Un nuovo corso per le ICA: unire la prevenzione organizzativa a quella clinica. Soprattutto per le RSA

Le infezioni correlate all’assistenza pesano ormai quasi per il 30% delle richieste di risarcimento in sanità: un impatto grave per la sostenibilità e la sicurezza delle cure.
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Per Andrea Minarini è fondamentale creare buone pratiche clinico assistenziali e formazione per far crescere il livello della prevenzione e “anticipare le sentenze invece che inseguirle”.

Ogni anno le infezioni correlate all’assistenza (ICA) provocano in Europa 16 milioni di giornate aggiuntive di degenza, 37.000 decessi nei quali l’infezione rappresenta la causa primaria e 110.000 nei quali è una concausa. I soli costi diretti sono stimati in 7 miliardi di euro. Per la prima volta dall’introduzione degli antibiotici il numero di morti per infezione è in crescita nel mondo industrializzato

“È un problema mondiale, ma in Italia la situazione è particolarmente grave con circa un terzo delle richieste di risarcimento in sanità imputabili alle ICA, con un costo medio di 70-90mila euro a risarcimento” spiega Andrea Minarini, presidente di Società Scientifica per la Gestione del Rischio in Sanità (SIGeRIS). 

“Nel nostro Paese, infatti, la percezione del rischio da parte degli operatori è stata tradizionalmente scarsa e le iniziative ‘dall’alto’ generalmente poco seguite, con il risultato che la prevenzione è stata trascurata. A questo si aggiunga una cattiva gestione dell’antibiotico resistenza, un’alta presenza di batteri resistenti e una popolazione di pazienti, divisi tra RSA e ospedali, sempre più anziana, fragile e particolarmente vulnerabile alle infezioni”. 

Si può recuperare il terreno perso sulle infezioni in Italia? 

“In realtà sì, e lo si sta già facendo sotto la spinta di un rinnovato interesse per l’argomento, catalizzato in non piccola parte dalla sentenza 6386/2023 del 3 marzo 2023, della Sezione III della Corte di Cassazione (Presidente Travaglino, Relatore Rubino)”. 

Cosa cambia la sentenza della Cassazione sulle ICA e cosa rimane da fare? 

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Andrea Minarini

“Di fatto ribadisce un concetto già espresso: che, cito verbatim ‘con riferimento specifico alle infezioni nosocomiali, spetterà alla struttura provare: 1) di aver adottato tutte le cautele prescritte dalle vigenti normative e dalle leges artis, al fine di prevenire l’insorgenza di patologie infettive; 2) di dimostrare di aver applicato i protocolli di prevenzione delle infezioni nel caso specifico’ (Cass. sez. III, 23/02/2021, n.4864) 

A livello pratico la Corte identifica diversi criteri (temporale, topografico e clinico) e non meno di 13 oneri probatori gravanti sulla struttura sanitaria per attestare che le misure di prevenzione siano state rispettate: oneri che vanno dalla qualità dell’aria al rapporto numerico degenti-personali; oneri difficili da rispettare nella realtà in qualsiasi momento e che è quasi impossibile dimostrare in tribunale di aver rispettato.  

Per questo il mondo sanitario dovrebbe sviluppare le proprie check-list e, lo dico senza polemica, prevenire le sentenze invece che rincorrerle.”

Ci sono buone pratiche in tal senso? Quali interventi sono importanti, oggi, sul fronte ICA? 

“Diverse società scientifiche sotto impulso del Istituto Superiore di Sanità stanno lavorando in tal senso e anche l’Associazione Nazionale Medici delle Direzioni Ospedaliere (ANMDO) sta lavorando ad una propria check-list. Sul fronte degli interventi per la prevenzione delle ICA penso che sia molto importante il coordinamento ospedale-RSA territoriali. La sensibilità sta crescendo e ci sono diversi protocolli già in funzione – come il tamponare di prassi i pazienti che arrivano in ospedale dalle residenze. Le RSA, inoltre, hanno ottime competenze infermieristiche e si segnalano diversi esempi di cartelle informatizzate  e percorsi di prevenzione all’avanguardia.

La situazione non è, però, omogenea e, se la consapevolezza è molto più diffusa rispetto a qualche anno fa, serve ancora un grande e capillare lavoro di formazione per fornire gli strumenti e innalzare il ‘livello medio’ della gestione del rischio.  Siccome in questo ambito non esiste una cornice normativa forte, diventano particolarmente importanti le buone pratiche. Tra questi permettetemi di citare Phoenix 5.0, il sistema di gestione del rischio sviluppato da SIGeRIS che dedica un capitolo approfondito alla prevenzione delle ICA nelle RSA. Di questo parleremo anche a Welfair, la fiera del fare sanità alla fiera di Roma, dove cercheremo di costruire, innanzitutto, le basi di un linguaggio comune che permetta di unire la gestione del rischio clinico e del rischio organizzativo-gestionale”. 

Per saperne di più  

Andrea Minarini è Presidente di SIGeRIS, Società Scientifica per la Gestione del Rischio in Sanità, Componente Nucleo Regionale Emilia-Romagna Valutazione sinistri. Specialista in Medicina Interna e in Medicina Legale e Gastroenterologia, Risk Manager, Direttore Struttura complessa di Medicina Legale e Risk Management Azienda Usl Bologna, Responsabile Team Risk Management FIASO, Membro Faculty GIMBE (Gruppo Italiano Medicina Basata sulla Evidenza). 

Mercoledì 6 novembre 2024, dalle 16:30 alle 18:30 a Welfair, fiera del fare Sanità Fiera di Roma Andrea Minarini parteciperà al tavolo: 

IL PUNTO SUL FRONTE ICA IN ITALIA 

Con la partecipazione di: 

  • Maurizio Di Mauro,  Direttore Sanitario, Istituto Nazionale Tumori IRCCS, Fondazione Pascale, Napoli 
  • Nicola Petrosillo, Responsabile Servizio Prevenzione e Controllo Infezioni, Fondazione Policlinico Universitario, Campus Bio-medico   
  • Giuseppe Vetrugno, Risk Manager Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” UCSC – IRCCS 
  • Patrizia Laurenti, Professore Associato di Igiene Sezione di Igiene Istituto di Sanità Pubblica 
  • Sebastiano Capurso, Presidente ANASTE  

Vuoi contribuire alla discussione? 

Cosa ne pensi di questo tema? Quali sono le tue esperienze in materia? Come possono divenire spunto di miglioramento? Scrivi qui ed entra a far parte di Fare Sanità: una comunità libera di esperti ed esperte che mettono assieme le loro idee per portare le cure universali nel futuro.   

Il 5-6-7 novembre 2024 questo e molti altri temi importanti per il futuro della sanità saranno al centro di Welfair, la fiera del fare sanità a Fiera di Roma che riunisce gli esperti e le esperte di governance dell’intera filiera sanitaria. www.romawelfair.it/il-programma-2024/ 

N.d.R. nella stesura di questo articolo abbiamo consultato, in particolare, l’articolo Cassazione su infezioni ospedaliere: cambia tutto? di Franco Marozzi pubblicato sul sito della Società Italiana di Medicina Legale e della Assicurazioni.

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di Sara Claro

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