Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera che sono in corso i lavori per arrivare a una proposta di riforma condivisa dello status giuridico dei medici di famiglia. Rocca ha spiegato che è stato avviato un lavoro informale per arrivare a un testo da discutere in sede di Conferenza delle Regioni. Al momento, il lavoro è ancora a livello di bozza grezza, ma la volontà comune delle venti Regioni è quella di accelerare i tempi di una riforma che considerano ineludibile.
L’ipotesi in discussione prevede il passaggio dei medici di famiglia da liberi professionisti a dipendenti, con un modello simile a quello degli ospedalieri. Rocca ha sottolineato che, come capo di una Regione, desidera poter decidere dove e per quante ore i medici di famiglia devono prestare servizio, considerando che è il sistema pubblico che finanzia il loro compenso in base al servizio prestato.
Pronto Soccorso affollati: il ruolo dei medici di famiglia
Un’altra questione centrale riguarda l’affollamento dei pronto soccorso, spesso causato dalla difficoltà di accesso alle cure di base. Rocca ha spiegato che, sebbene ci siano molti professionisti diligenti, i cittadini segnalano difficoltà nel trovare lo studio aperto o nel ricevere le prescrizioni per i farmaci. Ha anche aggiunto che la situazione peggiora nel fine settimana, quando al Pronto Soccorso si verifica una ressa, con persone che non hanno trovato alternative sul territorio.
Sostituzioni e vincoli normativi
Un altro punto critico riguarda la sostituzione dei medici di famiglia nelle aree meno attrattive. Rocca ha espresso frustrazione per le difficoltà legate alle regole attuali, sottolineando che se un quartiere della periferia romana resta sguarnito del medico andato in pensione, vorrebbe poter disporre immediatamente la sostituzione, poiché il cittadino pretende risposte.
Il Presidente della Regione Lazio ha anche criticato l’attuale sistema di convenzione nazionale, spiegando che quell’accordo dovrebbe essere declinato sul territorio dalle Regioni, ma ci si trova spesso a dover contrattare ogni singolo aspetto.
Il nodo privatizzazione
Quanto alla proposta di legge avanzata da Forza Italia sul tema, volta a rafforzare i servizi territoriali e a ridefinire il ruolo del medico di famiglia attraverso un modello organizzativo basato sul lavoro di équipe e sull’integrazione dipartimentale tra ospedale e territorio, Rocca si è detto aperto al confronto, precisando però di doverla leggere prima di esprimersi. Ha inoltre sottolineato che la piena disponibilità oraria rappresenta un aspetto non negoziabile, mentre su altri elementi è possibile discutere.
La discussione sulla riforma del ruolo dei medici di famiglia si preannuncia quindi serrata, con le Regioni intenzionate a spingere per un cambio di modello che potrebbe ridisegnare profondamente l’assistenza territoriale in Italia.