Malaria: la profilassi per i residenti di origine subsahariana in Italia

Un tema di salute pubblica e di prevenzione: dopo anni di permanenza in Italia, anche i soggetti precedentemente immuni alla malaria rischiano il contagio
malaria in italia

I casi di malaria in Italia si sono progressivamente ridotti nel tempo grazie ad una maggiore consapevolezza della malattia e all’adozione di utili misure di prevenzione e chemioprofilassi. Nonostante tale calo, si continuano a registrare sporadici episodi di contagio, riconducibili soprattutto a soggetti originari dell’Africa Subsahariana che, dopo un viaggio nei loro Paesi di origine, scoprono di aver contratto la malattia. Ciò accade perché, nel corso della loro permanenza in Italia, hanno perso parte della loro immunità naturale.

Profilassi e prevenzione della malaria in Italia

Per evitare il contagio durante un viaggio in uno di questi Paesi, anche in tali soggetti precedentemente immuni è necessaria la profilassi e l’adozione di corretti comportamenti preventivi. «La malaria si può prevenire – spiega la Dott.ssa Clelia De Sisti, Direttrice del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda USL di Ferrara, dove ogni anno vengono diagnosticati dai 5 ai 13 casi di importazione – con una profilassi che va studiata caso per caso. La scelta dipende principalmente dal Paese di destinazione, dall’itinerario intrapreso, dalla tipologia di viaggio e dallo stato di salute del viaggiatore. Dato che la profilassi farmacologica inizia prima della partenza – prosegue – è opportuno fare riferimento, con un certo anticipo, al proprio medico di famiglia o a un medico dell’Igiene Pubblica, che potrà fornire le informazioni utili anche per l’adozione di misure preventive comportamentali».

In tale ottica è fondamentale anche la “Medicina del Viaggiatore”, un servizio dedicato a chi si reca in Paesi dove sono diffuse malattie non comuni in Italia, che, allo scopo di prevenire un eventuale contagio, offre consulenze mediche, consigli sui corretti comportamenti da adottare e che, eventualmente, permette anche di somministrare vaccini.

I sintomi della malaria

La malaria è una malattia causata da protozoi parassiti appartenenti al genere Plasmodium che si trasmette mediante la puntura di zanzare infette. Eradicata nella maggior parte delle aree temprate, oggi è diffusa principalmente nei Paesi tropicali e subtropicali. Tuttavia, grazie a programmi di lotta e controllo promossi dall’Oms e da diverse associazioni internazionali, la diffusione della malattia si è notevolmente ridotta anche nei Paesi più a rischio.

I sintomi, che compaiono tra i 7 e i 15 giorni dalla puntura della zanzara infetta, sono principalmente febbre – spesso alta – mal di testa, vomito, diarrea, sudorazioni e brividi. Nei Paesi dove la malattia è ancora molto diffusa, la popolazione adulta ha sviluppato una parziale immunità che, sebbene non fornisca una protezione completa, riduce il rischio di contrarre la forma più grave. La maggior parte dei decessi per malaria, infatti, si verifica nei soggetti deboli, come donne in gravidanza e bambini sotto i cinque anni di età. Inoltre, se non adeguatamente trattata, la malaria può essere mortale anche nelle persone non immuni che hanno contratto la malattia durante un viaggio nei Paesi a rischio.

La prevenzione come arma vincente

La prevenzione resta la chiave nella gestione della malattia. In particolare, si ritiene efficace non solo l’assunzione di farmaci, come antibiotici e antimicrobici, ma anche la riduzione del contatto zanzara – uomo tramite l’adozione di dispositivi di protezione contro le punture, quali zanzariere o insetticida. Inoltre, dopo oltre trenta anni di studi e ricerche, è stato messo a punto anche il primo vaccino contro la malaria che ha mostrato una parziale protezione, specie nei soggetti più deboli. Essendo, però, solo una protezione parziale, ogni forma di prevenzione resta necessaria per evitare il contagio.

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