Negli ultimi anni, l’incidenza del tumore del colon-retto tra i giovani adulti ha registrato un incremento significativo, sollevando nuovi interrogativi nella comunità scientifica. Tradizionalmente considerata una patologia dell’età avanzata, questa neoplasia si manifesta sempre più frequentemente tra gli under 50, spingendo la ricerca a indagare le sue specificità biologiche e le implicazioni per la prevenzione.
Uno studio condotto dall’Istituto di Oncologia Molecolare (Ifom) e dall’Oncologia Falck dell’Ospedale Niguarda di Milano, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Cell, avanza un’ipotesi che potrebbe contribuire a ridefinire l’approccio a questa patologia: i tumori colorettali nei giovani potrebbero crescere più rapidamente rispetto a quelli diagnosticati in età avanzata. Se confermata, questa teoria potrebbe avere un impatto significativo sulle strategie di screening e diagnosi precoce.
Un’analisi approfondita del fenomeno
L’aumento dell’incidenza nei giovani è stato osservato anche nell’Area Metropolitana di Milano grazie a una collaborazione tra l’Agenzia di Tutela della Salute (Ats) e l’Oncologia Falck dell’Ospedale Niguarda. Il progetto di ricerca in corso, denominato Iang-Crc, coinvolge anche l’Università degli Studi di Milano e l’Università di Torino, con il contributo di esperti di genetica molecolare, bioinformatica e oncologia medica. L’obiettivo è caratterizzare le differenze biologiche tra i tumori a insorgenza precoce e quelli tipici dell’età avanzata attraverso un approccio multi-omico, che integra diverse analisi molecolari, dalla genomica alla metabolomica.
Uno degli interrogativi chiave riguarda il modello di sviluppo di questi tumori nei giovani. La teoria classica suggerisce che il carcinoma colorettale si sviluppi lentamente, nell’arco di 5-10 anni, come descritto da Bert Vogelstein nel 1988. Tuttavia, la nuova ipotesi ipotizza che nei giovani il processo tumorale possa seguire un’evoluzione più rapida, rendendo potenzialmente inefficaci le attuali strategie di screening basate sull’età anagrafica.
Quali prospettive per la prevenzione?
L’eventuale revisione delle attuali raccomandazioni per lo screening del tumore del colon-retto rappresenta un nodo cruciale. Attualmente, i programmi di prevenzione sono rivolti principalmente agli adulti sopra i 50 anni, ma l’incremento dei casi tra i giovani solleva il quesito sulla necessità di anticipare l’età di inizio dei controlli. Tuttavia, se la crescita di questi tumori è troppo rapida per essere intercettata dai normali programmi di screening, potrebbero rendersi necessari metodi diagnostici più avanzati e mirati, come test di biopsia liquida.
La ricerca in corso punta a comprendere meglio i meccanismi biologici alla base di queste neoplasie e a individuare strategie di prevenzione più efficaci. L’evoluzione della conoscenza scientifica in questo ambito potrebbe portare a una revisione delle attuali pratiche di screening e trattamento, con l’obiettivo di migliorare la diagnosi precoce e le opzioni terapeutiche per i giovani pazienti.