La One Health è una scienza delle relazioni, con un’impatto diretto sulla prevenzione delle malattie e dei disastri naturali. Ecco quanto è emerso dell’incontro della rete FARESANiTÀ “La One Health nel processo decisionale“.
I boschi, per esempio, proteggono le città dalle inondazioni, contrastando l’azione di venti e fiumi che possono trasportare sostanze cancerogene mentre la vegetazione fluviale è in grado di depurare fino al 99% degli inquinanti. L’uso scorretto degli antibiotici aumenta i ceppi resistenti. Conoscere la diffusione di insetti e di altri vettori animali permette di circoscrivere o anticipare le epidemie di malattie un tempo esotiche, ora endemiche. Queste e tante altre conoscenze devono spingere a ripensare il modo in cui si progettano le città, si gestisce il territorio, di erogano servizi sanitari e si prevengono sia i tumori sia i disastri naturali. I disastri naturali, infatti, non solo causano danni materiali, ma possono anche contaminare le acque con patogeni e sostanze tossiche. Questo fenomeno aggrava ulteriormente le conseguenze per la salute e l’ambiente.
Le relazioni One Health uniscono sistemi geologici, progettazioni ingegneristiche e architettoniche, profilassi veterinaria e diffusione di malattie tropicali. Le azioni, che queste relazioni spingono a prendere, trasformano la One Health in una scienza della prevenzione. La rete FARESANiTÀ contribuire a portare la One Health come scienza nel processo decisionale e di prevenzione preparando, nei prossimi mesi, un documento con proposte concrete per politica e mondo della scienza.
Chi partecipa al progetto “La One Health nel processo decisionale”
- Giovanni Damiani già direttore dell’Agenzia Nazionale Protezione Ambientale (ANPA), ora ISPRA, docente di Ecologia delle acque presso l’Università della Tuscia e Presidente dell’Associazione a forte radicamento scientifico G.U.F.I. (Gruppo Unitario per le Foreste Italiane);
- Paolo Fazii, Direttore Medico dell’UOC di Microbiologia e Virologia Clinica a valenza regionale, Ospedale Civile dello Spirito Santo di Pescara;
- Maurizio Ferri Veterinario dirigente della Asl di Pescara, Coordinatore Scientifico S.I.Me.Ve.P, esperto (reserve list) del comitato consultivo per le emergenze di sanità pubblica, istituito dalla commissione europea nel 2023;
- Giulia Marchetti, Professore Ordinario di Malattie Infettive Università degli Studi di Milano, Direttore Clinica delle Malattie Infettive e Tropicali Ospedale S.Paolo di Milano e delegato presso il Comitato Infezioni Ospedaliere della ASST Santi Paolo e Carlo Milano;
- Enrico Miccadei Professore Ordinario di Geografia Fisica e Geomorfologia, Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara, Direttore del Centro di Ateneo Ud’A TEMA (Terra-Mare) e Membro del Gruppo di Lavoro One Health dell’Associazione Italiana Microbiologi Clinici;
- Roberto Perilli Medico Oculista, Responsabile Unità Operativa Semplice Oculistica Territoriale, ASL Pescara;
- Maria Triassi Professore Ordinario di Igiene Generale e Applicata, Università degli Studi di Napoli Federico II, Direttore Dipartimento ad Attività Integrata di Sanità Pubblica, Farmaco utilizzazione e Dermatologia AOU Federico II .
Le relazioni della One Health
Le connessioni emerse nel tavolo sono tante e fondamentali. Una connessione riguarda il rapporto tra geologia e prevenzione delle epidemie, delle inondazioni e dei tumori. Un’altra connessione è quella tra le piante, gli spazi erbosi in città e la riduzione degli inquinanti. Si è inoltre discusso del legame tra le grotte carsiche e la presenza del radon cancerogeno. Un’altra relazione importante è quella tra siccità, cambiamento climatico e contaminazione delle acque bianche da parte delle acque nere. È emerso anche il collegamento tra il tracciamento dei vettori animali, l’aumento delle temperature e il contenimento delle encefaliti da West Nile Virus. Infine, sono state evidenziate le connessioni tra Health Literacy, risparmi economici, inquinamento da farmaci e gestione dei servizi sanitari basati sull’epidemiologia locale.
Gli interventi di prevenzione
Ognuno di questi ambiti fa emergere una sfaccettatura che richiede un intervento di prevenzione. Ad esempio, non bisogna prescrivere antibiotici ad ampio spettro come prima scelta. Inoltre, è importante evitare di bruciare gli alberi per ricavare energia: la supposta somma zero della CO₂ è un’illusione, mentre il danno idrogeologico è immediato. Allo stesso modo, non si dovrebbe estirpare la vegetazione fluviale. Infine, è essenziale non costruire vicino alle doline.
Le criticità: educazione e poca multidisciplinarietà nelle STEM
La difficoltà della One Health è raccontarla tutta assieme e, soprattutto, far sì che ogni disciplina scientifica – dall’ingegneria alla Medicina generale – sia consapevole del contributo e delle evidenze che le altre discipline possono apporre al proprio campo specialistico. In questo la One Health, oltre che una scienza è una cultura da diffondere.
Da qui l’importanza di introdurla nelle scuole e insegnarla nelle Università in modo tale da far confluire le evidenze multidisciplinari nel percorso formativo di ogni singola disciplina scientifica.
Questo è solo una delle proposte che confluiranno nel documento programmatico redatto dagli esperti e dalle esperte coinvolti da FARESANiTÀ. Il documento ha lo scopo concreto di introdurre la One Health nei processi decisionali. Inoltre, mira a sensibilizzare la politica e la comunità scientifica affinché colgano le molte opportunità di prevenzione, a costi ridotti, che questa offre all’Italia.
I lavori continueranno nei prossimi mesi e il documento verrà ufficialmente presentato a Welfair, fiera del Fare Sanità il 4/7 novembre alla fiera di Roma.