CVrisk-IT: una rete nazionale per la prevenzione cardiovascolare

Prevenzione cardiovascolare su scala nazionale: 30.000 volontari, 50 strutture cliniche, una biobanca dedicata e tecnologie avanzate per valutare il rischio
prevenzione cardiovascolare

A pochi mesi dalla sua presentazione ufficiale alla Camera dei deputati, il progetto CVrisk-IT entra nel vivo con l’avvio dell’arruolamento dei primi volontari. La ricerca, promossa dalla Rete Cardiologica, punta a sviluppare un approccio integrato per la prevenzione cardiovascolare personalizzata, coinvolgendo 30.000 volontari sani tra i 40 e gli 80 anni.

Un modello organizzativo su scala nazionale

L’iniziativa si distingue per il modello organizzativo basato sulla rete Hub & Spoke, che vede la partecipazione di oltre cinquanta strutture cliniche distribuite su tutto il territorio nazionale, tra cui 17 IRCCS e circa 30 centri clinici. L’obiettivo è garantire un accesso equo e diffuso ai percorsi di prevenzione, rendendoli parte integrante della pratica sanitaria quotidiana.

La tempestività con cui il progetto è passato dalla fase progettuale a quella operativa – spiega Lorenzo Menicanti, Presidente della Rete Cardiologica e Direttore Scientifico dell’IRCCS Policlinico San Donato – evidenzia sia l’urgenza di rafforzare la prevenzione cardiovascolare sia la capacità della rete di ricerca di operare in modo coeso ed efficace.

Progressi e strumenti innovativi

Dopo l’approvazione del Ministero della Salute, il progetto sta procedendo secondo i tempi previsti. È stato definito un protocollo di studio, già validato da alcuni Comitati Etici Territoriali, e sviluppata una piattaforma informatica avanzata, MyCardioSpace, che facilita la raccolta e la gestione dei dati dei partecipanti. Per garantire la tutela della privacy, è in corso un’interlocuzione con il Garante per la Protezione dei Dati Personali.

Una biobanca per la ricerca cardiovascolare

Tra le innovazioni più rilevanti del progetto spicca la creazione di una biobanca nazionale per la ricerca cardiovascolare, che permetterà la raccolta sistematica di campioni biologici e dati clinici, fornendo una base solida per studi futuri. Il progetto si avvale anche del supporto di Human Technopole, centro di ricerca d’eccellenza che contribuirà con know-how tecnologico e metodologico.

Verso una prevenzione più efficace

Un ulteriore elemento di novità riguarda l’integrazione di strumenti avanzati di valutazione del rischio, come i polygenic risk scores e le tecnologie di imaging. “L’auspicio – afferma Ambra Cerri, Chief Project Manager di CVrisk-IT – è che la prevenzione cardiovascolare diventi una prassi consolidata, al pari di quella oncologica, migliorando la qualità della vita e riducendo l’impatto sulle strutture sanitarie.”

CVrisk-IT si inserisce in un contesto più ampio di strategie sanitarie orientate alla sostenibilità e alla medicina preventiva, contribuendo a rafforzare la capacità del sistema sanitario di affrontare le sfide legate alle patologie cardiovascolari con strumenti sempre più mirati ed efficaci.

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