Sport e giovani con cardiopatia: un modello personalizzato

La storia di Riccardo (14 anni) e oltre 400 pazienti valutati al Centro Regionale per lo sport nei giovani con cardiopatia a Treviso
sport e giovani con cardiopatia

Un approccio strutturato e multidisciplinare alla gestione dell’attività fisica nei pazienti con cardiopatia. È questo il bilancio che emerge dal Centro Regionale di riferimento per lo sport nei giovani con cardiopatia, attivo all’interno dell’Unità Operativa Complessa di Medicina dello Sport dell’Ulss 2 di Treviso. In tre anni, il centro ha valutato oltre 400 pazienti, con un’età compresa tra gli 8 e i 65 anni. Tra questi, 171 hanno aderito al programma dedicato “Il secondo tempo di Julian Ross”, un percorso che punta a favorire il ritorno a una vita attiva, pur in presenza di una diagnosi cardiologica complessa.

Integrazione tra specialità e approccio personalizzato

Il Centro, diretto dal dott. Patrizio Sarto, si configura come una realtà altamente specializzata, in grado di integrare competenze provenienti da cardiologia, radiologia, laboratorio analisi e pediatria, non solo a livello locale, ma anche in collaborazione con centri nazionali di riferimento. Il programma si rivolge a pazienti con cardiopatie congenite, malattie elettriche o cardiomiopatie (presenti in oltre il 30% dei casi), offrendo una presa in carico personalizzata basata sulle più recenti evidenze scientifiche.

Un percorso che parte da una valutazione completa

L’iter clinico prevede un approccio graduale: il primo contatto avviene in videoconsulenza, seguito da una valutazione in presenza con un’équipe multidisciplinare. I pazienti vengono sottoposti a test clinici ed esercizi monitorati in palestra, ricevendo indicazioni dettagliate sulle attività fisiche compatibili con la loro condizione. Oltre agli aspetti clinici, viene offerto anche un supporto psicologico, riconoscendo il peso emotivo che una diagnosi cardiologica può comportare.

La storia di Riccardo: quando la prevenzione fa la differenza

A rendere più tangibile il lavoro del centro è la storia di Riccardo, 14 anni. Un episodio improvviso ha segnato la sua giovane vita: un arresto cardiaco mentre giocava in giardino, sotto gli occhi dei genitori. Solo grazie al defibrillatore impiantato pochi mesi prima – misura preventiva adottata proprio in seguito a una diagnosi cardiaca – è stato possibile interrompere la fibrillazione ventricolare e salvargli la vita. Oggi, Riccardo è uno dei pazienti seguiti dal centro e partecipa al programma “Il secondo tempo di Julian Ross”. La sua storia rappresenta il valore concreto di un percorso di prevenzione e accompagnamento, capace di coniugare sicurezza e qualità della vita.

Un’esperienza che può diventare modello

Il programma si distingue per un approccio che unisce personalizzazione, rigore clinico e attenzione agli aspetti motivazionali. Secondo i dati forniti dal centro, oltre il 60% dei pazienti coinvolti mantiene una buona aderenza al percorso proposto.

Sebbene non rappresenti un unicum a livello nazionale, l’esperienza del Centro dell’Ulss 2 si configura come una buona pratica nel panorama sanitario, capace di offrire un modello replicabile per altre realtà che intendano affrontare in modo integrato la sfida dell’attività fisica in pazienti cardiopatici, con particolare attenzione all’età evolutiva. Un’iniziativa che, con equilibrio e metodo, contribuisce concretamente a migliorare la qualità della vita di molti pazienti e delle loro famiglie.

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