“Con l’approvazione della mia proposta di legge sulla prevenzione e la cura dell’obesità, l’Italia diventa il primo Paese al mondo a riconoscere l’obesità come una malattia. È un momento storico” afferma Roberto Pella, capogruppo di Forza Italia in commissione Bilancio alla Camera.
L’annuncio arriva al termine di un lungo percorso parlamentare e istituzionale. “A partire dal 2019 – spiega Pella – mi sono impegnato a coinvolgere il mondo scientifico, accademico, medico, ma anche le associazioni dei pazienti e dei cittadini. Abbiamo lavorato insieme, con responsabilità e ascolto, fino ad arrivare a una mozione approvata all’unanimità. Oggi, quella mozione è diventata legge”.
Non solo una questione di estetica
Per Pella, riconoscere ufficialmente l’obesità come malattia non è solo un atto simbolico. “L’obesità è un tema di assoluta attualità. Parliamo di una condizione che rappresenta una delle più gravi emergenze sanitarie, sociali ed economiche del nostro tempo. Ha conseguenze dirette sul diabete, sui tumori, sulle patologie cardiovascolari. Non possiamo più permetterci di considerarla un problema secondario.
Secondo l’Istat, in Italia l’11,8% della popolazione adulta soffre di obesità. Parliamo di quasi sei milioni di cittadini. Ma ciò che mi allarma di più è il dato sull’obesità infantile: circa il 19% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni è in sovrappeso, e il 9,8% è già obeso. È una questione urgente e non più rimandabile”.
“Il Parlamento ha dimostrato maturità e visione”
Pella sottolinea l’ampio sostegno ricevuto, anche in sede parlamentare. “Questa proposta è frutto di un grande lavoro di squadra. Ringrazio il capogruppo Barelli e tutto il gruppo di Forza Italia per aver dato la giusta priorità a questo tema. E poi i ministri Giorgetti e Schillaci, il sottosegretario Gemmato: tutti hanno compreso l’importanza di trovare risorse nella manovra economica per iniziare ad affrontare seriamente l’obesità”.
Un punto di partenza per un Paese più in salute
Pella ribadisce la visione a lungo termine di questa iniziativa: “questo è solo un primo passo. L’obiettivo è continuare a lavorare affinché le misure introdotte diventino concrete e garantiscano cure omogenee su tutto il territorio nazionale. Serve un impegno costante per costruire una società più sana, più consapevole e più giusta nei confronti di chi vive con questa patologia”.