In un panorama sanitario in continua evoluzione, la gestione del rischio clinico emerge come una priorità imprescindibile per garantire cure sicure e di qualità. Francesco Venneri, Clinical Risk Manager presso USL Toscana Centro, evidenzia l’importanza di un approccio integrato e trasversale, capace di coinvolgere l’intero sistema sanitario, dai professionisti di prima linea ai livelli dirigenziali.
“La prevenzione degli eventi avversi e la gestione delle criticità non possono essere circoscritte a singoli reparti o settori. Occorre una visione olistica e strategica, che contempli sia l’analisi proattiva dei rischi, sia la capacità di risposta rapida e coordinata agli incidenti,” afferma Venneri.
Il ruolo del risk manager, quindi, non può essere isolato, ma va inserito in team multidisciplinari, pronti a intervenire con competenze integrate e una visione condivisa. “Non è sufficiente una formazione di base: è necessario investire in una formazione continua e specializzata nel risk management” aggiunge.
La legge Gelli-Bianco (Legge 24/2017) ha segnato un punto di svolta nella sicurezza delle cure, tracciando le linee guida per una gestione più strutturata della responsabilità professionale.
Tuttavia, Venneri sottolinea come la sfida sia, oggi, quella di un’evoluzione rapida, specialmente in risposta alle nuove tecnologie.
La normativa ha creato una base solida, ma il risk management deve adattarsi all’innovazione tecnologica in atto. L’espansione della digitalizzazione, l’uso di intelligenza artificiale e machine learning, insieme alla diffusione della cartella clinica unica, richiedono nuovi criteri di sicurezza e una capacità avanzata di valutazione e controllo dei rischi emergenti.
Un esempio virtuoso è rappresentato dalla Regione Toscana, che si prepara a introdurre la cartella clinica unica in tutti gli ospedali del sistema sanitario regionale. “Questo progetto offre un’opportunità unica per migliorare la continuità delle cure, ma comporta anche sfide significative,” commenta Venneri. “Un sistema sanitario che punta all’innovazione deve essere pronto a gestire i rischi derivanti dall’informatizzazione, sviluppando competenze e strategie di prevenzione.”
Per Venneri, il futuro della gestione del rischio clinico si basa sulla costruzione di sistemi solidi e inclusivi, dove fare la cosa giusta diventi semplice e commettere errori sia sempre più difficile. Un approccio che non solo tutela i pazienti, ma protegge anche gli operatori sanitari, spesso le “seconde vittime” degli eventi avversi. La sicurezza delle cure, quindi, non è solo un requisito normativo, ma un impegno collettivo verso una sanità più sicura e responsabile.