Cancro: il 40% dei fattori di rischio evitabili. A partire dall’obesità

Giornata Mondiale del Cancro: obesità legata a 12 tipi di tumore, meno del 50% dei pazienti riceve consigli su stili di vita, e i dati reali AIFA rivelano criticità nelle cure oncologiche
giornata mondiale contro il cancro

Obesità, cancro e stili di vita al centro del Convegno Nazionale “United by Unique”, organizzato da AIOM e Fondazione AIOM in occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro.

Cancro e obesità: una sfida per la prevenzione

In Italia, l’obesità coinvolge circa 4,1 milioni di adulti, rappresentando un fattore di rischio per 12 tipi di tumore. Emerge una criticità significativa: meno della metà delle persone in eccesso ponderale riceve consigli medici specifici per la gestione del peso. La prevenzione primaria, sebbene cruciale, rimane spesso un nodo irrisolto nelle pratiche cliniche quotidiane. Solo il 43% degli individui in sovrappeso riceve indicazioni mirate, e la percentuale diminuisce ulteriormente per altri fattori di rischio: il consiglio di smettere di fumare raggiunge meno del 50% dei cittadini a rischio, l’attività fisica è suggerita al 30% dei sedentari e appena il 7% dei consumatori di alcol riceve raccomandazioni per ridurne l’uso.

People-Centred Care: oltre la cura della malattia

La prevenzione dei tumori deve essere al centro delle nostre politiche sanitarie”, afferma Francesco Perrone, Presidente AIOM. “Il 40% dei decessi oncologici è legato a fattori di rischio modificabili, come fumo, alcol, sedentarietà e obesità. In questo scenario, la ‘people-centred care’ rappresenta un modello di riferimento, orientato non solo alla gestione della malattia, ma anche al benessere globale del paziente e della sua rete di supporto”.

Dati reali per cure più efficaci

Un aspetto cruciale emerso dal convegno riguarda la distanza tra la realtà dei pazienti trattati nella pratica clinica quotidiana e quelli arruolati negli studi clinici registrativi. I Registri di Monitoraggio AIFA si configurano come strumenti strategici per colmare questo divario, offrendo dati concreti sull’efficacia dei farmaci in contesti reali. “I pazienti seguiti nella pratica clinica sono spesso più anziani e fragili rispetto a quelli inclusi negli studi sperimentali, con una maggiore incidenza di comorbidità”, sottolinea Perrone.

Le disuguaglianze sociali nella salute oncologica

Saverio Cinieri, Presidente Fondazione AIOM, evidenzia la necessità di un approccio che tenga conto anche delle disuguaglianze socio-economiche: “Fattori come il basso livello di istruzione e le difficoltà economiche aumentano il rischio di comportamenti non salutari, influenzando negativamente la sopravvivenza oncologica. Serve un impegno concreto per rendere la prevenzione accessibile a tutti”.

Il ruolo dei Patient-Reported Outcomes (PROs)

Un ulteriore elemento di attenzione riguarda i patient-reported outcomes (PROs), strumenti che permettono di valutare l’impatto delle terapie sulla qualità di vita dal punto di vista dei pazienti. “Sebbene il 70% degli studi clinici includa i PRO tra gli obiettivi, i dati raccolti vengono pubblicati solo in circa la metà dei casi”, osserva Massimo Di Maio, Presidente eletto AIOM. “È fondamentale migliorare la tempestività e la trasparenza nella comunicazione di queste informazioni, per garantire una valutazione completa del valore dei trattamenti”.

Oncologia in contesti di crisi: il caso dell’Ucraina

Infine, il convegno ha affrontato il tema della gestione oncologica in contesti di crisi, come le zone di guerra. Pirous Fateh-Moghadam ha illustrato le criticità legate all’esposizione a materiali cancerogeni, come l’amianto, in aree colpite da conflitti armati, con un focus sul caso dell’Ucraina.

Il confronto- hanno sottolineato gli organizzatori- ha messo in luce la necessità di una visione sistemica e integrata, capace di superare la frammentazione degli interventi e di rispondere in modo efficace alle sfide attuali dell’oncologia.

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