Come inserire l’AI in un sistema sanitario di tipo universalistico? 

Questa domanda si è posto Manlio Nicoletti, Direttore UOC Oculistica AUSL di Bologna, che ha attuato insieme all’assessorato un sistema un cambio di rotta digitale: ne ha parlato al convegno ospitato dal Ministero della Salute in occasione della Giornata Mondiale della Vista
virtual
Manlio Nicoletti

“Col concetto di ‘rete’ si è passati da un concetto di sanità concentrata sugli ospedali ad una sanità disposta e distribuita più sulla rete territoriale secondo il modello gestionale Hub and Spoke. 

Durante e nel post Covid col PNRR abbiamo strutturato due progetti specifici con l’obiettivo di potenziare le prestazioni oculistiche sul territorio e creare un sistema di prossimità oculistico mediante la telemedicina e innovazione digitale (prestazioni ambulatoriali di telemedicina e innovazione digitale: telerefertazione, modello Virtual Clinic)”.

Virtual Clinic e telemedicina 

“Il primo progetto, basato sulla gestione del paziente con patologia cronica, diabete, maculopatia età correlata, glaucoma, su di un modello di virtual clinic e telemedicina ha come scopi fondamentali, quello di ridurre la mobilità del personale medico all’interno dei presidi AUSL Bologna, ridurre gli accessi non necessari nel centro Hub, ridurre i divari territoriali, rendere più agevole e smart il percorso di cura del paziente facilitando il follow up e l’aderenza dei pazienti stessi al percorso di cura. 

Altro aspetto fondamentale del progetto è quello di valorizzare le figure professionali non mediche, quindi ortottisti e infermieri, perché sono loro gli attori principali della virtual clinic, che acquisiscono dati e informazioni in una piattaforma che è costituita da diverse tecnologie come OCT, campi visivi, retinografi. I dati condivisi sulla Cartella Clinica Elettronica vengono refertati dal medico oculista in una sede diversa da remoto. La Cartella Clinica Elettronica è condivisa tra tutti gli specialisti dell’Unità Operativa di Oculistica, ospedalieri, ambulatoriali e specialisti di altre Unità Operative secondo un modello di medicina integrata telematica. 

Questo avviene traducendo in pieno gli obiettivi della medicina di vicinanza e personalizzata grazie alla grande quantità di dati e informazioni acquisite tramite le piattaforme di virtual clinic e il fascicolo sanitario grazie all’utilizzo di molte informazioni e dati che possono essere trattati. 

Questo ha permesso un circolo di informazioni terapeutiche più diretto tra i professionisti e un dialogo più chiaro con i pazienti. Inoltre, il vantaggio della telemedicina è che il paziente possa ricevere assistenza nelle sue vicinanze, senza bisogno di spostarsi troppo lontano dal suo distretto”. 

La chirurgia della cataratta secondo il modello gestionale Focused Factory 

“L’altro progetto che abbiamo portato avanti è sulla chirurgia ambulatoriale della cataratta secondo il modello gestionale Focused Factory, una struttura sull’area metropolitana di Bologna focalizzata su di una linea di prodotto che è la chirurgia ambulatoriale della cataratta, sfruttando anche lì un’indicazione del PNRR che finanzia dei progetti di tipizzazione e di specializzazione degli spoke periferici, che abbiamo attuato presso l’Ospedale di Bazzano.  

Abbiamo strutturato su tutta l’area metropolitana di Bologna un percorso informatizzato e digitalizzato sulla gestione della chirurgia ambulatoriale della cataratta partendo da una lista unica di accesso al percorso diagnostico terapeutico, in cui il paziente effettua la chirurgia in una struttura, ospedale di Bazzano, dove macchinari e sistemi dialogano in tempo reale e la competenza di tutti i professionisti, infermieri, ortottisti, assistenti in oftalmologia, medici, interfacciati con le tecnologie a disposizione ottimizzano i processi e il prodotto finale di servizio/salute si adatta alle esigenze del paziente: questa è la realtà dell’Unità Operativa intelligente, un ecosistema sanitario connesso e flessibile che rivoluziona il modo di erogare le prestazioni sanitarie. Tutto ciò non sarebbe possibile senza la Cartella Clinica Elettronica, che permette ai medici di conoscere al meglio la condizione clinica del paziente in carico – medicina integrata telematica”.

Il futuro

“Questo paradigma organizzativo che integra tecnologie avanzate, chiamate anche tecnologie abilitanti come l’intelligenza artificiale, la robotica ecc. migliora l’efficienza, la flessibilità e la sostenibilità dei processi deputati all’erogazione dei servizi. Il nostro obiettivo è una unità operativa intelligente, connessa, flessibile, sostenibile. In questo modo il nostro progetto dà una chance di competitività al sistema sanitario nazionale universalistico rispetto alla sanità privata”.

Leggi anche: Giornata mondiale della vista: in che misura la tecnologia può ridurre le liste d’attesa?

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