“Un italiano su due ha una percezione negativa della pubblica amministrazione: è quanto emerge dall’indagine realizzata dalla Federazione Lavoratori Pubblici e Funzione Pubbliche (FLP) nei primi mesi dell’anno. Le lunghe attese e i processi inefficienti generano frustrazione e complicano la relazione tra cittadini e PA”.
L’impatto dell’AI sulla burocrazia pubblica
“In questo scenario, l’intelligenza artificiale (IA) può trasformare profondamente il modo in cui la pubblica amministrazione gestisce i processi burocratici, offrendo soluzioni innovative che migliorano l’efficienza, riducono i tempi di attesa e aumentano la trasparenza verso i cittadini, contribuendo così a colmare questa distanza tra pubblico e istituzioni – spiega il presidente dell’Agenzia per l’Italia Digitale Mario Nobile. L’Italia è sulla giusta strada: la centralità di questa tecnologia è evidenziata nel “Piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione”, redatto dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), che definisce alcuni principi da rispettare nell’implementazione dell’IA nel settore pubblico, come il miglioramento dei servizi e la riduzione dei costi, l’analisi del rischio per evitare violazioni dei diritti fondamentali, e la trasparenza nelle decisioni supportate dall’IA.
L’esempio: l’automazione intelligente dei processi amministrativi
“Uno degli ambiti più significativi in cui l’IA sta facendo la differenza nel nostro paese riguarda l’automazione intelligente dei processi amministrativi. I sistemi di Intelligent Process Automation (IPA), che consistono in tecnologie per l’automazione dei processi integrati con funzionalità di intelligenza artificiale, possono eseguire attività ripetitive e complesse in modo più rapido e accurato rispetto all’intervento umano. Compiti come la verifica delle anagrafiche, l’elaborazione delle richieste di sussidio o la catalogazione di documenti sono oggi automatizzati e permettono di snellire notevolmente le operazioni”.