La prevenzione come punto di partenza nella cura delle malattie oculari, grazie all’utilizzo delle moderne tecnologie. Un vero e proprio cambio di paradigma nell’approccio alla salute visiva, dunque, quello che emerge dalla pubblicazione del primo Consensus Paper di policy sanitaria per le patologie oculari. Un’iniziativa, questa, nata a valle degli Stati Generali delle Malattie Oculari, e promossa dall’Intergruppo Parlamentare per la Prevenzione e la Cura delle Malattie degli Occhi e forte della collaborazione della Fondazione Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, la Società Italiana delle Scienze Oftamologiche, l’Associazione Italiana Medici Oculistici.
Prevenzione oculistica
Un cambiamento che si rende necessario, frutto di uno scenario demografico in rapido mutamento e di un bisogno crescente di presa in carico continuativa ed equa. In tale contesto, infatti, “l’oculistica è un ambito troppo spesso sottovalutato – ha dichiarato il senatore Giovanni Satta, membro della 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) e della 4ª Commissione permanente (Politiche dell’Unione europea) -. La precedenza nei finanziamenti viene accordata a prestazioni salva-vita e quelle oculistiche raramente lo sono.
C’è, però, una mancanza di lungimiranza in queste decisioni. Le malattie che minacciano la vista, infatti, comportano costi sociali e personali altissimi, sia diretti – come il sostegno di invalidità e la perdita di autonomia – sia indiretti – per il mancato guadagno e la riduzione delle possibilità di lavoro delle persone affette. A fronte di questo – sottolinea Satta – gli investimenti necessari per la prevenzione di cecità e ipovisione sono relativamente circoscritti, soprattutto se paragonati ai risparmi che sono in grado di garantire”.
Servono, dunque, risposte nuove, concrete e alla portata di tutti. Le malattie oculari croniche che causano cecità, infatti, colpiscono milioni di italiani: la prevenzione e la cura del paziente non può essere un lusso. “È un diritto che va garantito attraverso il Servizio Sanitario Nazionale – prosegue Satta –. Abbiamo il dovere di investire sulla prevenzione come strumento di equità: una visita oculistica fatta per tempo può evitare ipovisione e cecità”
Il ruolo delle nuove tecnologie
In tale ottica, un ruolo fondamentale, sia in ottica di prevenzione che di diagnosi ed efficienza delle cure, lo rivestono le strumentazioni tecnologiche. Tra queste, le dotazioni di telemedicina, che possono migliorare la partecipazione agli screening e l’accesso alle diagnosi, superando problematiche logistiche, in particolare per quanto riguarda la popolazione che vive nelle aree marginali.
“Altre tecnologie – prosegue Satta – giocheranno un ruolo importante nel potenziare la chirurgia ambulatoriale, nel fare da snodo nel trasferimento dall’ospedale al territorio, nel rendere più efficace la formazione di nuove generazioni di oculisti e nel fornire strumenti all’avanguardia alle strutture specialistiche, non ultimi i software AI. Ognuno di questi passaggi, però, è e sarà subordinato ad una visione organizzativa capace di declinare i punti di forza delle tecnologie sui bisogni ele fragilità dell’utenza e le competenze degli operatori. Per questo, ogni innovazione digitale sarà, prima di tutto, un’innovazione manageriale costruita attorno alle persone”.
Il messaggio
“Se non interveniamo oggi – prosegue il senatore – tra dieci anni il numero dei disabili visivi potrebbe raddoppiare. Questo Consensus Paper rappresenta un punto di partenza per un’alleanza strategica che coinvolga istituzioni, scienza e cittadini”.
Dalla proposta al cambiamento effettivo: il traguardo normativo
Il DdL 483, del quale il Senatore Satta è relatore, è attualmente all’esame della X Commissione del Senato ed accoglie e trasforma in proposta di legge il bisogno di cambiamento. “Mira, per esempio, ad introdurre standard minimi di diagnosi e cura, la creazione di un registro nazionale delle patologie oculari, il sostegno all’adozione di terapie avanzate e il potenziamento della telemedicina e della chirurgia ambulatoriale. È un traguardo ambizioso – conclude – perché richiede il reperimento di coperture finanziarie in un periodo di ristrettezze che le recenti e continue tensioni internazionali hanno ulteriormente acuito. Ma il mio impegno continuerà per reperirle”.