“Bisogna ripensare la sanità; l’aumento dei diritti e dell’aspettativa di vita ha bisogno di risorse. La sanità integrativa può portarne di nuove. La tecnologia può portare le cure a casa delle persone”.
“Il problema del sistema di tutelare le cure universali è legato al sottofinanziamento rispetto ai Paesi europei, ma anche alla necessità di una revisione della pianificazione sanitaria. È giunto il momento di ridefinire i principi generali del SSN”.
Così il Professor Elio Borgonovi, presidente del Cergas Bocconi e professore emerito dell’università milanese. Tra i massimi esperti di pianificazione sanitaria, da anni Borgonovi porta avanti un ragionamento di sostenibilità e rinnovo del SSN incentrato sull’intuizione che, per portare le cure universali nel futuro, sia necessario accettare cambiamenti sia nell’aspettativa delle persone che nei metodi di finanziamento.
“Universalità, Solidarietà ed Equità – riprende il professore – vanno ripensate alla luce delle nuove tecnologie, dell’invecchiamento demografico e della possibilità di portare i servizi verso i cittadini invece che portare i cittadini verso le strutture”.
SSN: il problema dell’aspettativa
“Sicuramente, oggi, ci troviamo di fronte all’aumento delle aspettative che crea, paradossalmente un problema. Il progresso della scienza non deve convincerci che la buona salute sia scontata: sarà sempre qualcosa da difendere. L’aumento dei diritti e l’aumento dell’aspettativa di vita sono conquiste bellissime, ma alle quali bisogna contribuire. È una questione di auto-responsabilizzazione”.
La sanità del futuro: un sistema a più pilastri
“Ormai tutti i sistemi, economici, educativi, formativi e così via devono avere più pilastri. Il primo è il pilastro del finanziamento pubblico e della solidarietà generale, che è quella del finanziamento del servizio sanitario. Ma c’è anche il pilastro della solidarietà volontaria dei vari fondi interprofessionali e delle le casse aziendali. Questo secondo pilastro da un lato consente di raccogliere più risorse e, dall’altro, può adeguare i servizi alle specificità delle persone che aderiscono a questi fondi”.
Sanità integrativa ed equità
“In Italia il 20% della spesa per la salute è il cosiddetto out-of-pocket. Questo penalizza molto le persone fragili ed economicamente meno abbienti. Esiste un paradosso di un sistema che aumenta le garanzie formali ma stenta, poi, ad erogare i livelli di assistenza e servizi promessi. Bisogna ridurre questo gap.”
Pianificazione e governance: cosa deve cambiare
“Programmazione significa coinvolgere anche i privati for profit e non profit, tutta la catena della salute, delle lifescience, le aziende farmaceutiche e le aziende di device nello sforzo comune di generare maggiore valore, che significa migliore qualità di vita in buona salute ai pazienti. Se tutti sono impegnati nel realizzare questo obiettivo, probabilmente – e anzi è la mia speranza – si riescono anche a recuperare sacche di inefficienza, che oggi comunque appesantiscono il sistema”.