Malattie rare: come è cambiato il ruolo delle case farmaceutiche 

Un modello di sanità partecipativa con uno scambio continuo per migliorare gli esiti clinici mentre screening neonatali e alimenti a fini medicali migliorano la qualità di vita e le possibilità di cura
Malattie rare
Gabriele Nicolini, direttore medico di Piam Bruschettini

“Le malattie rare, con oltre 7.000 patologie identificate, pongono sfide enormi. Il principale ostacolo è la diagnosi, resa complessa dalla limitata conoscenza dei meccanismi patologici e dal basso numero di pazienti disponibili per la ricerca. Tuttavia, per alcune malattie rare, come le malattie metaboliche ereditarie, lo scenario è migliorato grazie allo screening neonatale obbligatorio introdotto negli anni ’90”. 

Per Gabriele Nicolini, direttore medico di Piam Bruschettini, “questo strumento ha rivoluzionato l’approccio clinico, consentendo di identificare precocemente patologie che, se non trattate, potrebbero compromettere gravemente la qualità della vita”.  

La diagnosi delle malattie rare è il primo passo verso la cura

Nel caso delle malattie metaboliche ereditarie, il percorso terapeutico richiede una gestione nutrizionale personalizzata. Gli alimenti a fini medici speciali giocano un ruolo chiave, supportando i pazienti con una dietoterapia che garantisce un apporto calorico adeguato, eliminando al contempo nutrienti non metabolizzabili. 

“Un approccio olistico è fondamentale per rispondere alle esigenze specifiche di ogni paziente, assicurandone il benessere a lungo termine”. 

A cambiare di conseguenza è il ruolo delle aziende farmaceutiche 

 “Non siamo più solo produttori di farmaci, ma partner strategici nel percorso di cura. La collaborazione con medici, istituzioni e altri attori della sanità è diventata un elemento essenziale.” 

Questo nuovo modello di sanità partecipativa si basa su un dialogo aperto e continuo tra le parti, che permette di condividere competenze e risorse per migliorare i risultati clinici.  

Prevede anche un investimento in comunicazione per sensibilizzare tutti gli stakeholder sull’importanza della diagnosi precoce del deterioramento cognitivo e dell’aderenza terapeutica in cardiologia.  

Facebook
X
LinkedIn
WhatsApp

ARTICOLI CORRELATI

Vedi tutti gli articoli della sezione:

Vuoi contribuire alla discussione?

Cosa ne pensi di questo tema? Quali sono le tue esperienze in materia? Come possono divenire spunto di miglioramento? Scrivi qui ed entra a far parte di Fare Sanità: una comunità libera di esperti ed esperte che mettono assieme le loro idee per portare le cure universali nel futuro.

riforma
Cerca

Compila il form per scaricare il Libro bianco

ISCRIVITI