Il terremoto della demenza: un approccio multidisciplinare per le professioni sanitarie  

La demenza colpisce oltre 55 milioni di persone nel mondo e circa 1,2 milioni in Italia. Una condizione che destabilizza non solo chi ne è affetto, ma anche le famiglie, mettendo alla prova il servizio sanitario. Ecco come le professioni sanitarie affrontano questa sfida con un approccio integrato e innovativo
demenza

Una diagnosi di demenza scuote profondamente la vita di chi la riceve e quella di chi si prende cura del paziente. Oltre all’impatto psicologico, le sfide quotidiane e i costi economici pesano enormemente sulle famiglie, che si trovano spesso a sostenere l’80% delle spese legate alla gestione della malattia. Secondo stime dell’Osservatorio Demenze dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia circa 1,2 milioni di persone convivono con una forma di demenza, principalmente Alzheimer, e altri 900.000 presentano un disturbo neurocognitivo minore. Si prevede che entro il 2025 i casi raggiungeranno 1,5 milioni a causa del continuo invecchiamento della popolazione. 

Un approccio multidisciplinare per affrontare la sfida della demenza

Per rispondere all’emergenza rappresentata dalla demenza, l’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie di Piacenza, in collaborazione con l’AUSL locale, ha organizzato il corso “Quel terremoto chiamato demenza: come aiutare il paziente e la sua famiglia?. L’iniziativa ha riunito le esperienze di diversi professionisti sanitari, offrendo strategie concrete per migliorare la qualità della vita di pazienti e caregiver. 

La gestione della demenza richiede un approccio multidisciplinare: le professioni sanitarie, tecniche e della riabilitazione lavorano insieme ai medici, al neuropsicologo e agli infermieri per prendere in carico in modo efficace il paziente e la sua famiglia sviluppando piani di cura personalizzati, capaci di rispondere sia ai bisogni fisici e cognitivi del paziente, sia alle difficoltà pratiche delle famiglie. La diagnosi precoce, la personalizzazione della terapia e il supporto continuo sono i pilastri di questa strategia purtroppo progressivamente degenerativa. 

“È proprio attraverso la sinergia tra le professioni che riusciamo a costruire percorsi di cura efficaci, in grado di affrontare non solo i sintomi della malattia, ma anche gli ostacoli che le famiglie devono affrontare quotidianamente” ha sottolineato Francesca Simonetta, assistente sanitaria, Unità di Valutazione Ospedaliera Osp. Villa Scassi – CDCD – Centro per i Disturbi Cognitivi e Demenze. 

Il caregiver al centro: supporto e formazione 

La figura del caregiver, spesso un familiare, è centrale nella gestione quotidiana della demenza, ma è anche esposta a livelli elevati di stress e sovraccarico emotivo. I Centri per i Disturbi Cognitivi e la Demenza (CDCD) offrono supporto medico e neurologico integrati con interventi domiciliari e cure palliative, per garantire assistenza continua sia ai pazienti che ai loro familiari. Questi servizi fanno spesso parte di un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (PDTA) strutturato che coinvolge la medicina generale e altre risorse territoriali. 

“Un caregiver formato è in grado di gestire situazioni critiche, come il rifiuto di fare il bagno o l’ansia durante i pasti, riducendo lo stress per sé e per il paziente. Quando i familiari ricevono il supporto necessario, l’intero nucleo familiare ne beneficia, e si riduce il ricorso a ricoveri ospedalieri evitabili” ha evidenziato Alice Brignone, terapista occupazionale, responsabile Centro Diurno G. Perusini di Piacenza. 

Le professioni sanitarie in prima linea per la demenza

Durante il corso, vari esperti hanno illustrato strategie pratiche per affrontare la malattia: 

Logopedia e alimentazione: Michela Benvenuti, logopedista, ha spiegato come la perdita delle abilità cognitive influenzi l’alimentazione: “È importante conservare il più a lungo possibile l’autonomia alimentare del paziente, concedendo più tempo sia per la masticazione sia per portare il cibo alla bocca, scegliendo un ambiente tranquillo e accogliente durante i pasti ed eliminando le distrazioni come ad es. televisori accesi. Importantissimo fare attenzione ai cosiddetti campanelli d’allarme per la disfagia che sono ad esempio la tosse dopo la deglutizione sia dei liquidi e sia dei cibi, o le infezioni delle basse vie respiratorie recidivanti oppure la perdita di peso: in questi casi è sempre necessario parlarne con il medico di medicina generale in modo da avviare percorsi medici e strumentali dedicati alla disfagia”. 

Nutrizione e stimolazione sensoriale: Monica Maj, dietista, ha descritto le sfide che le patologie neurodegenerative pongono durante i pasti: “Problemi di coordinazione, tremori alle mani e confusione mentale possono rendere difficile impugnare le posate o portare autonomamente il cibo alla bocca, causando inappetenza. Utilizzare piatti e posate dai colori contrastanti, come il rosso e il blu, può stimolare l’appetito e migliorare l’assunzione di nutrienti.” 

Terapia occupazionale: Alice Brignone ha sottolineato il supporto pratico ai caregiver. “Il nostro lavoro è insegnare strategie per gestire situazioni complesse, come il rifiuto di fare la doccia o l’aggressività durante il cambio degli indumenti. Per esempio, promemoria visivi possono aiutare a orientare il paziente e ridurre il disorientamento. Il benessere del caregiver si riflette su quello del paziente, migliorando la qualità della vita di entrambi”. 

Verso una condivisione delle buone pratiche 

Le strategie illustrate durante il corso possono essere adattate a diversi contesti, dai centri diurni alle RSA, passando per l’assistenza domiciliare. La formazione continua del personale e la collaborazione interdisciplinare sono essenziali per esportare queste pratiche. 

“La presa in carico multidisciplinare per la demenza è essenziale sia per il paziente sia per chi se ne prende cura” hanno concluso in modo corale i relatori. 

Affrontare la demenza significa riconoscere che non si tratta solo di una sfida medica, ma di un fenomeno sociale che richiede l’impegno e la sinergia di tutti. 

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