Il fungo, il pipistrello e il pesticida: la mortalità infantile e la relazione One Health tra ambiente e persone

La mortalità infantile in alcuni stati degli USA cresce dell’8% in relazione all’uso dei pesticidi che un piccolo fungo, relativamente innocuo, ha causato stravolgendo l’equilibrio tra pipistrelli e insetti. “Questa è la complessità One Health che dobbiamo raccontare per evitare il peggio”.
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Il racconto di Paolo Fazii,  Direttore Medico dell’UOC di “Microbiologia e Virologia Clinica a valenza regionale” dell’Ospedale Civile dello Spirito Santo di Pescara. 

All’inizio del XXI secolo, un piccolo fungo fece la sua comparsa negli Stati Uniti provenendo dall’Europa nord-orientale trasportato dalle navi e dagli aerei diretti, principalmente, a New York. Pseudogymnoascus destructans, questo è il nome del fungo, è un microrganismo tellurico che vive e si sviluppa nel terreno crescendo fra i residui di legno e di altri vegetali oltreché nel guanoCome quasi tutti i funghi al mondo, non può riprodursi sopra i 30 gradi di temperatura, mettendo i mammiferi al riparo dalla maggior parte delle micosi che affliggono rettili, insetti e vegetali (tanto che si è ipotizzato abbiano esercitato una pressione evolutiva sui mammiferi che ha favorito lo sviluppo dell’endotermia).

Da New York il fungo iniziò a diffondersi, raggiungendo diverse grotte sparse negli Stati della East Coast, probabilmente portato dalle scarpe e dagli indumenti contaminati degli speleologi. Nelle grotte il fungo incontrò due condizioni favorevoli: una temperatura perfetta per riprodursi – complice il riscaldamento globale – e intere colonie di pipistrelli in letargo. I pipistrelli erano vulnerabili perché la loro temperatura scendeva a 20 gradi durante l’ibernazione. La micosi che contraevano si chiama white-nose, perché colpisce la pelle del muso e di altre parti del corpo. L’infezione, di per sé, non sembra essere particolarmente grave, ma produce una conseguenza irreparabile: i pipistrelli infetti consumano troppe energie per combatterla nel sonno, e non si svegliano più dal letargo. 

L’effetto domino che dall’ecosistema arriva all’uomo: questo significa One Health

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Paolo Fazii

Qui le cose cominciano ad accelerare. In alcune grotte il tasso di mortalità dei pipistrelli è stato del 90%! Ed, oggigiorno, alcune specie sono a rischio di estinzione. Ci si accorse che la mancanza di questi animali aveva un duplice effetto: meno piante (i pipistrelli sono impollinatori) e, soprattutto, più insetti. Oltre 1 milione di chili di insetti all’anno non veniva più mangiato. Questi insetti mangiavano, a loro volta, una parte maggiore del raccolto spingendo gli agricoltori ad usare più pesticidi con un aggravio notevole di spesa. 

Nel settembre 2024 è uscito uno studio intitolato “The economic impacts of ecosystem disruptions: Costs from substituting biological pest control” (Eyal G. Frank –  Science, 6 Sep 2024, Vol 385, Issue 6713). Da questo studio si evince che negli Stati dove il white-nose imperava, la mortalità infantile era salita dell’8%. Lo 0,25% di bambini in più erano morti per ogni 1% di pesticidi utilizzati in più. 

Questo è la One Health: un effetto farfalla che da una cassa di verdura coltivata in Polonia crea una cascata di conseguenze che culminano in 1334 morti in più.

Ed è solo un esempio tra decine, forse centinaia di casi al mondo.

Oggi il white nose  è arrivato in Piemonte ed in Val d’Aosta colpendo, non a caso, le specie di pipistrelli con il letargo più lungo. Più o meno nello stesso periodo, altri funghi ambientali – Batrachochytrium dendrobatidis e Batrachochytrium salamandrivorans – sono stati la causa dell’estinzione di circa 100 specie (delle quasi 1400 infettate fra cui altre  500 specie a rischio di estinzione) di anfibi anuri (come le rane ed i rospi), di caudati (come le salamandre) e di apodi, pari al 7% della biodiversità degli anfibi. Anche in questo caso vi è stata la mancata eliminazione degli insetti con tutto ciò che ne consegue, quindi con una dinamica analoga a quella che ha decimato i pipistrelli americani. E così via.

Cosa possiamo fare

In primo luogo possiamo capire. Capire che tutto è collegato. Sapere che in casi come quelli citati, le persone non muoiono per caso, ma per una precisa serie di eventi nei quali sia l’uomo che il riscaldamento globale sono i principali attori, ci aiuta a capire meglio l’effetto delle nostre azioni sulla salute nostra e dei nostri amici, familiari, concittadini. Capire la One Health significa capire che abbiamo pochi anni prima che lo squilibrio climatico e ambientale diventi irrecuperabile. I funghi hanno attraversato pressoché l’intera storia biologica della Terra. Loro non avranno difficoltà ad adattarsi al cambiamento climatico. L’importanza di parlare di One Health mettendo in risalto i meccanismi che la rendono importante: questo è sicuramente uno sforzo di prevenzione e verso il cambiamento. 

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