“Dobbiamo essere orgogliosi del nostro apporto, se pur minore rispetto ai colossi Cina e America, alla ricerca medica, contributo che si attua nella numerosità e qualità delle pubblicazioni scientifiche e la pubblicazione sulle riviste scientifiche e nei numerosi trial clinici condotti in Italia” ha argomentato il Dott. Rizzo al convegno ospitato dal Ministero della Salute in occasione della Giornata Mondiale della Vista.
“Una gran parte degli studi clinici sono sull’Intelligenza Artificiale, una tecnologia che permette di gestire grandi quantità di dati, ossia i big data. Se pensiamo che un genoma umano ha la quantità di dati di 800 nuovi smartphone, capiamo quanto l’IA possa aiutare a gestire tutte queste informazioni.
I trials clinici oggi vengono esaminati dall’IA, attraverso l’analisi di migliaia, milioni di immagini fatta in millesimi di secondo. Ciò significa che avremo percorsi clinici e di sperimentazione che fino a ieri duravano anni, sicuramente molto più veloci, con una rapida introduzione quindi nella pratica clinica di terapie più efficaci”.
Esempi di Intelligenza Artificiale
“Google Gemini e ChatGPT sono due tipologie di IA facilmente accessibili, anche dai nostri pazienti: basta caricare un’immagine su questi software e loro sono in grado di elaborare diagnosi e progetti terapeutici. Certo, non sono da paragonare a un parere medico specialistico, ma sono esplicativi di ciò che accadrà in futuro, e noi dobbiamo accogliere queste innovazioni come un’occasione di miglioramento.
All’Università Cattolica da quest’anno abbiamo il corso di MedTech, un corso integrato tra medicina e ingegneria in cui i medici avranno una doppia laurea. Nel programma di studi, oltre a discipline prettamente mediche, avremo anche intelligenza artificiale – machine learning, informatica, meccanica, data mining: questo è il segnale della consapevolezza che abbiamo di stare formando i medici del futuro, che dovranno avere continuamente a che fare con strumenti dell’Intelligenza Artificiale”.