Il pediatra del futuro: una formazione trasversale e traslazionale

4500 i giovani medici in formazione. "Il pediatra del futuro deve vedere il bambino nella sua completezza, dalla nascita all'adolescenza; la sua formazione deve essere adeguata alle nuove tecnologie” dice Gianluigi Marseglia
pediatra del futuro
Gianluigi Marseglia, Professore di Pediatria dell’Università di Pavia

Il pediatra è il medico che accompagna il bambino nel corso della crescita fino alla sua maturità. Si tratta di un percorso lungo e in continua evoluzione, che il professionista deve essere in grado di gestire e controllare al meglio che può.

Questo vuol dire per il pediatra saper affrontare la crescita del bambino non solo in peso e in altezza, ma anche in problematiche sanitarie e relazionali. Il suo ruolo in questo è determinante perché lo svolge accanto alla famiglia del bambino.

Per farlo, è necessaria una formazione costante che sia al passo con le nuove tecnologie.

Il pediatra del futuro è il pediatra che si formerà all’interno delle nostre scuole”. A parlare è Gianluigi Marseglia, Professore di Pediatria dell’Università di Pavia e Direttore della Clinica Pediatrica di Pavia.

“Alla tavola rotonda di Welfair, fiera del fare Sanità a Fiera di Roma hanno partecipato direttori di scuole di specializzazione come anche pediatri di famiglia, perché la formazione dei nuovi pediatri deve essere trasversale e traslazionale. L’impegno per formarli deve essere comune”.

“Ci vuole un nuovo modello per formare i 4500 giovani medici in formazione” spiega il professore. “Il pediatra è il medico della crescita, segue dagli 0 ai 18 anni. Alle competenze cliniche devono aggiungersi empatia, capacità di capire le emozioni ma anche di gestire disinvoltura la tecnologia”. 

Il pediatra del futuro non sarà, quindi, un pediatra tecnologico. Sarà un pediatra che è in grado di gestire la tecnologia per applicarla al meglio per la gestione dei bambini e delle loro famiglie.

E c’è bisogno di una formazione adatta che tenga conto delle nuove tecnologie.

“Noi oggi ci prefissiamo non solo di condividere queste problematiche, ma di costruire un modello organizzativo e innovativo per fare una proposta operativa al Ministero, sia dell’Università sia della Salute. Chiediamo una riprogrammazione del ciclo di formazione all’interno delle scuole di specializzazione in pediatria, che dura 5 anni. Un modello che tenga presente e tenga conto di tutto quello che oggi la tecnologia mette a frutto per il miglioramento della gestione dei bambini e delle loro famiglie”.

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