Malattie tropicali neglette: tra progressi e nuove minacce

Dengue record in Italia, 600 milioni di persone salvate nel mondo: i progressi e le sfide delle malattie tropicali neglette tra cambiamenti climatici, nuovi focolai e ricerca globale
malattie tropicali

Le malattie tropicali neglette (NTDs) rappresentano una delle sfide sanitarie più complesse del nostro tempo, con un impatto silenzioso ma devastante su circa 1,7 miliardi di persone nel mondo. Queste patologie, spesso dimenticate dall’agenda politica e poco note al grande pubblico, sono causate da virus, batteri, parassiti e tossine, e trovano terreno fertile nelle regioni più povere e marginalizzate. La loro incidenza alimenta povertà e stigma sociale, sottolineando la necessità di un intervento globale coordinato.

Il 30 gennaio Verona diventerà il centro di una riflessione internazionale su queste malattie, grazie a un congresso organizzato dall’IRCCS di Negrar, eccellenza italiana nella diagnosi e cura delle NTDs. All’evento parteciperanno esperti di fama mondiale come Denise Mupfasoni dell’OMS, Maria Elena Bottazzi del Baylor College of Medicine, e Adriano Casulli dell’Istituto Superiore di Sanità.

Progressi incoraggianti, ma obiettivi ancora lontani

Nonostante le difficoltà legate alla pandemia di COVID-19, che ha interrotto molti programmi di controllo, i progressi internazionali non si sono fermati,” afferma Federico Gobbi, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar.

La roadmap dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per il decennio 2021-2030 ha già portato a risultati concreti: almeno una malattia tropicale negletta è stata eliminata in 54 dei 100 Paesi previsti, e oltre 600 milioni di persone non necessitano più di interventi sanitari specifici. Questo ha consentito una riduzione del 25% del numero di persone a rischio rispetto a 15 anni fa.

Tuttavia, come evidenzia Dora Buonfrate, direttrice del Centro Collaboratore OMS per le NTDs, “siamo ancora lontani dal raggiungimento del target fissato, che prevede una riduzione del 90% entro il 2030. Ad oggi, l’impatto in termini di anni di vita persi è diminuito solo dell’11%, ben al di sotto dell’75% auspicato.”

Il messaggio è chiaro: servono nuovi sforzi per accelerare il progresso, sviluppando strumenti diagnostici utilizzabili sul campo e favorendo la ricerca su farmaci e vaccini. “Curare chi è più lontano significa proteggere anche chi ci sta vicino”, aggiunge Gobbi, richiamando l’attenzione sul legame tra salute umana, animale e ambientale.

Cambiamenti climatici e nuove sfide per l’Italia

Le malattie tropicali neglette stanno ampliando il loro raggio d’azione a causa del cambiamento climatico e della globalizzazione. Il 2024 ha segnato un record di casi autoctoni di Dengue in Italia, con 213 infezioni trasmesse localmente, a cui si aggiungono 474 casi d’importazione. Particolarmente critico il focolaio di Fano, nelle Marche, con 133 casi confermati, oltre ad altri episodi in Emilia-Romagna, Lombardia e Abruzzo.

La Dengue, trasmessa dalla zanzara tigre, è una malattia che spesso si manifesta con sintomi influenzali e forti dolori muscolari, ma che in rari casi può evolvere in forme gravi come la febbre emorragica. “Con l’aumento delle temperature, il rischio di epidemie autoctone di Dengue e altre malattie come la chikungunya è destinato a crescere,” avverte Gobbi.

Secondo il rapporto 2024 del World Economic Forum, entro il 2050 oltre mezzo milione di persone in più saranno esposte a patologie trasmesse da insetti. In questo contesto, il sistema di sorveglianza introdotto in Veneto già nel 2010 rappresenta un modello da seguire per prevenire la diffusione di queste malattie.

Prevenzione e consapevolezza: la chiave per il futuro

La lotta contro le NTDs richiede un impegno collettivo che coinvolga tanto le istituzioni quanto la cittadinanza. “La consapevolezza è fondamentale: ogni cittadino può contribuire limitando i rischi di trasmissione, ad esempio riducendo i ristagni d’acqua dove le zanzare si riproducono,” sottolinea Gobbi. Inoltre, in caso di sintomi sospetti al ritorno da un viaggio in aree tropicali, è cruciale rivolgersi tempestivamente a un centro specializzato.

La strada verso l’eliminazione delle malattie tropicali neglette è lunga, ma i risultati finora ottenuti dimostrano che un approccio integrato e sostenibile può fare la differenza, migliorando la salute globale e proteggendo le comunità più vulnerabili.

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