nei consultori e al domicilio delle donne» conclude il tesoriere della FNOPO.