Consulenza infettivologica integrata: il modello Spallanzani/San Camillo   

Presentato il nuovo modello di attività di consulenza infettivologica nato dalla convenzione tra l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS e l’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini che mette al centro la collaborazione e le competenze specialistiche dei due istituti.
consulenza infettivologica integrata

Un nuovo modello di sanità pubblica integrata 

Un cambiamento nelle pratiche cliniche ospedaliere prende forma all’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini, grazie alla collaborazione con l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS. È stato presentato il nuovo modello di attività di consulenza infettivologica integrata, al centro di un piano strutturato di stewardship antimicrobica, volto a rafforzare le azioni di contrasto alle infezioni correlate all’assistenza e allo sviluppo di antimicrobico resistenza e valorizzare l’integrazione tra infettivologia, microbiologia clinica e farmacia ospedaliera. 

La figura dell’infettivologo al centro del processo di cura 

Il nuovo modello prevede che lo specialista infettivologo dello Spallanzani entri a far parte stabilmente del team multidisciplinare dell’Ospedale San Camillo. Il suo compito: guidare la diagnosi e la terapia dei pazienti affetti da infezioni complesse, integrandosi con i reparti e collaborando strettamente con microbiologia clinica e farmacia ospedaliera. 

Un’alleanza strategica per il futuro della sanità 

L’iniziativa punta a rafforzare l’intero sistema sanitario, in un momento cruciale per la lotta alla diffusione delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) e all’antibiotico-resistenza (AMR). 

“Questo percorso non è solo una risposta all’esigenza di ridurre le infezioni ospedaliere o limitare il consumo di antibiotici – ha affermato Angelo Aliquò, Direttore Generale del San Camillo – ma rappresenta un’azione più profonda e strutturale. Difendiamo, attraverso questi interventi, le fondamenta stesse del nostro sistema sanitario nazionale”. 

Stewardship antimicrobica: una visione sistemica 

L’approccio è quello della stewardship antimicrobica efficace, un modello che promuove l’uso razionale degli antibiotici e la cooperazione tra diverse competenze sanitarie. 

“Oggi la vera sfida – ha proseguito Aliquò – è mantenere viva la capacità del servizio pubblico di prendersi cura delle persone, proteggendolo da ciò che lo mina dall’interno, come l’antibiotico-resistenza e la diffusione incontrollata delle infezioni. La prevenzione resta centrale, ma va accompagnata da un’azione sistemica e organizzativa che cambia il modo stesso in cui collaborano le strutture pubbliche”. 

“Non stiamo rinnovando, ma costruendo da zero” 

Durante l’evento di presentazione, tenutosi nell’Aula Magna del San Camillo, anche la Direttrice Generale dello Spallanzani, Cristina Matranga, ha ribadito l’importanza della collaborazione istituzionale. “Questo progetto segna un vero cambio di paradigma. Non stiamo semplicemente rinnovando un modello precedente, ma ne costruiamo uno completamente nuovo, fondato su una stewardship antimicrobica effettiva. È un passo concreto verso una collaborazione scientifica e clinica strutturata, che affronta una delle sfide cruciali del nostro tempo”. 

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