Prevenire le infezioni del sito chirurgico durante gli interventi e migliorare i decorsi post-operatori mediante specifiche misure, che vanno da un uso razionale degli antibiotici all’utilizzo del rasoio elettrico in caso di tricotomia necessaria. Questo l’obiettivo previsto in un documento realizzato e pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Società Italiana Multidisciplinare per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie, in collaborazione con 13 società scientifiche italiane.
Le misure
Il BUNDLE per la prevenzione delle infezioni del sito chirurgico prevede
- FASE pre-operatoria
- Evitare la tricotomia
Nel caso fosse indispensabile, utilizzare un rasoio elettrico - Somministrare l’antibiotico prima dell’incisione
Per procedure chirurgiche ad alto rischio o quando viene impiantato materiale protesico e rispettare i tempi ottimali di somministrazione
- Evitare la tricotomia
- FASE intra-operatoria
- Utilizzare antisettici a base di alcol contenenti clorexidina gluconato per la preparazione del sito chirurgico.
- Rissomministrare l’antibiotico
Per procedure prolungate e in pazienti con grave perdita di sangue.
- FASE post-operatoria
- Interrompere la profilassi antibiotica dopo l’intervento.
Ridurre rischi e mortalità
“L’adozione di questi interventi risponde a un’esigenza epidemiologicamente fondata: le infezioni del sito chirurgico rappresentano una delle complicanze più frequenti e gravose associate alla chirurgia, con un’incidenza fino al 9,6% in alcuni tipi di intervento nei Paesi europei” spiega Paolo D’Ancona, che ha curato la realizzazione del documento per l’Iss.
“Queste infezioni – prosegue – sono anche responsabili di un aumento della durata della degenza, del rischio di mortalità post-operatoria e dei costi sanitari complessivi. In media, infatti, una infezione del sito chirurgico secondo alcuni studi prolunga mediamente la degenza ospedaliera di 9,7 giorni e aumenta i costi di 20.842 dollari per ricovero. Negli Stati Uniti, questo tipo di infezioni è associato a un aumento del rischio di mortalità da 2 a 11 volte, con il 75% dei decessi correlati direttamente attribuibili all’infezione. In questo contesto, il bundle proposto rappresenta uno strumento essenziale per migliorare gli esiti clinici e garantire una maggiore standardizzazione delle pratiche di prevenzione”.
Stesse misure per interventi diversi
Le azioni sono state progettate per essere adattabili a diverse tipologie di operazione, includendo inoltre un’adeguata formazione del personale e il monitoraggio dell’adesione alle pratiche raccomandate. Infine, oltre alle cinque misure di base elencate, ritenute indispensabili, il documento ne prevede anche altre da utilizzare una volta che queste sono state applicate. Tra queste, lo screening per Staphylococcus aureus e il mantenimento della normotermia e del controllo glicemico perioperatorio.