Il fiuto contro le crisi ipoglicemiche

Cinque cani addestrati a riconoscere le crisi glicemiche saranno presto assegnati a bambini con diabete, grazie a un progetto innovativo della Scuola Cani Guida di Scandicci, unico in Europa e interamente pubblico.
crisi ipoglicemiche

In collaborazione con il Meyer, il modello toscano punta a migliorare la qualità della vita e a diventare riferimento nazionale.

Entra nel vivo a Scandicci il progetto della Scuola Cani Guida della Regione Toscana, che addestra cani capaci di individuare le crisi ipoglicemiche nei bambini affetti da diabete. Un’iniziativa che, rappresenta una buona pratica di innovazione sociale e sanitaria, con il potenziale di aprire nuove strade a livello nazionale.

L’iniziativa, avviata nel dicembre 2023, è stata finanziata con 250 mila euro dalla Regione Toscana ed è frutto della collaborazione con l’ospedale pediatrico Meyer, l’Ufficio di igiene urbana veterinaria dell’Asl Toscana Centro e il Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli animali.

Un progetto per migliorare la qualità della vita

Al centro del progetto ci sono cinque cuccioli di labrador – Fata, Fiaba, Fiore, Futura e Lea – addestrati per diventare cani da allerta medica. Il loro compito è fondamentale: individuare attraverso l’olfatto le molecole che segnalano un’imminente crisi ipoglicemica e avvisare il paziente o i familiari.
La formazione è un processo complesso che richiede diversi mesi, durante i quali i cani imparano non solo a riconoscere i segnali chimici, ma anche a integrarsi nella vita quotidiana delle famiglie a cui saranno affidati.

Lea, un labrador color cioccolato di due anni e mezzo, è già operativa. Inizialmente destinata a diventare un cane guida per non vedenti, Lea ha dimostrato un’eccezionale predisposizione per il ruolo di cane da allerta medica, fornendo una soluzione concreta a una necessità urgente. La sua assegnazione a un ragazzo diabetico ha già mostrato risultati tangibili, offrendo sicurezza e supporto.

Collaborazione tra eccellenze

La Scuola Cani Guida di Scandicci, istituzione pubblica unica nel suo genere in Europa, è operativa dal 1979 sotto la gestione della Regione Toscana. L’ospedale pediatrico Meyer ha giocato un ruolo cruciale nella parte scientifica e tecnica del progetto, fornendo i campioni necessari per l’addestramento dei cani e individuando le famiglie idonee a partecipare.

Questo progetto rappresenta una nuova frontiera per il miglioramento della qualità della vita dei bambini con diabete e delle loro famiglie”, ha dichiarato Lorenzo Pescini, direttore amministrativo del Meyer.

Una visione per il futuro

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha sottolineato l’ambizione del progetto di fungere da modello per l’introduzione di linee guida nazionali per i cani da assistenza. Nonostante la mancanza di una regolamentazione uniforme a livello nazionale, l’iniziativa toscana dimostra l’efficacia di una filiera interamente pubblica.

Abbiamo voluto investire in una struttura d’eccellenza come la Scuola Cani Guida e nell’alleanza con il Meyer”, ha aggiunto l’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli. “Questi cani non sono solo un supporto medico, ma diventano compagni di vita preziosi per i bambini e le loro famiglie”.

Nuovi spazi per l’autonomia

Durante l’evento di presentazione, è stato annunciato anche un importante intervento di ristrutturazione presso la sede della Scuola Cani Guida. Un appartamento attrezzato sarà dedicato ai corsi di autonomia personale per persone non vedenti, oltre a servire i percorsi di addestramento per i cani di ausilio ai disabili motori. L’investimento, pari a 1,85 milioni di euro, prevede anche il rifacimento del tetto, delle facciate e l’installazione di un ascensore, con lavori che inizieranno a gennaio 2025.

Un modello da esportare

Con circa cento nuove diagnosi di diabete di tipo 1 ogni anno in Toscana e un numero crescente di bambini seguiti dal Meyer, il progetto si pone come risposta concreta a un bisogno crescente.
La formazione di cani da allerta medica non solo offre un supporto pratico e salvavita, ma contribuisce a migliorare l’autonomia e la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. Un esempio di come competenze scientifiche e sensibilità sociale possano convergere per creare soluzioni innovative e replicabili.

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