Le Sanità in Europa: i dati OCSE

Dal report OCSE: 1,2 milioni di operatori sanitari mancanti, digitalizzazione per ridurre il carico di lavoro del 30%, impatto dei cambiamenti climatici e l’urgenza di affrontare le disuguaglianze: ecco il quadro di sfide e opportunità delle sanità europee

Invecchiamento della popolazione, carenza di personale sanitario, impatti climatici e rivoluzione digitale. Sono queste le grandi sfide che le sanità in Europa si trovano ad affrontare secondo i dati OCSE raccolti nel rapporto OCSE Health at a Glance: Europe 2024. Un documento che non si limita a fotografare una realtà complessa, ma propone soluzioni concrete per orientare le politiche del futuro e investire nella salute.

La longevità sana: vivere a lungo, ma in salute

L’Europa sta invecchiando. Oggi oltre il 21% della popolazione ha più di 65 anni, e questa percentuale salirà quasi al 30% entro il 2050. Una buona notizia? Non del tutto. Se è vero che viviamo più a lungo, spesso questi anni extra sono accompagnati da problemi di salute: oltre il 40% degli over 65 europei vive con almeno due patologie croniche.

L’OCSE invita a un cambio di paradigma: prevenzione e promozione della salute devono diventare centrali in ogni fase della vita. Incrementare l’attività fisica (oggi praticata da appena il 22% degli anziani) e promuovere stili di vita sani può ridurre il carico di malattie e abbattere i costi di un’assistenza sanitaria sempre più sotto pressione.

Crisi del personale: secondo l’OCSE le sanità in Europa hanno bisogno di una cura urgente

Medici, infermieri e ostetriche sono il cuore pulsante dei sistemi sanitari, ma oggi rappresentano anche il loro tallone d’Achille. La carenza di personale sanitario è ormai un’emergenza diffusa: 1,2 milioni di operatori mancanti in tutta Europa dal 2022.

Le cause sono molteplici: l’invecchiamento dei professionisti, condizioni di lavoro stressanti, salari poco competitivi e un calo dell’attrattiva delle carriere sanitarie tra i giovani. Per colmare questo vuoto, molti paesi UE hanno iniziato a reclutare operatori sanitari dall’estero, ma questa non può essere una soluzione strutturale, soprattutto perché rischia di svuotare i sistemi sanitari dei paesi d’origine.

L’OCSE propone tre priorità per invertire la rotta: migliorare le condizioni di lavoro, investire in formazione e sfruttare la tecnologia per ottimizzare i carichi di lavoro e le competenze. Il futuro del personale sanitario dipende dalla capacità di attrarre e trattenere nuovi talenti, garantendo al contempo migliori condizioni a chi è già in prima linea.

Sanità digitale: una rivoluzione ancora in cantiere

La digitalizzazione è il grande potenziale ancora inespresso della sanità europea. Dalla riduzione del carico amministrativo per i professionisti fino alla possibilità di migliorare la gestione dei pazienti, la tecnologia potrebbe rappresentare la chiave per un sistema più efficiente.

Iniziative come lo Spazio Europeo dei Dati Sanitari offrono una visione promettente, ma la strada è ancora lunga. Serve investire in infrastrutture, rafforzare la sicurezza dei dati e formare gli operatori sanitari all’uso di strumenti innovativi. Il rischio? Perdere un’opportunità unica per rendere i sistemi sanitari più accessibili e moderni.

L’impatto del clima e dell’ambiente sulla salute

Le crisi climatiche sono una minaccia diretta alla salute pubblica. Ondate di calore, inquinamento atmosferico e cambiamenti ambientali stanno già aumentando il carico sulle strutture sanitarie. Solo nel 2021, l’inquinamento da particolato fine (PM2,5) ha causato oltre 253.000 morti premature in Europa.

La sfida è duplice: da un lato, rendere i sistemi sanitari più resilienti agli impatti climatici; dall’altro, ridurre l’impronta ecologica del settore. L’OCSE invita i governi a mettere la transizione verde al centro delle politiche sanitarie, con un approccio integrato che unisca sostenibilità e salute.

Disuguaglianze da colmare: una priorità non più rimandabile

Nonostante i progressi, l’Europa resta un continente di disparità. L’aspettativa di vita, per esempio, varia di otto anni tra i paesi con le performance migliori (Spagna, Italia) e quelli più fragili (Bulgaria, Lettonia). Lo stesso vale per l’accesso alle cure, la qualità dei servizi e l’impatto dei fattori di rischio legati agli stili di vita.

Queste disuguaglianze rappresentano una sfida sociale e politica, ma anche un’occasione per ripensare i sistemi sanitari in ottica di equità e giustizia sociale. Il messaggio dell’OCSE è chiaro: la salute deve essere un diritto garantito a tutti, indipendentemente dal reddito o dalla posizione geografica.

Conclusioni: i dati OCSE dipingono le sanità in Europa come resilienti e inclusive

Le sfide non mancano, ma il rapporto OCSE offre anche speranza. La strada per un sistema sanitario europeo più resiliente passa attraverso l’innovazione, la cooperazione e una visione politica ambiziosa.

Investire nella salute non è solo una questione di spesa, ma di costruire il futuro di una società più equa, giusta e sostenibile.

Facebook
X
LinkedIn
WhatsApp

ARTICOLI CORRELATI

Vedi tutti gli articoli della sezione:

Vuoi contribuire alla discussione?

Cosa ne pensi di questo tema? Quali sono le tue esperienze in materia? Come possono divenire spunto di miglioramento? Scrivi qui ed entra a far parte di Fare Sanità: una comunità libera di esperti ed esperte che mettono assieme le loro idee per portare le cure universali nel futuro.

riforma
Cerca

Compila il form per scaricare il Libro bianco

ISCRIVITI