L’attenzione alla nutrizione come parte integrante del percorso in oncologia rappresenta una buona pratica che l’IFO – Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) sta adottando con un approccio strutturato e multidisciplinare.
L’introduzione di uno screening nutrizionale all’interno della cartella clinica elettronica e l’inserimento del nutrizionista nei team di cura mirano a rispondere a un problema spesso sottovalutato: la malnutrizione oncologica.
Circa la metà dei pazienti oncologici presenta uno stato nutrizionale alterato già al momento della diagnosi, condizione che può incidere negativamente sulla risposta ai trattamenti e sulla qualità della vita. Per contrastare questa situazione, l’IFO ha implementato un test di screening rapido, somministrato al momento della presa in carico. I pazienti individuati come a rischio vengono avviati a un percorso personalizzato presso l’ambulatorio di nutrizione clinica, dove un’équipe multidisciplinare valuta e pianifica interventi mirati.
Un approccio integrato e personalizzato alla nutrizione in oncologia
Nel contesto oncologico, la nutrizione non è solo un aspetto accessorio, ma un tassello fondamentale della cura.
“Lavoriamo per integrare il supporto nutrizionale, psico-oncologico e del dolore nel percorso assistenziale del paziente fragile,” spiega Livio De Angelis, Commissario Straordinario dell’IFO. Questo approccio è alla base di una nuova organizzazione aziendale che ha previsto la creazione di un’unità operativa dedicata alla nutrizione clinica.
Il percorso personalizzato include piani dietoterapici calibrati in base al tipo di tumore, ai sintomi e alle terapie in corso. Nei casi più complessi, possono essere utilizzati integratori specifici o supporti artificiali, come sondini nasogastrici o PEG, per garantire un apporto calorico adeguato. Questa attenzione è particolarmente cruciale per i pazienti con tumori dell’apparato gastroenterico, testa-collo e polmone, categorie più a rischio di malnutrizione severa.
La nutrizione nei team multidisciplinari
Una delle innovazioni più significative è l’inclusione del nutrizionista nei team multidisciplinari (DMT) che periodicamente definiscono i percorsi diagnostico-terapeutici dei pazienti. Questo consente di integrare la nutrizione come parte attiva della strategia di trattamento, allineandosi alle raccomandazioni nazionali e internazionali.
“Lo screening nutrizionale è una tappa essenziale, non solo alla diagnosi, ma anche in fasi successive del percorso terapeutico,” sottolinea Lupe Sanchez-Mete, gastroenterologa e nutrizionista dell’IFO. “Solo attraverso un monitoraggio continuo possiamo intervenire tempestivamente, prevenendo complicanze e ottimizzando l’efficacia dei trattamenti.”
Un evento per promuovere la cultura della nutrizione in oncologia
La giornata di oggi vede l’IFO protagonista di un evento scientifico dedicato alla nutrizione oncologica, promosso dal Gruppo Multidisciplinare di Nutrizione Clinica coordinato dalla stessa Sanchez-Mete. L’obiettivo è promuovere un confronto tra esperti e consolidare il ruolo della nutrizione come parte integrante del percorso di cura.
Un modello di riferimento
L’esperienza dell’IFO rappresenta una buona pratica che potrebbe fungere da modello per altre realtà sanitarie. Integrare la nutrizione nella presa in carico dei pazienti oncologici non è solo un’opzione, ma una necessità per migliorare la qualità della vita e aumentare le possibilità di successo terapeutico. Un approccio che non si limita a trattare la malattia, ma considera il paziente nella sua complessità, promuovendo una visione di cura realmente multidisciplinare e centrata sulla persona.