I miei dubbi sull’autonomia differenziata in Sanità

L’autonomia differenziata è inapplicabile per sentenza della Corte Costituzionale, e il referendum per abrogarla non si farà. La legge è perciò in bilico, ma ancora nell'agenda di Governo. L’analisi di Giovanni Mandoliti, Direttore Emerito del Dipartimento di Oncologia Clinica dell’Azienda ULSS 5 “Polesana”e Membro della Segreteria Nazionale del S.N.R.
autonomia differenziata
Giovanni Mandoliti, Direttore Emerito del Dipartimento di Oncologia Clinica dell’Azienda ULSS 5 “Polesana”

L’autonomia differenziata, se applicata al sistema sanitario, potrebbe accentuare alcuni problemi e criticità già esistenti. Ad esempio, le disparità regionali potrebbero aumentare notevolmente. Le regioni con maggiore autonomia potrebbero investire in modo differenziato nelle strutture sanitarie, creando una netta divisione nell’accesso ai servizi.  

Mentre le Regioni più ricche potrebbero permettersi di offrire cure di alta qualità, quelle meno abbienti potrebbero lottare con risorse limitate, portando a una disuguaglianza ancora più marcata. Inoltre, la frammentazione del sistema sanitario potrebbe portare a una distribuzione non uniforme dei servizi essenziali, come i centri di emergenza e i laboratori diagnostici. Questo aggraverebbe ulteriormente le disuguaglianze nell’accesso alle cure, lasciando alcune regioni con servizi essenziali inadeguati.

Il rischio di mancanza di coordinamento

Un altro aspetto critico riguarda il coordinamento e l’integrazione. L’autonomia regionale potrebbe portare allo sviluppo di sistemi informativi sanitari differenti e incompatibili tra loro, rendendo difficile la condivisione dei dati tra le regioni. Questa incompatibilità potrebbe complicare il coordinamento delle cure e aumentare l’inefficienza burocratica, causando ritardi nella diagnosi e nel trattamento, nonché la ripetizione di esami e procedure. La qualità delle cure potrebbe anch’essa risentirne. 

Le differenze nelle politiche sanitarie regionali potrebbero portare a variazioni significative nelle pratiche cliniche e nei protocolli, creando inconsistenze nella qualità delle cure fornite. Inoltre, le regioni con maggiore autonomia potrebbero attrarre più facilmente i professionisti della salute e gli investimenti nella ricerca. Altre regioni, invece, potrebbero rimanere indietro, peggiorando ulteriormente le disuguaglianze.  

La migrazione sanitaria

Un ulteriore problema riguarda la migrazione sanitaria, il fenomeno dei pazienti che si spostano da una regione all’altra per accedere a cure migliori. Con l’autonomia differenziata, è probabile che questo fenomeno aumenti. I pazienti delle regioni meno abbienti potrebbero dover viaggiare verso le regioni più ricche per ottenere trattamenti adeguati. Questo non solo crea disagi per i pazienti, ma aumenta anche la pressione sui servizi sanitari delle regioni più sviluppate. Per quanto riguarda il finanziamento, l’autonomia differenziata potrebbe portare a una distribuzione disomogenea delle risorse pubbliche, con regioni che ricevono più finanziamenti rispetto ad altre. Questo aumenterebbe le disparità economiche e di servizio tra le regioni, creando un sistema sanitario sempre più disuguale. 

Per mitigare questi problemi, è essenziale implementare alcune soluzioni. La standardizzazione dei sistemi informativi sanitari è una priorità, con l’adozione di un sistema centralizzato e compatibile a livello nazionale che permetta una migliore coordinazione tra le diverse strutture. Inoltre, è importante promuovere l’uniformità nelle pratiche cliniche attraverso l’adozione di linee guida e protocolli standardizzati che garantiscano la qualità delle cure in tutte le regioni. Infine, è fondamentale assicurare un’equa distribuzione delle risorse, garantendo che tutte le regioni ricevano finanziamenti adeguati e proporzionati alle loro esigenze sanitarie. 

In conclusione, l’autonomia differenziata nel sistema sanitario potrebbe accentuare problemi esistenti come le disparità regionali, la frammentazione dei servizi, la migrazione sanitaria, la qualità delle cure e il finanziamento disomogeneo. Tuttavia, con una gestione attenta e l’implementazione di soluzioni mirate, è possibile creare un sistema sanitario più equo ed efficiente, capace di garantire cure di alta qualità a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro regione di residenza. 

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