Sicurezza: requisito per l’accreditamento delle RSA 

“Bene il nuovo decreto – dice la Società Italiana per la Gestione del Rischio in Sanità (SIGeRiS) – ma le competenze non si improvvisano. Attori terzi possono avere un importante ruolo nell’aumentare la sicurezza”.
sicurezza rsa
Andrea Minarini

L’accreditamento delle residenze per anziani non autosufficienti dipenderà anche dalla sicurezza: ogni RSA dovrà dotarsi di diversi requisiti di gestione del rischio che afferiranno al responsabile medico della struttura.

È questo, in sintesi, quanto emerso dalla Conferenza Stato-Regioni che, poco prima di Pasqua, ha raggiunto l’intesa sul decreto del Ministro della Salute “Criteri condivisi ed omogenei a livello nazionale per l’individuazione dei requisiti di sicurezza e qualità delle strutture pubbliche e private che erogano prestazioni residenziali e semiresidenziali per persone anziane non autosufficienti”, in attuazione dell’articolo 31, comma 7, del Decreto legislativo 15 marzo 2024, n. 29.

Il commento 

“È sicuramente un buon risultato – commenta Andrea Minarini, presidente di SIGeRiS -. Finora l’impianto normativo che collegava RSA e sicurezza affondava le sue radici nella legge Gelli-Bianco del 2017. Vincolare l’accreditamento ad una gestione rigorosa del rischio sanitario contribuirà ad aumentare la sicurezza degli ospitiNello stesso tempo, proprio le richieste specialistiche comportano molte difficoltà per le RSA”.

I nuovi requisiti prevedono, tra l’altro, misure come:

  • valutazione del rischio clinico, prevenzione e controllo delle infezioni correlate all’assistenza e degli eventi avversi;
  • un piano per la sicurezza delle cure e gestione del rischio sanitario;
  • una procedura per la gestione delle misure di primo soccorso e di emergenza all’interno della struttura;
  • un piano per la riduzione delle infezioni correlate all’assistenza;
  • un sistema per l’identificazione e la segnalazione di incidenti e accadimenti di interesse per la sicurezza.

La criticità: personale e competenze 

“La gestione del rischio – prosegue Minarini – è un ambito in forte crescita che, nell’ultimo quarto di secolo, ha visto crescere competenze multidisciplinari e strumenti specialistici. Sono elementi che non si possono improvvisare ed è mia opinione che poche, pochissime delle più di 4mila RSA in Italia li abbiano o li possano sviluppare efficacemente, per mancanza sia di risorse che di personale”.

Il ruolo degli attori terzi per la sicurezza 

“Molto meglio accettare fin da subito il fatto che le RSA vengono affiancate da professionisti della sicurezza in sanità, capaci di condividere strumenti testati e competenze radicate in anni di esperienza. Importante è il principio: la gestione del rischio non si improvvisa e può essere molto più efficiente ed efficace trovare soluzioni di provato valore, in modo da rispettare i requisiti del decreto sia formalmente che sostanzialmente, tutelando le strutture e i professionisti sanitari a norma di legge creando, nel frattempo, un vero progressoper la sicurezza degli anziani”. 

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