Chi la passa per la prima volta, la descrive come la febbre “spacca ossa”. La temperatura altissima e dolori lancinanti durano qualche giorno. Non c’è cura, se non dei sintomi, e i pochi vaccini già sviluppati hanno un impiego circoscritto. La prima infezione, però, è generalmente benigna. La seconda è molto peggio.
“Questo avviene perché la Dengue è prodotta da un virus a RNA del quale esistono 4 genotipi diversi” spiega il Dottor Paolo Fazii Direttore Medico dell’UOC di “Microbiologia e Virologia Clinica a valenza regionale” dell’Ospedale Civile dello Spirito Santo di Pescara. “Dopo la prima immunizzazione, se si contrae un genotipo diverso, si sperimenta una gravissima reazione immuno-allergica, anche nota come effetto ADE (antibody-dependent enhacement) o potenziamento anticorpo dipendente che facilita la proliferazione virale causando, fra gli altri, trombocitopenia e danni emorragici anche a livello degli organi interni in seguito alle quali si può anche morire, soprattutto se non si può contare su un’assistenza sanitaria avanzata”.
Record di casi nel 2024
La Dengue aveva raggiunto il record di casi registrati nel 2023, con sei milioni e mezzo di contagi. Nel 2024 sono già dodici milioni e quattrocentomila casi. Uno degli epicentri è il Brasile, dove da un paio di anni i casi registrati superano di quattro volte quelli attesi. Sempre in Brasile, per la prima volta, sono stati registrati in azione tutti e 4 i genotipi contemporaneamente; una situazione che sta facendo crescere il numero dei decessi.
Dal Brasile all’Italia
“Data la forte relazione commerciale, culturale e turistica tra Italia e Brasile, è inevitabile che alcune persone vengano contagiate portando la malattia in Italia. Siccome la malattia è asintomatica nel 70% delle prime infezioni e siccome la viremia, ovvero la presenza di virus nel sangue, dura dai sette a dieci giorni, sia nel 2023 che nel 2024 si sono creati, in Italia, dei focolai endemici (Fano ed Ortona i più recenti) con centinaia di casi. Quando le zanzare, che sono i vettori della malattia, pungono una persona infetta, diffondono il virus alle successive”.
Come si trasmette
La specie di zanzara che tende a trasmettere la Dengue è l’Aedes aegypti, in particolare nel sud-est asiatico. Ma anche un secondo tipo può diffondere il virus: la Aedes albopictus, la zanzara tigre. Può sopravvivere in un intervallo di temperature più ampio e si è insediata in nuove aree. È ben adattata agli ambienti urbani e può riprodursi in una piccola quantità di acqua stagnante. Questo è ciò che sta causando la trasmissione locale in Europa, ad esempio, e la sta spingendo anche in Cina e negli stati meridionali d’America.
One Health: la relazione tra Dengue e riscaldamento globale
Le zanzare che diffondono il virus stanno beneficiando dell’aumento dell’urbanizzazione e dei cambiamenti climatici e delle temperature. Allo stesso tempo, gli alti tassi di obesità con relativa comparsa di fenomeni dismetabolici come il diabete e altre condizioni di salute croniche stanno rendendo le persone più vulnerabili.
I cambiamenti climatici non solo aiutano le zanzare a sopravvivere in nuove aree, ma possono causare eventi meteorologici estremi come le inondazioni, creando nuovi luoghi di riproduzione. Le ondate di calore possono accelerare i cicli di riproduzione.
La Dengue può divenire endemica in Italia?
“No – riprende Fazii – perché, per fortuna, la malattia non è transovarica, ovvero non si trasmette alle nuove generazioni di zanzare attraverso le uova. Quando, con l’arrivo del freddo, le zanzare muoiono, l’infezione muore con loro. Ci fu, per esempio, un’epidemia tremenda in Grecia nel 1927, con circa duemila morti e centomila casi che non si ripresentò negli anni successivi. Questo autunno caldo e umido sta facendo prolungare l’infezione in Italia, ma si estinguerà nell’inverno per ricomparire, verosimilmente, l’anno successivo, portata di nuovo dai viaggiatori attraverso gli Oceani”.
“Se non possiamo eliminare, possiamo, però, arginare e prevenire la Dengue”
“È essenziale individuare dove sono le zanzare infette e disinfestare per 250 metri attorno alla casa della persona malata. Anche il singolo cittadino ha un ruolo nella prevenzione: la zanzara tigre predilige, infatti, l’acqua stagnante e relativamente pulita dei sottovasi. È necessario pulirli e asciugarli spesso. La zanzara tigre, inoltre, non è una buona volatrice; tende, perciò, a pungere soprattutto di giorno e alle gambe. Meglio coprirle, perciò, con repellenti e indossare abiti chiari e lunghi che la dissuadono”.