Cosa sono e come affrontare le crescenti patologie eosinofile

Le malattie eosinofile che colpiscono l’apparato gastrointestinale sono sempre più diffuse e in Italia interessano circa 34 bambini e 42 adulti ogni 100mila: invalidanti, sia per i pazienti che per i caregiver, vanno affrontate tempestivamente.
patologie eosinofile

Le patologie eosinofile gastrointestinali, categorizzate come malattie rare, stanno oggi mostrando una diffusione crescente, con un’incidenza che varia nei diversi Paesi occidentali. In Italia si stima che colpiscano circa 34 bambini e 42 adulti ogni 100 mila abitanti. Queste condizioni si caratterizzano per la presenza anomala di eosinofili – un tipo di globulo bianco – nelle pareti del tratto digestivo, provocando infiammazione cronica e sintomi che impattano profondamente sulla qualità della vita, soprattutto in età pediatrica.

In occasione di un recente seminario formativo ospitato dall’IRCCS Burlo Garofolo di Trieste, promosso dagli specializzandi in Pediatria dell’Università di Trieste, è stato approfondito il tema delle patologie eosinofile, con l’obiettivo di sensibilizzare il personale sanitario e la comunità sui segnali clinici, i percorsi diagnostici e le opportunità terapeutiche.

L’esperienza clinica del Burlo Garofalo

“Presso il Burlo Garofalo – racconta la dottoressa Sara Lega, pediatra dell’équipe di Gastroenterologia e Nutrizione – seguiamo oltre quaranta bambini e ragazzi affetti da patologie eosinofile del tratto gastrointestinale. Il nostro approccio accompagna il paziente dalla diagnosi fino al trattamento e al follow-up, garantendo continuità nella presa in carico anche nel delicato passaggio alla medicina dell’adulto”.

La forma più diffusa è l’esofagite eosinofila, che si manifesta soprattutto con la difficoltà nella deglutizione dei cibi solidi. “Spesso – prosegue Lega – i genitori notano che il bambino mangia molto lentamente, mastica a lungo e ha bisogno di bere frequentemente per riuscire a mandare giù il cibo. In alcuni casi, può persino capitare che il boccone resti bloccato nell’esofago e sia necessario un intervento endoscopico per rimuoverlo. Questi segnali non vanno sottovalutati”.

Diagnosi e terapie in evoluzione

Una volta sospettata la patologia, si procede con accertamenti specifici. “La diagnosi – spiega ancora la dottoressa Lega – si basa su un esame endoscopico, effettuato in sedazione profonda nei bambini, e sulla conferma istologica della presenza di eosinofili nel tessuto esofageo. Il trattamento principale prevede l’uso di farmaci anti-infiammatori, in particolare steroidi topici, molto efficaci nel controllare l’infiammazione. Oggi, inoltre, possiamo contare su terapie biologiche mirate, che si sono dimostrate efficaci e sicure anche nei bambini molto piccoli”.

L’esofagite eosinofila, sebbene non considerata una malattia grave, può provocare disagio significativo nella vita quotidiana se non diagnosticata e trattata in tempo. “Nel lungo periodo – aggiunge Lega – un’infiammazione cronica non controllata può ridurre l’elasticità dell’esofago, rendendo la deglutizione sempre più difficoltosa e compromettendo la qualità della vita”.

L’importanza del riconoscimento precoce

A sottolineare il valore della diagnosi tempestiva è Roberta Giodice, presidente di ESEO Italia, l’associazione che riunisce pazienti e famiglie affette da queste patologie. “Uno degli aspetti fondamentali per poter curare le patologie eosinofile – afferma – risiede nella capacità di coglierne i sintomi e giungere nel più breve tempo possibile a una diagnosi accurata. Questo è particolarmente importante in età pediatrica, dove riconoscere i segnali è ancora più difficile”.

Secondo Giodice, momenti formativi come quello tenutosi al Burlo Garofalo sono cruciali per creare un linguaggio comune tra pazienti e medici. “Le patologie eosinofile sono fortemente invalidanti, non solo per chi ne soffre ma per l’intera famiglia. Serve una maggiore consapevolezza e una sinergia concreta tra pazienti e operatori sanitari per attivare tempestivamente i giusti percorsi di cura. La nostra associazione lavora ogni giorno per promuovere informazione, vicinanza e riconoscimento di queste malattie, anche attraverso il coordinamento con iniziative internazionali”.

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