“Attenti, perciò, ai principi e alle visioni manichee”, dice Elio Borgonovi, “perché, ci piaccia o meno, non hanno il potere di cambiare la realtà. La tutela della salute sarà necessariamente un sistema misto pubblico-privato. Ma, se baseremo la sanità sulla fattibilità e i bisogni effettivi, potrà rimanere equa, solidale e universale. Per questo serve creare consenso: l’inazione politica danneggerà i più deboli”.
“Scrive il Cardinal Ravasi che i princìpi sono come i bastoni: se li usiamo bene ci aiutano camminare sulla retta via, se ci appoggiamo troppo, invece di sostenerci, rischiano di piegarsi fino a spezzarsi”.
Questo è lo scenario che si trova ad affrontare il Servizio Nazionale di Tutela della Salute, il nome con il quale, secondo il professore Elio Borgonovi, sarebbe più corretto riferirsi al SSN.
Il problema della relazione tra equità, aspettative e risorse
“Se io prometto 80 e posso garantire 80, allora permetto all’intero arco dei portatori di interesse di fare affidamento su quello che offro. Ma se io prometto per legge 120 ed offro 80 allora, necessariamente, creo un’ingiustizia, perché a soffrire della mancanza saranno le categorie più deboli: economicamente, per educazione, per dislocazione geografica”.
Lo stesso dicasi del SSN nato da una riforma che, 40 anni fa, non poteva prevedere le sfide di risorse demografiche, di cronicità che la Sanità affronta oggi.
“L’elemento centrale deve essere l’esercizio di fattibilità. Il Servizio nazionale può essere ancora universale, solidale ed equo ma, a differenza del 1978, dovrà prevedere la fattibilità. Nei LEA dovranno figurare quei servizi che dovranno essere effettivamente erogati”.
Una riforma sistemica per una crisi sistemica
Quella offerta dal professore è una risposta più strutturale alla crisi della sanità rispetto ad altre che si focalizzano ora su una, ora su un’altra delle criticità. “In molti si soffermano sui singoli problemi ma io credo che stia crescendo la sensibilità per affrontare in maniera più globale le radici dei problemi.
I sintomi di profondo malessere sono noti: gli sprechi delle prestazioni e il fatto che molte delle prescrizioni non possano essere più soddisfatte – per rinuncia, per indisponibilità economica, per lunghezza delle liste di attesa; il fenomeno della migrazione sanitaria; la crisi dei servizi di PS ed Emergenza urgenza; i forti limiti della presa in carico; i problemi di organico; le difficoltà di integrare in maniera coerente le tecnologie e molte altre”.
Si tratta di una crisi sistemica e ciò di cui abbiamo bisogno è una nuova riforma del SSN, anche se il prof. Borgonovi preferisce riferirvisi come ad un “tagliando approfondito”.
“So che molte persone, molto degne, si ribellano all’idea di dover trovare una forma di relazione tra princìpi e realtà. Ma la rigidità rischia di accelerare la fine del Servizio Nazionale invece che preservarlo. Valga un esempio eccezionale eppure calzante. La Regione Puglia ha varato, qualche anno fa, una legge che prevedeva la decadenza automatica ed immediata dei Direttori Generali che avessero superato il tetto di spesa per i farmaci. Oggi, grazie a limiti di finanziamento e al recupero delle prestazioni perse durante il COVID, tutte le Asl eccetto una hanno sforato quei tetti, nonostante la spesa per prestazione sia generalmente diminuita e le prestazioni si siano allargate.
Qualcuno ha proposto di aggirare l’impasse facendo ruotare i DG ma anche questo non si può fare perché, essendo decaduti, vengono automaticamente cancellati dalle liste dei DG eleggibili. Come riusciranno a risolvere questo grattacapo non lo so, ma rimane un esempio calzante del pericolo dei princìpi troppo rigidi”.
Non ci sono per una riforma onnicomprensiva, però…
“Nel periodo della DC e del PCI c’era più spazio per il bianco o il nero. Oggi predominano i grigi. Ma esistono ampi margini di cambiamento. La sanità del futuro, come ovunque nel mondo, sarà un sistema misto, ma abbiamo ancora tempo per una riforma che permetta di preservare equità, solidarietà e universalità delle cure e di regolare in maniera equilibrata il rapporto pubblico-privato, con il pubblico che non deve ostacolare il privato (ricordiamo la polemica sull’intramoenia) e il privato che non deve approfittarsi del pubblico. Una riforma che sarà fatta tutelando i più deboli dalle conseguenze, molto più gravi dell’inazione, e che, lentamente ma inesorabilmente, ridurrà la capacità del servizio nazionale di tutelare la salute”.
Per saperne di più
Elio Borgonovi è Presidente di CeRGAS e Professore Emerito Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche, Università Bocconi.
Martedì 5 novembre 2024, dalle 14:00 alle 16:00 a Welfair, fiera del fare Sanità Fiera di Roma Elio Borgonovi coordinerà il tavolo:
RIPENSARE PER RILANCIARE IL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE
Con la partecipazione di:
- Giovanni Monchiero, Professore ordinario Università di Torino
- Rosaria Russo Valentini, Avvocato
- Paola Adinolfi, Professore Ordinario. Dipartimento di Scienze Aziendali – Management & Innovation
- Chiara Serpieri, Direttrice della ASl Verbano Cusio Ossola
- Roberto Perilli, Unità Operativa Semplice Oculistica Territoriale ASL Pescara
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Il 5-6-7 novembre 2024 questo e molti altri temi importanti per il futuro della sanità saranno al centro di Welfair, la fiera del fare sanità a Fiera di Roma che riunisce gli esperti e le esperte di governance dell’intera filiera sanitaria. www.romawelfair.it/il-programma-2024/