Incontinenza: diffusa e sommersa. “Rompere il muro del pudore”

Interessa, con diverse cause e intensità, 5 milioni di italiani. Un problema sociale e invalidante. “Non è una condizione immutabile solo perché legata alla vecchiaia, ma un fenomeno da affrontare e trattare” dice l’On. Paolo Ciani, firmatario del DdL in materia.
incontinenza
Paolo Ciani

“Se ne parla molto poco ma l’incontinenza è un problema diffuso nella società italiana e lo sarà sempre più con l’aumento dell’età media. La correlazione con la vecchiaia, però, non deve trarre in inganno – sottolinea l’On. Paolo Ciani -. Il fatto che una condizione si manifesti con l’età non significa che sia immutabile. Grazie ai progressi della scienza medica i problemi che diventano più frequenti con l’invecchiamento – penso anche alle degenerazioni cognitive – vanno trattati per quello che sono: malattie che possono e devono essere contrastate e rallentate con la cura e la prevenzione”. Con questa intenzione il deputato ha presentato il Disegno di Legge ‘Disposizioni in favore delle persone affette da incontinenza urinaria, fecale e stomale”.

Incontinenza: chi ne soffre 

“La stima è di 5 milioni di italiani e potrebbe essere una stima conservativa dato lo stigma e il pudore che sente chi ne è affetto. Lo spettro delle persone interessate è molto ampio: si va dagli anziani alle puerpere fino ai pazienti che escono da importanti interventi chirurgici e anche il livello dell’incontinenza varia molto. Si passa dal una parziale incontinenza urinaria – la più frequente – a quella fecale, molto più seria, e all’utilizzo di sacchetti in seguito a stomia intestinale (un intervento chirurgico, in seguito, per esempio, a tumore, in cui una parte dell’intestino viene connesso alla parete dell’addome per permettere al contenuto fecale di fuoriuscire attraverso una via alternativa a quella naturale)”.

In particolare per l’incontinenza urinaria, la diffusione del fenomeno è testimoniata dalla sovrabbondanza dell’offerta commerciale dedicata a presidi come pannolini e slip assorbenti”.

Di che cosa hanno bisogno le persone che soffrono di incontinenza?

“Prima di tutto, di informazione. Bisogna rompere il muro del pudore su questo argomento e affrontarlo in maniera esplicita. È un problema diffuso e, in misura diversa a seconda del tipo e della gravità della condizione, invalidante. Ma è, anche, un problema che si può affrontare, prevenendolo o riducendolo. Di particolare importanza in quest’ottica, sono gli interventi pratici da mettere in campo nelle Regioni”.

Cosa devono fare i Servizi sanitari regionali?

“Aumentare la distribuzione dei presidi. Guardando le quantità esigue che vengono erogate, è chiaro che la maggior parte della spesa è affrontata dagli assistiti. Le Regioni, per ragioni burocratiche, tendono, inoltre, a standardizzare le forniture, quando, in realtà, la risposta dovrebbe essere la personalizzazione. Penso, in particolare, alle ferite stomali che si modificano in intervalli brevi, costringendo pazienti che hanno subito gravi interventi a ripercorre più volte lo stesso iter burocratico”. 

Capisco le esigenze amministrative, ma questa è una istanza nella quale la burocrazia deve piegarsi alle esigenze delle persone”.

“Altro tema importante è quello della prevenzione: l’informazione deve convogliare verso visite e screeningurologici previsti dai Ssr che possano prevenire o arginare il progresso dell’incontinenza”. 

Cosa prevede il DdL a sua firma

“La legge disciplina le tipologie, i criteri e le modalità degli interventi in favore dei soggetti affetti da incontinenza urinaria, fecale e stomale, assicurando loro il diritto alla salute. È prevista, per le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, una rete regionale di centri specializzati per la gestione dell’incontinenza, con il coinvolgimento di società scientifiche e associazioni di pazienti e familiari. Gli obiettivi principali sono garantire assistenza adeguata e gratuita con dispositivi medici, monitorare i livelli essenziali di assistenza, fornire supporto nelle scuole per i bambini con necessità di cateterismo o cambio di prodotti assorbenti, e sviluppare un approccio multidisciplinare. Inoltre, si promuovono campagne di sensibilizzazione, una corretta informazione sui dispositivi e la realizzazione di più bagni pubblici, al fine di migliorare la qualità della vita dei soggetti affetti da incontinenza”.

Facebook
X
LinkedIn
WhatsApp
BANNER ADV RETTANGOLARE

ARTICOLI CORRELATI

Vedi tutti gli articoli della sezione:

Vuoi contribuire alla discussione?

Cosa ne pensi di questo tema? Quali sono le tue esperienze in materia? Come possono divenire spunto di miglioramento? Scrivi qui ed entra a far parte di FARESANiTÀ: una comunità libera di esperti ed esperte che mettono assieme le loro idee per portare le cure universali nel futuro.

riforma
Cerca

Compila il form per scaricare il Libro bianco

ISCRIVITI