Sordità e impianti cocleari: il peso delle disuguaglianze

Il Prof. Marco Radici, Presidente SIOeChCF, analizza le difficoltà di accesso agli impianti cocleari in Italia e nel mondo, tra disparità territoriali, costi elevati e necessità di maggiore sensibilizzazione. "Tra tutti i sordi del mondo, soltanto una piccola percentuale ha accesso a questo tipo di terapia".
impianti cocleari
Prof. Marco Radici, Presidente SIOeChCF

La sordità è una condizione che colpisce una parte significativa della popolazione italiana. Si stima che su 1.000 neonati sani, almeno uno nasca con un deficit uditivo importante

“Questo dato non può essere trascurato e ha portato all’introduzione dello screening neonatale universale. Nei primi giorni di vita, tutti i neonati vengono sottoposti a un test di otoemissioni acustiche per rilevare eventuali ipoacusie. Se il sospetto persiste, si procede con controlli approfonditi per determinare se il bambino necessita di un impianto cocleare – sottolinea il Professor Marco Radici, Presidente della Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale-. Intervenire entro il primo anno di vita è essenziale per ridurre il gap cognitivo e linguistico”. 

Che cos’è un impianto cocleare? 

L’impianto cocleare (IC) è il primo organo di senso artificiale capace di evocare sensazioni acustiche stimolando elettricamente l’orecchio interno. Si tratta di una protesi elettronica che viene inserita chirurgicamente nella coclea ed è accoppiata a un processore esterno indossabile dietro l’orecchio. L’IC bypassa le cellule ciliate danneggiate e stimola direttamente il nervo acustico, consentendo alle persone con sordità profonda di percepire i suoni. 

Italia a due velocità: la disparità territoriale  

Nonostante l’importanza dell’impianto cocleare, la sua distribuzione in Italia è tutt’altro che omogenea. “Se nelle regioni del Centro-Nord l’accesso è più agevole, nel Sud Italia i pazienti affrontano maggiori difficoltà – spiega il Prof. Radici –. Questo porta molte persone a spostarsi dal Sud verso centri più attrezzati nel Centro-Nord, aggravando le disuguaglianze sanitarie già esistenti”. 

“Questa problematica si inserisce in un contesto più ampio, in cui la distribuzione delle tecnologie sanitarie tende a privilegiare le regioni economicamente più forti, ampliando il divario nell’accesso alle cure”. 

Chi può beneficiare degli impianti cocleari? 

“Gli impianti cocleari sono destinati a pazienti con sordità profonda che non possono trarre beneficio dalle protesi acustiche convenzionali. L’impianto è fondamentale nei bambini sordi dalla nascita, poiché consente loro di acquisire una capacità comunicativa del tutto normale” spiega il Professore.  

“Tuttavia, il trattamento non si limita ai più piccoli: anche gli adulti possono averne bisogno, soprattutto in caso di sordità acquisita in seguito a traumi, incidenti o malattie come la meningite. L’impianto cocleare rappresenta una soluzione efficace per tutte le fasce di età, a patto che il deficit uditivo sia grave e non risolvibile con altri dispositivi”. 

Le linee guida: un passaggio fondamentale per un trattamento efficace 

Come in ogni procedura medica e chirurgica, le linee guida svolgono un ruolo chiave nel percorso del paziente. Queste indicano i criteri per la diagnosi, la selezione dei candidati e l’iter terapeutico, che include non solo l’intervento chirurgico, ma anche una fase cruciale di riabilitazione. 

“Le linee guida italiane sono state realizzate secondo il metodo GRADE, che si basa su evidenze oggettive tratte dalla letteratura, garantendo un approccio rigoroso e trasparente nella valutazione della qualità delle prove disponibili e nella formulazione delle raccomandazioni cliniche”.  

“L’impianto è solo il primo passo. Dopo l’intervento, è fondamentale un percorso di riabilitazione per permettere al paziente di riacquisire la capacità di ascoltare e comprendere i suoni”.  

Un tema di governance i limiti alla diffusione degli impianti cocleari 

Uno dei principali ostacoli alla diffusione degli impianti cocleari è il costo elevato. “Le Regioni dovrebbero coprire tutte le spese legate all’intervento, comprese quelle dell’apparecchio, dell’operazione e della riabilitazione. Purtroppo, questo non sempre accade”. 

Di conseguenza, alcune aziende sanitarie considerano l’impianto cocleare una scelta antieconomica. Questa visione porta le Regioni a dover rimborsare i costi sostenuti dai pazienti che si spostano in altre aree del Paese per ottenere il trattamento.  

“Bisognerebbe sensibilizzare le singole Regioni affinché provvedano autonomamente all’erogazione degli impianti cocleari ai pazienti che ne hanno bisogno” sottolinea il Presidente della SIOeChCF. 

Un divario globale: l’accesso agli impianti cocleari nel mondo 

Se in Italia esistono disparità regionali, a livello globale il problema è ancora più evidente. “Nei paesi ricchi, l’impianto cocleare è una terapia diffusa e accessibile. Ma nel Sud del mondo, il costo proibitivo rende questa tecnologia un lusso per pochi”. 

“La questione etica dell’accesso ai trattamenti avanzati resta aperta, con un’urgente necessità di soluzioni per garantire equità a livello internazionale”. 

Le prospettive per il futuro 

“Le tecnologie stanno diventando sempre più avanzate: gli impianti saranno più piccoli, meno invasivi e con procedure chirurgiche sempre più rapide ed efficienti. L’obiettivo è rendere gli impianti più accessibili, migliorando non solo le prestazioni tecnologiche ma anche le modalità di distribuzione e accesso al trattamento”. 

“Ci aspettiamo che gli investimenti tecnologici delle aziende produttrici, insieme al contributo del mondo medico-scientifico, portino a un costante miglioramento sia degli impianti cocleari che delle tecniche chirurgiche adottate per il loro impianto”. 

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