Lo scenario futuro legato all’aumento delle temperature
A causa del riscaldamento globale, “nei prossimi anni, più del 23% della popolazione globale di età pari o superiore a 69 anni abiterà in climi in cui la temperatura massima giornaliera supererà la soglia critica dei 37,5 °C, esponendo una fetta di popolazione mondiale compresa tra i 177 e i 246 milioni di anziani al pericolo di calore acuto. Gli effetti più gravi saranno in Asia e Africa, visto che rappresentano le zone con più bassa capacità di adattamento. (Global projections of heat exposure of older adults, 2024 -Falchetta G., De Cian E., Wing I.S., Carr D., 2024, Nature Communications)
La popolazione globale sta invecchiando ad un ritmo senza precedenti. Si prevede che i soggetti di età pari o superiore a 60 anni raddoppierà entro la metà del XXI secolo, passando da 1,1 miliardi nel 2021 a quasi 2,1 miliardi entro il 2050.
A fronte di tali dati, un impatto importante lo avrà il cambiamento climatico: l’aumento dell’intensità, della durata e della frequenza delle ondate di calore rappresenta una minaccia diretta per la salute fisica e il rischio di mortalità, con conseguenze particolarmente gravi per gli anziani, soprattutto coloro i quali sono esposti ad un isolamento sociale, economicamente svantaggiati, con disabilità cognitive, fisiche o sensoriali, inseriti anche all’interno di contesti urbani scadenti, con sistemi di regolazione della temperatura interna non performanti.
La temperatura influisce sulle capacità cognitive?
Le aree con popolazione anziana soggetta al riscaldamento globale e, di conseguenza, ad una crescente esposizione al calore sono destinate a dover affrontare notevoli richieste di servizi sociali e sanitari, che richiedono interventi politici, e di salvaguardia dei soggetti fragili stessi.
Studi basati su simulazioni condotte all’interno di laboratori scientifici1 hanno stabilito una relazione causale tra la temperatura ambiente e le capacità cognitive, suggerendo che il previsto aumento della temperatura potrebbe influenzare le funzioni cognitive degli anziani.
Lo studio
Per verificare questa teoria un gruppo di ricercatori ha condotto un esperimento: studio osservazionale longitudinale (assenza di intervento attivo da parte dei ricercatori, che si limitano a osservare i fenomeni, GIMBE 2010), monitoraggio continuo della temperatura ambiente domestica e difficoltà auto-riferita a mantenere l’attenzione per 12 mesi in una coorte di anziani residenti nella comunità di Boston (Home Ambient Temperature and Self-reported Attention in Community-Dwelling Older Adults, 2024).
Lo studio ha monitorato l’ambiente termico domestico e l’attenzione soggettiva negli anziani che vivono in comunità: hanno partecipato anziani di almeno 65 anni in grado di completare quotidianamente un sondaggio soggettivo attraverso uno smartphone. Si trattava di soggetti che risiedevano a Boston, vivevano in modo indipendente nella comunità ed avevano accesso a una connessione Internet a casa.
Nelle aree in cui i soggetti studiati svolgevano le loro attività più frequenti, e quindi vi passavano la maggior parte del loro tempo, sono stati installati dei sensori ambientali.
Dati
I dati ottenuti provenivano da una rilevazione soggettiva (il sondaggio citato in precedenza) unita alle rilevazioni dei sensori ambientali.
- la misura oggettiva corrispondeva alla temperatura misurata dal sistema di rilevazione della temperatura nella stanza,
- quella soggettiva equivaleva alla sensazione termica auto-riportata su una scala a 7 punti (da molto freddo a molto caldo), derivante da un sondaggio condotto 2 volte al giorno che aveva la seguente domanda: in questo momento è difficile mantenere la tua attenzione su ciò che stai facendo? L’invito a rispondere al test è stato inviato in diversi momenti della giornata così da catturare la variazione diurna sia della temperatura che dell’attenzione.
Risultati
I risultati hanno mostrato che, man mano che la temperatura oggettiva aumenta, gli individui hanno maggior probabilità di segnalare sensazioni termiche più calde lamentando difficoltà auto-riferite a mantenere attenzione.
Potenzialità dello studio
L’esposizione al “calore cronico e acuto” degli anziani solleva una seria preoccupazione per la salute pubblica globale, data la loro ridotta capacità di termoregolare, difficoltà che si aggiunge al numero (sempre maggiore) di comorbilità. Il tutto genera uno scenario contraddistinto da adattamenti terapeutici continui, in grado di provocare disidratazione. Inoltre, gli utenti con problemi cognitivi e limitazioni fisiche, spesso vivono in alloggi insufficienti, scarsamente attrezzati per adattare la temperatura ambientale alle condizioni psico-fisiche dei soggetti cosiddetti fragili i quali, tra l’altro, spesso hanno una rete familiare non sempre presente ed efficiente2.
Per cui, studi e soprattutto tecnologie in grado di intercettare tali bisogni emergenti, possono davvero contribuire ad attenuare una condizione ambientale potenzialmente compromettente.
Criticità
Il campione oggetto dello studio aveva uno status socioeconomico e una qualità abitativa elevati. Le popolazioni con basso reddito e svantaggiate hanno meno probabilità di riuscire a mantenere un ambiente domestico ottimale poiché vivono una povertà energetica, risiedono in alloggi scadenti. Un ulteriore aspetto meritevole di future attenzioni riguarda il fatto i soggetti studiati non sono stati monitorati, nel momento in cui assumevano i farmaci; quindi, non è possibile correlare una ipotetica modificazione dello stato psico-fisico causata proprio dai medicinali assunti.
Conclusioni: cosa si può fare per gli anziani rispetto al riscaldamento globale?
Incidere sulla regolazione della temperatura, rispetto ad altri interventi farmaceutici o medici, presenta un punto di intervento sostanzialmente più economico e sicuro per migliorare la funzione cognitiva abituale e le prestazioni degli anziani.
L’impatto sulla capacità cognitive potrebbe essere l’ultimo effetto negativo in ordine di tempo dell’aumento delle temperature sulla salute degli anziani.
Diviene sempre più urgente sviluppare soluzioni domestiche/urbanistiche e interventi di sostegno e innovazione tecnologica in grado di consentire agli anziani di mantenere una vita confortevole e salutare soprattutto all’interno del proprio “ambiente termico domestico” salvaguardandoli dall’aumento delle temperature causato dal riscaldamento globale.