Il linfedema è una condizione che colpisce ogni anno in Italia circa 350.000 persone, ma nonostante l’alta incidenza, la malattia risulta ancora sottodiagnosticata e scarsamente riconosciuta.
I dati ufficiali delle società scientifiche e le stime dell’INPS sollevano una grande problematicità: la carenza di diagnosi tempestive e l’assenza di strutture adeguate alla gestione del linfedema.
A fronte di questa situazione, Angelo Santoliquido, Presidente del Collegio Italiano di Flebologia, ha partecipato alla tavola rotonda di Welfair “La cura del linfedema in Italia” dove sono emerse le principali criticità che riguardano la valutazione, il trattamento e la terapia di questa patologia. Tra i temi trattati, una delle questioni centrali è la mancanza di centri dedicati al trattamento del linfedema a livello regionale e la carenza di operatori sanitari formati in linfologia, una disciplina altamente specializzata.
Le soluzioni
Secondo Santoliquido, una delle soluzioni più urgenti per garantire una cura adeguata ai pazienti è la creazione di centri regionali dedicati, simili alle Stroke Unit per l’ictus.
“Vogliamo che il trattamento del linfedema, così come quello dell’ictus, segua uno standard omogeneo a livello nazionale, superando le disuguaglianze territoriali – ha dichiarato – Il linfedema non è solo una malattia rara, ma una condizione che deve essere trattata con competenza e tempestività, indipendentemente dalla regione in cui si risiede.”
In questo contesto, una proposta fondamentale è quella di investire nella formazione specifica per i professionisti della salute. Santoliquido ha evidenziato la necessità di creare percorsi di formazione continua per fisioterapisti, medici e altri operatori sanitari, in modo da garantire una gestione omogenea e qualificata del linfedema. “Ogni operatore deve essere in grado di affrontare il linfedema con una conoscenza approfondita della disciplina, senza differenze nelle modalità di trattamento”, ha affermato.
Un altro nodo cruciale emerso durante l’incontro è la difficoltà nell’accesso ai presidi sanitari necessari per il trattamento del linfedema. Questi dispositivi, fondamentali per la gestione della malattia, sono spesso a carico del paziente, con poche eccezioni.
Tuttavia, il presidente del Collegio ha sottolineato che il linfedema, essendo una malattia rara, rientra nelle categorie che consentono l’accesso a presidi rimborsati, ma la conoscenza di questa possibilità è ancora limitata.
“È fondamentale che i pazienti abbiano accesso ai presidi in modo più semplice e senza barriere burocratiche – ha spiegato -. Anche dal punto di vista economico, la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo del linfedema possono risultare vantaggiosi per il sistema sanitario. Investire nella prevenzione e nella cura precoce significa ridurre i costi a lungo termine, evitando complicazioni e trattamenti più costosi in fasi avanzate della malattia.”
Il linfedema secondario
Un altro aspetto importante emerso durante il tavolo riguarda il linfedema secondario, che spesso si sviluppa in seguito a interventi chirurgici per tumori, come quelli al seno, alla prostata o alle ovaie. “Le donne che affrontano una mastectomia per tumore al seno, ad esempio, si preoccupano spesso più del braccio che della guarigione del seno. – ha osservato – È fondamentale che i pazienti vengano seguiti non solo per la cura del tumore, ma anche per la prevenzione e la gestione del linfedema.”
Secondo la proposta avanzata, dovrebbe essere creato un percorso di presa in carico che inizi già nel periodo post-operatorio, con un monitoraggio regolare a partire dai primi mesi successivi all’intervento. Un approccio proattivo, che preveda la fisioterapia e altre misure preventive, potrebbe prevenire le complicanze e migliorare significativamente la qualità della vita del paziente, riducendo anche l’impatto psicologico.
Il linfedema è una patologia che richiede una risposta coordinata e strutturata a livello nazionale. La standardizzazione dei trattamenti, la creazione di centri di cura regionali e la formazione continua dei professionisti sono gli strumenti necessari per affrontare questa malattia in maniera adeguata.
Investire nella cura del linfedema non solo migliora la qualità della vita dei pazienti, ma rappresenta anche un risparmio significativo per il Sistema Sanitario Nazionale, prevenendo le complicazioni e riducendo i costi a lungo termine. L’approccio tempestivo e integrato alla gestione del linfedema è, dunque, una necessità non solo sanitaria, ma anche economica, per garantire un’assistenza di qualità a tutti i cittadini.