Secondo una recente analisi pubblicata su Annals of Oncology, nel 2025 i tassi di mortalità per il tumore della mammella dovrebbero diminuire in tutte le fasce d’età nell’Unione Europea, con l’eccezione delle donne ultraottantenni, per le quali si stima un aumento del 7% rispetto al periodo 2015-2019. Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori delle Università di Milano e Bologna, ha esaminato le tendenze della mortalità per tumore nell’UE e nel Regno Unito, mettendo in luce i progressi compiuti e le sfide ancora aperte.
Progressi e disparità nell’accesso alle cure
I ricercatori attribuiscono la riduzione generale della mortalità per tumore della mammella ai miglioramenti nella gestione clinica e all’introduzione di innovazioni terapeutiche, tra cui chemioterapia, terapie ormonali, immunoterapia e nuove tecniche di radioterapia e chirurgia. Tuttavia, per le pazienti più anziane, l’aumento dei tassi di mortalità sembra legato alla mancanza di programmi di screening e a un accesso più limitato alle terapie più avanzate.
“Le donne ultraottantenni non beneficiano degli stessi programmi di prevenzione e di accesso ai trattamenti innovativi rispetto alle fasce d’età più giovani” spiega Carlo La Vecchia, professore di epidemiologia all’Università di Milano. Questo fenomeno, unito alla maggiore prevalenza di obesità tra le persone anziane, potrebbe contribuire all’andamento sfavorevole della mortalità in questa fascia di popolazione.
Stime e implicazioni per il futuro
“Stimiamo che tra il 1989 e il 2025 siano stati evitati 373.000 decessi per tumore della mammella nell’UE – ha detto La Vecchia -. La maggior parte di questi decessi evitati è dovuta al miglioramento della gestione della malattia e all’introduzione di innovazioni terapeutiche, ma il 25-30% è probabilmente attribuibile auna maggiore diffusione della diagnosi precoce e del programma di screening. Poiché oggi il tumore della mammella può essere curato efficacemente grazie ad approcci innovativi, è essenziale che tutte le pazienti alle quali viene diagnosticato vengano indirizzate a centri oncologici in grado di offrire tutte le terapie necessarie. Inoltre, come indicato dagli andamenti sfavorevoli per le donne ultraottantenni, il controllo del sovrappeso e dell’obesità rimane una priorità, non solo per le malattie cardiovascolari, ma anche per i tumori, compreso il quello della mammella
L’analisi si inserisce in una più ampia indagine sulla mortalità per tumore nell’UE, che prevede una diminuzione complessiva dei decessi oncologici del 3,5% per gli uomini e dell’1,3% per le donne nel 2025 rispetto al 2020. Tuttavia, non tutti i dati sono incoraggianti: alcuni tumori, come quello del pancreas e del polmone nelle donne, mostrano ancora tendenze in crescita.
L’importanza della prevenzione
Gli esperti sottolineano che, oltre ai progressi nelle cure, il controllo di fattori di rischio come il fumo e l’obesità rimane una priorità per la salute pubblica. L’aumento della mortalità per tumore del pancreas, ad esempio, è in parte attribuibile alla crescente prevalenza dell’obesità, mentre il tumore del polmone continua a rappresentare la principale causa di morte per cancro tra gli uomini e sta crescendo tra le donne.
“Le tendenze evidenziano l’urgenza di politiche più incisive di prevenzione e controllo del tabacco, oltre che di strategie per migliorare l’accesso ai trattamenti innovativi per tutte le fasce di popolazione” conclude La Vecchia.
Lo studio, sostenuto dalla Fondazione AIRC e dal programma Next Generation EU-MUR PNRR Extended Partnership Inf-Act, conferma che la battaglia contro il cancro richiede un impegno costante, sia sul fronte della ricerca che in ambito sanitario e politico.