Tagli agli stipendi dei medici universitari in Campania: fino a 900 euro in meno al mese

Un protocollo d’intesa firmato nel 2024 tra Regione Campania e Università Federico II ha portato a una drastica riduzione della retribuzione per centinaia di professionisti della sanità e dell’università. Montano proteste e preoccupazioni per la tenuta del sistema pubblico. L'indagine di DiRE
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A Napoli, centinaia di medici universitari dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II hanno subito tagli agli stipendi fino a 900 euro lordi. Il taglio è avvenuto in modo repentino, senza preavviso, e ha spinto 335 professionisti – tra ricercatori, professori associati e ordinari – a firmare una lettera aperta per denunciare la situazione. Il caso ha attirato l’attenzione delle istituzioni, con un incontro tra i medici e rappresentanti della Regione Campania, che si sono impegnati a cercare una soluzione in tempi rapidi.

L’origine del problema: il protocollo del 2024

La causa del taglio risiede nel protocollo d’intesa firmato nel 2024 tra la Regione Campania e l’Università degli Studi di Napoli Federico II, con la partecipazione anche dell’Università Vanvitelli e dell’Università di Salerno. Questo accordo ha modificato le condizioni economiche per i ricercatori e i professori universitari che svolgono attività anche presso le strutture ospedaliere. In particolare, è stato alterato l’assetto dei due cedolini percepiti: uno per l’attività accademica (rimasto invariato) e uno per l’attività assistenziale (che ha subìto la riduzione).

Giovani ricercatori penalizzati, vertici premiati

I più colpiti sono i giovani ricercatori, che si ritrovano con una decurtazione compresa tra i 700 e i 900 euro lordi al mese, equivalenti a circa 500 euro netti. Per oltre 100 ore di lavoro mensili dedicato all’assistenza, la retribuzione effettiva scende a circa 2,50 euro l’ora. Paradossalmente, lo stesso protocollo ha generato un incremento stipendiale mensile fino a mille euro per le figure apicali, acuendo le disparità all’interno della categoria.

La denuncia dei docenti: diritti violati e danni al sistema

Nella loro lettera aperta, i docenti della Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II lamentano la violazione del principio di irriducibilità della retribuzione, sancito dal Codice civile, e la mancata applicazione del contratto collettivo nazionale dell’area sanità. Il nuovo assetto normativo viene definito “soggettivismo giuridico” che supera i limiti della dignità e della professionalità medica. I firmatari si dichiarano pronti a intraprendere azioni legali e sindacali.

Rischi per il futuro dell’università e del sistema sanitario

Oltre al danno economico individuale, i medici universitari esprimono forte preoccupazione per le ripercussioni future. Con stipendi inferiori persino a quelli dei medici del servizio sanitario nazionale – già sottopagati rispetto agli standard europei – si teme un ulteriore disincentivo per i giovani a intraprendere la carriera accademica, alimentando la già preoccupante fuga verso la sanità privata o l’estero.

L’allarme dell’Ordine dei Medici

Anche il presidente dell’Ordine dei medici di Napoli, Bruno Zuccarelli, ha espresso preoccupazione per le conseguenze di questi tagli agli stipendi. Secondo Zuccarelli, il rischio è un’ulteriore emorragia di professionisti dal sistema pubblico, con gravi ricadute sulla qualità della ricerca e dell’assistenza. Ha inoltre ricordato che l’Italia è tra i Paesi europei che investono meno in ricerca, e ulteriori tagli potrebbero peggiorare una situazione già critica.

Fonte: DiRE

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