L’epilessia è una patologia neurologica che colpisce uomini e donne in ugual misura, ma nelle donne può comportare specifiche problematiche legate all’impatto dei farmaci anticrisi sugli ormoni e sulla salute riproduttiva. Aspetti come il ciclo mestruale, la fertilità, la contraccezione e la gravidanza richiedono un’attenzione particolare per garantire un trattamento adeguato e sicuro.
Il ruolo del dialogo con lo specialista
Un elemento chiave nella gestione dell’epilessia femminile è il dialogo continuo tra la persona con epilessia e il proprio specialista. Secondo Carlo Andrea Galimberti, Presidente della Lega Italiana Contro l’Epilessia (LICE), “una scelta terapeutica appropriata è determinante per le donne: alcuni farmaci possono modificare l’assetto ormonale e ridurre la fertilità. Inoltre, alcuni farmaci contro l’epilessia possono diminuire l’efficacia dei contraccettivi ormonali, sebbene le formulazioni più recenti abbiano ridotto questo problema”.
Epilessia e gravidanza
Per le donne che desiderano una gravidanza, è consigliabile pianificare il concepimento insieme all’epilettologo, in modo da ottimizzare la terapia e monitorare il decorso della gestazione. Sebbene l’assunzione di farmaci anticrisi non rappresenti una controindicazione assoluta alla gravidanza, è importante essere consapevoli del rischio, seppur limitato, di trasmissione della malattia al nascituro. Loretta Giuliano, responsabile della Commissione Epilessia e Genere di LICE, sottolinea che “il rischio di trasmissione è del 2-3% nei casi di epilessia focale e dell’8,5% per l’epilessia generalizzata idiopatica”. Inoltre, alcuni farmaci anticrisi, specialmente nei primi tre mesi di gravidanza, possono aumentare il rischio di malformazioni fetali, sebbene esistano strategie per ridurlo, come l’uso di un unico farmaco alla dose minima efficace e l’integrazione con acido folico.
È importante evidenziare che il 90% dei bambini nati da madri con epilessia nasce in perfette condizioni e che l’assunzione di farmaci anticrisi non rappresenta una controindicazione assoluta a iniziare e portare a termine una gravidanza.
Parto e allattamento
Per quanto riguarda il parto, nella maggior parte dei casi le donne con epilessia possono affrontarlo senza particolari complicazioni. Tuttavia, situazioni di crisi frequenti o intense possono rendere necessario un cesareo programmato. Dopo la nascita, l’allattamento al seno è generalmente consigliato.
Epilessia e menopausa
Un altro aspetto rilevante è la gestione della menopausa, fase in cui le crisi epilettiche possono subire variazioni. L’assunzione di terapie ormonali sostitutive è possibile, ma deve essere attentamente valutata in base al quadro clinico individuale. Inoltre, le donne con epilessia presentano un rischio maggiore di osteoporosi, che può essere contenuto con uno stile di vita sano e un’alimentazione equilibrata.
L’impegno globale per l’epilessia
A livello globale, l’epilessia è riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una priorità di salute pubblica. Il Piano d’Azione Globale Intersettoriale per l’Epilessia e altri Disturbi Neurologici 2022-2031 mira a migliorare l’accesso alle cure, aggiornare le politiche sanitarie e combattere lo stigma sociale.
Un approccio informato e personalizzato alla gestione dell’epilessia nelle donne consente non solo di migliorare la qualità della vita, ma anche di favorire una maggiore consapevolezza sui diritti e sulle opportunità di chi convive con questa patologia.