Qual è la vostra posizione sul SSN?
“Come Orizzonti Liberali, pensiamo che la possibilità di poter contare su servizi sanitari adeguati, a prescindere dalle proprie condizioni economiche, sia un elemento irrinunciabile del contratto sociale degli italiani e rappresenti un punto di forza per il Paese. Esso contribuisce in modo significativo alla serenità delle famiglie e dei lavoratori e conferisce maggiore capacità di lavoro ai cittadini. Si chiama servizio sanitario a copertura universale, perché offre a tutti la possibilità di accedere ai servizi, a prescindere dalle condizioni socio-economiche del soggetto.
Oggi il sistema sanitario nazionale si trova in grave crisi, perché non riesce a rispondere alla domanda di servizi da parte dei cittadini. I risultati più evidenti sono le liste d’attesa estenuanti, la frequente impossibilità di prenotare visite ed esami, talvolta urgenti, le nottate passate nei Pronto Soccorso sovraffollati, con decine di pazienti parcheggiati nelle barelle per giorni, in attesa che si liberi un posto nei reparti. Mai, come negli ultimi anni, il nostro SSN ha subito una così grave crisi di fiducia da parte dei cittadini! Ma questi sono solo i sintomi, non le cause”.
Dove nascono i problemi

“Le cause sono molteplici. C’è un problema di appropriatezza. Si stima che la domanda di prestazioni inappropriate pesi per circa il 30% del totale. C’è un problema di quantità e, talvolta, di qualità, dei servizi e di cattiva distribuzione dei servizi esistenti, che privilegiano alcuni territori e ne trascurano altri (e qui voglio segnalare la forte disomogeneità del servizio tra Regioni diverse, ma anche nell’ambito della stessa Regione). Ci sono sprechi di tempo e risorse legati a processi e procedure interne inefficienti, che limitano la produttività; capacità gestionali spesso inadeguate; cattiva allocazione delle risorse esistenti e un finanziamento oramai insufficiente”.
Il ruolo della politica
In tutto ciò i politici cosa fanno? Si limitano a lamentare le lunghe liste d’attesa: una denuncia comprensibile per i cittadini, che le liste d’attesa le subiscono, non per la politica, che deve, invece, individuare le soluzioni. L’unica soluzione sulla quale sono tutti d’accordo è aumentare la spesa, peraltro senza indicare dove intendono prendere i soldi, posto che la spesa pubblica supera già ampiamente le entrate e che il nostro debito pubblico è già tra i più alti del mondo.
Il tema del finanziamento
È vero, ci vogliono più soldi, ma, per usare una metafora, se il serbatoio è rotto non basta continuare a mettere benzina, bisogna ripararlo.
Dove intervenire
Prima proposta: rendere obbligatori e omogenei i Piani sanitari regionali e vincolanti i LEA
Esistono Regioni che non aggiornano i piani sanitari da più di 10 anni gestendo miliardi di euro ogni anno. Quale gruppo aziendale privato si permetterebbe di gestire un giro d’affari di queste dimensioni senza un piano pluriennale? Orizzonte Liberale propone di rendere obbligatorio l’aggiornamento del PSR attraverso misure sanzionatorie, ad esempio la trattenuta del 5-10% del Fondo Sanitario Regionale. La formalizzazione del PSR deve avvenire, inolte, sulla base di uno schema comune, facilmente interpretabile dagli addetti ai lavori, anche fuori dalla regione di riferimento. Questo permetterebbe al Ministero di avere una fotografia chiara del livello del servizio su tutto il territorio nazionale e di comparare le situazioni riscontrate nelle diverse aree geografiche.
Dal momento che il finanziamento è uniforme per tutte le regioni, in proporzione al numero di abitanti, nei casi di manifesta incapacità della regione di garantire ai propri cittadini le prestazioni sanitarie previste dai LEA, il ministero deve avere la potestà di intervenire direttamente nella gestione, subentrando nei poteri della regione, nella nomina dei direttori generali e nella realizzazione dei progetti di adeguamento. Si tratta di una condizione necessaria, e non sufficiente, per garantire a tutti i cittadini equità di accesso, indipendentemente dalla regione di residenza.
Seconda proposta: PDTA nazionali per aumentare appropriatezza e ridurre il problema delle liste d’attesa
Oggi il problema più evidente sono le liste d’attesa che sono l’effetto di una serie di concause, sulle quali occorre lavorare per portare il problema a soluzione.
Per armonizzare domanda e offerta è necessario lavorare su entrambi i fronti. La dimensione abnorme della domanda, in parte legata all’inappropriatezza, e l’adeguamento dell’offerta. Per migliorare la qualità della presa in carico, Orizzonti Liberali propone di adottare delle linee guida nazionali, alle quali le regioni dovranno far riferimento per elaborare dei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (PDTA) omogenei, su scala nazionale, allineati alle migliori pratiche suggerite dalle società scientifiche.
Un’ulteriore risposta può essere data dall’implementazione del DM 77 del 2022, che prevede l’istituzione delle Case di Comunità, degli ospedali di comunità e di varie altre soluzioni. La riforma dell’assistenza territoriale potrà agire positivamente, sia sulla gestione della domanda, sia sull’offerta di servizi. Come OL, condividiamo la riforma, salvo il suggerimento di alcuni accorgimenti specifici, che verranno illustrati nel nostro documento programmatico.
Terza proposta: aumentare l’orario per gli esami diagnostici
Anche sul fronte della razionalizzazione organizzativa e sull’offerta di servizi c’è molto da lavorare. Una delle nostre proposte riguarderà l’orario di attività delle apparecchiature diagnostiche, con particolare riferimento a quelle più costose (es: Risonanze magnetiche, TAC, PET e altro). Oggi lavorano poche ore al giorno. Secondo noi devono essere attive su più turni, per almeno 12-18 ore giornaliere, svolgendo un servizio sia per i pazienti ricoverati, sia per gli esterni.
Quarta proposta: centralizzare anatomia patologia e laboratori
Analogamente, occorre centralizzare i laboratori di analisi biochimiche, di analisi molecolare e di anatomia patologica, con orari prolungati, su più turni. Questo consentirebbe lo sviluppo di centri iperspecializzati che migliorano la qualità degli esami. Si otterrebbe maggiore efficienza complessiva, minore impiego di personale e di dirigenti di unità complesse. Si ridurrebbero gli spazi fisici occupati, con minori costi di ammortamento e di climatizzazione, vi sarebbe uncompleto utilizzo dei reagenti d’analisi, che una volta aperti presentano una durata utile molto breve.
Qualche altro esempio. Molte regioni sono ancora oggi legate, per l’approvvigionamento di gran parte dei servizi informatici, a proprie società in house, alle quali viene regolarmente rinnovato l’incarico, senza gara. È facile osservare che questa soluzione comporta maggiori costi e minore qualità, però è funzionale ad assicurare poltrone nei consigli di amministrazione, a favore di politici locali. È necessario dismettere queste società e mettere a gara i servizi, assicurandosi i vantaggi della competizione di mercato.
Quinta proposta: un database unico nazionale per FSE
Occorre completare il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), su database unico nazionale. È necessario che i dati clinici di un cittadino residente in Lombardia siano consultabili dai medici di qualunque altra regione dove l’assistito si trovi per motivi di lavoro, di studio, o per qualunque altra ragione, previo consenso dell’interessato. Per questo occorre garantire l’interoperabilità tra i sistemi informatici di tutte le regioni e il FSE. Per garantire tale requisito, proponiamo di introdurre la certificazione degli applicativi clinici adottabili nelle regioni.
La messa a punto del FSE, insieme all’adozione dei PDTA, allo sviluppo della telemedicina e dell’intelligenza artificiale, potrà cambiare radicalmente la fisionomia del nostro SSN, che deve tornare a essere un punto di forza per il Paese.
Il documento completo
“Queste sono solo alcune delle nostre proposte – conclude Ancona -. A breve presenteremo il nostro progetto completo. Al fine di individuare gli interventi da mettere in campo per, proseguendo nella metafora, “riparare il serbatoio della Sanità italiana”, e magari anche il motore, presenteremo un documento, preparato da un gruppo di lavoro interno a Orizzonti Liberali, con il supporto di esperti esterni che, sulla base di un’analisi condivisa, ha elaborato una serie di proposte programmatiche per rilanciare il nostro SSN, e per renderlo più efficace, più equo e sostenibile. Siamo in fase di completamento di un lavoro che ha come scopo ‘stanare’ i partiti dalla loro comfort zone, obbligandoli a confrontarsi su elementi reali e non slogan”.