“Il centro non è l’animale ma il paziente. Servono professionisti formati e non volontari. Rendere vincolanti le linee guida”
Nel 2013 l’Associazione Frida’s Friends faceva il suo ingresso nelle corsie della Casa Pediatrica del ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano, direttore Luca Bernardo. Oggi i team formati da coadiutore, psicologo, veterinario (20 in tutta Italia) incontrano tra i 1500 e 2000 giovani pazienti all’anno nella sola struttura milanese.
“L’esperienza con gli animali nella Casa Pediatrica dell’ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano ha dato ottimi risultati, sia dal punto di vista psicologico che fisico. Sono migliorati i parametri vitali, è diminuito l’ormone dello stress, è migliorata la risposta alle terapie e il decorso delle malattie. La presenza degli animali è sia una forma di compagnia che una terapia in se stessa – spiega il Direttore, Professor Luca Bernardo -. Partendo dalla nostra esperienza decennale stiamo lavorando su più livelli per permettere ai piccoli pazienti di poter usufruire non solo degli animali addestrati, ma dei loro stessi compagni a quattrozampe, in modo da averli vicino nei diversi stadi del percorso ospedaliero – necessariamente sconosciuti ed intimidenti – riducendo il dolore del distacco da casa e l’ansia. Quando parliamo di animali, camminiamo nel futuro ricordando il passato: sono sempre stati i nostri preziosi e migliori compagni”.
La Pet Therapy non è un gioco
“Per questo, sebbene la sola presenza dell’animale aiuti a ridurre tensione e malessere, è importante ricordare che la Pet Therapy non è un’attività ricreativa, ma è una co-terapia; un percorso educativo; un’occasione di crescita personale – spiega Mario Colombo fondare e presidente di Frida’s friends -. I nostri animali sono sempre presenti in corsia. L’interazione può essere semplice – come accompagnare i piccoli pazienti a fare un prelievo – durante i quali l’azione si concentra, per esempio, sull’insegnare come relazionarsi con l’animale. Ma è nel caso dei ricoveri più prolungati che il coadiutore, psicologo e veterinario si confrontano ogni giorno con l’equipe medica, costruendo attività ad hoc per l’età, la condizione e i bisogni dei singoli pazienti”.
“L’animale non ti giudica”
“Tra gli obiettivi per gli adolescenti, non ultimi quelli ricoverati per disturbi alimentari, è l’aumento dell’autostima, del benessere, e dell’attenzione sul ‘qui ed ora’ – prosegue Colombo -. Di qui l’importanza di aver potuto ampliare le nostre attività anche nelle ore pomeridiane, le più noiose e vuote di attività per i minori ricoverati, grazie al sostegno dell’azienda Purina che finanzia il progetto Quattro Gambe in corsia. Gli animali, infatti, sono particolarmente adatti a far cresce la fiducia in sé, perché creano relazioni ma non sono capaci di giudicare. Per questo diversi studi hanno misurato, durante le sessioni di Pet Therapy, l’incremento dell’ossitocina e la diminuzione del cortisolo (l’ormone dello stress). Un risultato che non avviene giocando, per esempio, con cani robot o simili”.
Il potere del legame uomo-animale in ottica One-Health
“Esiste una correlazione dimostrata tra l’impiego dei pet e miglioramenti clinici anche all’estero – spiega Rafel Lopez Regional Managing Director South Europe di Nestlé Purina -. Più di cinque anni di collaborazione con importanti istituzioni ospedaliere spagnole lo dimostrano, attraverso diversi studi effettuati all’ospedale Sant Joan de Déu e l’Hospital Clínic di Barcellona nonché all’ospedale Infantile Universitario Niño Jesús e in collaborazione con l’Università Rey Juan Carlos. I risultati variano dalla crescita della sicurezza e tranquillità all’aumento del peso negli adolescenti afflitti da problemi alimentari. È partendo da queste evidenze che in Purina abbiamo deciso di rafforzare il nostro impegno nei confronti dell’infanzia attraverso interventi con cani negli ospedali per migliorare la loro salute fisica, mentale ed emotiva, attraverso il potere del legame umano-animale”.
La Pet therapy non è un esempio isolato
“La salute degli animali da compagnia e dei loro proprietari sono legate in una forte relazione di One-health e la consapevolezza di questa relazione è un ingrediente importante del beneficio reciproco. La missione di Purina si incentra nella salute dei pet a partire dalla nutrizione e parla ai proprietari affinché agiscano in maniera sempre più responsabile verso i loro compagni a quattro zampe, verso le altre persone e anche nei confronti dell’ambiente. Un proprietario consapevole è attento all’alimentazione, alla sostenibilità dei sistemi di produzione, alla relazione tra i diversi esseri viventi.
Cerchiamo di aiutare le persone – e anche i bambini – a meglio comprendere le necessità dei propri pet e di conseguenza la tipologia di alimenti di cui necessitano. E da qui, in maniera coerente, nascono sia i progetti di divulgazione, come A Scuola di Petcare la nostra campagna ventennale nelle scuole, sia le azioni concrete di miglioramento, come il sostegno alla Pet Therapy professionale o le pratiche di agricoltura rigenerativa, con il progetto LENs in Veneto dove abbiamo lo stabilimento produttivo di Portogruaro. In ognuno di questi ambiti ci impegniamo a lavorare in rete: ci uniamo ad attori del territorio e agli esperti ed esperte che vogliono migliorare il loro contesto di riferimento”.
Pet Therapy: un lavoro da professionisti. Come replicarla nelle diverse ASL?
“La complessità di queste esperienze e delle loro ramificazioni – riprende Colombo – puntano ad una verità di fondo: la Pet Therapy non è un’attività da lasciare ai volontari. I coadiutori dei 5 animali che impieghiamo – asino, cavallo, coniglio, cane e gatto – si formano attraverso 3 corsi certificati dalla regione Lombardia mentre come associazione seguiamo con rigore, e in alcuni passaggi rendiamo ancora più stringenti, le linee guida pubblicate dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie. Ogni attività strutturata e pianificata prevede la presenza dello psicologo o del veterinario, od di entrambi, a fianco del coadiutore, in modo da monitorare tutti i segnali nati dalla relazione paziente-animale, avendo cura di tutelare il benessere di entrambi”.
“Per questo le Linee guida andrebbero rese vincolanti e le strutture sanitarie sensibilizzate, prima di tutto, su quali siano le basi scientifiche della Pet Therapy e quali certificazioni chiedere alle associazioni che la propongono”.