La sanità italiana si trova a un bivio: garantire la sostenibilità del sistema senza rinunciare a cure di qualità. Di fronte a un crescente invecchiamento della popolazione e all’aumento delle malattie croniche, il dibattito si è spostato sulla necessità di ripensare i modelli organizzativi. Durante il Tavolo di Welfair ‘Prevenzione obbligatoria e sostenibilità: siamo pronti al nuovo paradigma del S-SSN?’, esperti e professionisti hanno posto al centro della discussione un tema chiave: la prevenzione e la diagnosi precoce come leve per ridurre i costi e tutelare la salute pubblica nel lungo termine.
Solo un problema di risorse?
“Ogni anno, in prossimità della legge di bilancio, assistiamo a legittime richieste di aumentare il budget sanitario,” spiega Paolo Russo, oculista e membro della Direzione Nazionale di IAPB Italia Onlus. “Ma ci siamo chiesti: è davvero indispensabile incrementare le risorse senza cambiare il modo in cui il sistema è strutturato? La risposta è no. Più prestazioni garantiamo, più risorse servono, ma c’è sempre una nuova esigenza non coperta. Questa rincorsa infinita non è sostenibile”.
Prevenzione: la leva del cambiamento
La soluzione proposta durante il tavolo parte da un principio cardine: fare della prevenzione la vera leva di cambiamento. Russo sottolinea che intercettare patologie visive con largo anticipo, anche di dieci anni, può ridurre drasticamente la necessità di interventi successivi, spesso più costosi e meno efficaci: “Negli ultimi 70 anni il numero di persone nate cieche è calato drasticamente, ma i casi di cecità e ipovisione continuano ad aumentare. Questo è dovuto all’invecchiamento della popolazione e all’incidenza di malattie dismetaboliche. Prevenire, piuttosto che rincorrere, è il passo indispensabile per garantire la sostenibilità del welfare e migliorare la qualità della vita delle persone”.
I vantaggi della diagnosi precoce
Un approccio mirato alla prevenzione avrebbe benefici che vanno ben oltre l’ambito sanitario: meno giornate lavorative perse, minore pressione sui caregiver e una riduzione delle pensioni di inabilità. Continuare ad aumentare i numeri senza preoccuparsi della diagnosi precoce finirà per mettere in crisi un modello che rappresenta non solo la nostra sanità, ma anche un pilastro di civiltà assistenziale e previdenziale.
Un altro tema emerso durante il dibattito è la percezione di una progressiva marginalizzazione della branca oculistica nel Sistema Sanitario Nazionale, in una dinamica simile a quella vissuta dall’odontoiatria. “Spingere l’oculistica fuori dal servizio pubblico sarebbe una scelta disastrosa per i pazienti, tragica nei risultati e insostenibile per il bilancio dello Stato” spiega Russo.
La chiave, dunque, è un cambiamento di paradigma: “Bisogna avere il coraggio di reinvestire risorse per individuare le patologie al momento giusto, quando la malattia è ancora in una fase iniziale e le terapie possono essere realmente efficaci. La prevenzione è in grado di salvare vite, migliorare la qualità dell’assistenza e garantire la sostenibilità del nostro sistema sanitario”.
Queste riflessioni, condivise nel Tavolo di Welfair, offrono una prospettiva concreta e ambiziosa per affrontare le sfide future della sanità, indicando un percorso in cui prevenzione e organizzazione possono diventare il cuore pulsante di un sistema più efficiente e sostenibile.