AI e cardiologia: una nuova frontiera per diagnosi e cure

L'AI riduce del 31% la mortalità a tre mesi nei pazienti ad alto rischio cardiaco. Il primo documento di consenso su AI e cardiologia nell'85° Congresso SIC

L’intelligenza artificiale (AI) sta entrando con decisione nel mondo della cardiologia, delineando scenari che promettono di migliorare la gestione delle malattie cardiovascolari e l’assistenza ai pazienti.

Durante l’85° Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia (SIC), è stato presentato il primo Documento di Consenso sull’uso dell’AI in cardiologia, frutto del lavoro di esperti del settore. Un passo importante per tracciare le linee guida di una tecnologia che, sebbene ancora in fase di sviluppo, sta già mostrando risultati significativi.

AI e Cardiologia: applicazioni

Tra le applicazioni più rilevanti, l’AI si è rivelata particolarmente efficace nella diagnosi precoce e nel monitoraggio dei pazienti a rischio. Secondo uno studio pubblicato su Nature Medicine, l’uso dell’intelligenza artificiale associata agli elettrocardiogrammi ha permesso di ridurre del 31% la mortalità a tre mesi nei pazienti ad alto rischio ricoverati per patologie cardiache. Risultati che lasciano intravedere nuove possibilità nella prevenzione degli eventi cardiovascolari più gravi.

Diagnosi tempestive e personalizzate

Uno degli ambiti più promettenti è quello della diagnosi dell’infarto miocardico. L’analisi automatizzata degli elettrocardiogrammi da parte di algoritmi di AI ha dimostrato un’accuratezza diagnostica del 99% in soli 37 secondi.

Questo rappresenta un progresso significativo rispetto ai tempi di valutazione tradizionali, che sono circa quattro volte più lunghi. L’obiettivo? Ridurre al minimo i ritardi nell’intervento e massimizzare le possibilità di successo delle procedure, come la rivascolarizzazione.

Ma l’AI non si limita agli ECG. I suoi algoritmi avanzati stanno migliorando anche l’interpretazione di ecocardiografie, TAC e risonanze magnetiche, contribuendo a diagnosi più precise di condizioni come le cardiomiopatie o le disfunzioni valvolari. Non solo: l’intelligenza artificiale potrebbe presto integrare le funzionalità dei dispositivi indossabili, migliorando la qualità dei dati raccolti e consentendo un monitoraggio più accurato dei pazienti.

Opportunità e sfide

Come spesso accade con le innovazioni tecnologiche, le potenzialità dell’AI si accompagnano a una serie di sfide, non solo tecniche, ma anche etiche e regolatorie.

Gli algoritmi di AI, specialmente quelli basati sul deep learning, operano come una sorta di ‘scatola nera’ che può rendere difficile comprendere come vengano prese alcune decisioni,” spiega Ciro Indolfi, past-president della Società Italiana di Cardiologia.

Questa mancanza di trasparenza impone una riflessione sulle responsabilità: chi risponde delle decisioni cliniche suggerite dagli algoritmi? E quali sono i limiti entro cui l’AI può operare in sicurezza? Su questo fronte, il regolamento europeo AI Act offre un quadro normativo utile, imponendo requisiti rigorosi e una classificazione dei rischi per le applicazioni mediche dell’AI.

AI e Cardiologia: una buona pratica in evoluzione

Il Documento di Consenso della SIC rappresenta un primo passo verso un utilizzo consapevole e strutturato dell’intelligenza artificiale in cardiologia. Nonostante i risultati incoraggianti, è essenziale continuare a investire in studi clinici che ne validino l’efficacia e la sicurezza nella pratica quotidiana.

L’introduzione dell’AI nella gestione delle malattie cardiovascolari non deve essere vista come una soluzione definitiva, ma come uno strumento complementare al lavoro del cardiologo. Una tecnologia che può contribuire a migliorare la qualità dell’assistenza e a ridurre la mortalità, sempre nel rispetto dei principi di etica e responsabilità clinica.

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