Il booster vaccinale per la forma ancestrale e per le varianti BA.4/5 del SARS Cov-2 (COVID 19) è efficace e sicuro per la coorte di pazienti a rischio che convivono con l’HIV, il virus responsabile dell’AIDS.
“Usando tecniche di laboratorio avanzate, abbiamo registrato una buona risposta immunitaria, sia nell’aumento iniziale degli anticorpi sia nella risposta cellulo-mediata (T-linfocitaria) che garantisce memoria immunitaria a lungo termine misurata nell’arco di 4/9 mesi dal richiamo” spiega Giulia Marchetti, Professore ordinario di Malattie Infettive, Direttore della Clinica delle Malattie Infettive e Tropicali presso il Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Milano, ASST Santi Paolo e Carlo.
Questo il risultato di uno studio italiano policentrico, recentemente pubblicato su Communications Medicine (Nature Portfolio), che ha visto collaborare equipe delle Università di Milano e Verona e dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”.
Perché è importante: pazienti a rischio e vaccini
“Conoscere l’efficacia dei vaccini sulle diverse categorie di pazienti a rischio, in particolare se soffrono di condizioni patologiche che creano immunodepressione e modificano la risposta all’immunizzazione, aiuta a pianificare campagne e strategie vaccinali efficaci e sostenibili, permettendo di utilizzare le risorse disponibili dove possono avere migliore impatto. Nel caso di persone che convivono con patologie ematologiche, autoimmuni, sclerosi multipla, trapianti, etc., è opportuno capire se esista un rischio maggiorato di sviluppare forme gravi di malattie infettive e in che modo i singoli vaccini garantiscano immunità alle coorti dei pazienti a rischio rispetto al livello di protezione offerto alla popolazione generale.
Con questi elementi, è possibile dimostrare quali vaccini siano più efficaci e quante volte consigliare un richiamo vaccinale nelle diverse categorie a rischio. Nel caso dell’infezione da HIV per esempio, alcuni vaccini, come quello per lo pneumococco, sono perfettamente efficaci, altri, come quello per l’epatite B, richiedono, spesso, delle dosi di richiamo. Per affrontare la complessità la Sezione Regione Lombardia della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) ha pubblicato un vademecum dettagliato sulle vaccinazioni per le singole categorie a rischio”.
HIV e COVID 19
“Una domanda importate – continua Marchetti – è quanto a rischio siano le diverse categorie di pazienti in relazione ad una possibile malattia infettiva. Da studi precedenti che abbiamo realizzato è emerso come le persone che convivono con HIV, in particolare quelle che presentano un conto delle cellule immunitarie basso, sono maggiormente a rischio rispetto alla popolazione generale di sviluppare una forma grave della malattia da Covid 19. È stato il primo tassello della ricerca. Il secondo, lo studio di recente pubblicato, ha verificato efficacia e sicurezza del richiamo (booster).
Politiche sanitarie basate sulla ricerca
“Partendo da fatti scientifici come quelli raccolti si possono trarre indicazioni fondate sull’opportunità e la cadenza ottimale dei cicli vaccinali per pazienti a rischio e indirizzare in maniera coerente ed evidence-based le politiche sanitarie”.
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Titolo dell’articolo:
Long-term immune responses to SARS-CoV-2 Omicron BA.4/5 mRNA booster in people living with HIV
Autori
Matteo Augello¹, Valeria Bono¹, Roberta Rovito¹, Alessandro Tavelli², Andrea Santoro¹, Camilla Tincati¹, Alessandra Vergori³, Anna Maria Azzini⁴, Elda Righi⁴, Gianluca Spiteri⁵, Stefano Porru⁵, Silvia Meschi⁶, Stefania Notari⁷, Fabrizio Maggi⁶, Andrea Antinori³, Evelina Tacconelli⁴, Antonella d’Arminio Monforte² & Giulia Marchetti¹
Elenco delle realtà scientifiche coinvolte
¹Clinica di Malattie Infettive e Tropicali, Ospedale San Paolo, ASST Santi Paolo e Carlo, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Milano, Milano, Italia.
²ICONA Foundation, Milano, Italia.
³Unità di Immunodeficienze Virali, Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, Roma, Italia.
⁴Divisione di Malattie Infettive, Dipartimento di Diagnostica e Sanità Pubblica, Università di Verona, Verona, Italia.
⁵Unità di Medicina del Lavoro, Ospedale di Verona, Dipartimento di Diagnostica e Sanità Pubblica, Università di Verona, Verona, Italia.
⁶Laboratorio di Virologia, Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, Roma, Italia.
⁷Laboratorio di Immunologia Cellulare e Farmacologia, Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”, Roma, Italia.