L’intervento di Tiziano Melchiorre, segretario generale di IAPB Italia ETS, al tavolo di Welfair ha approfondito l’integrazione del terzo settore nel mondo sanitario e nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e le sfide che esso affronta, partendo dall’esperienza di IAPB Italia nel campo della prevenzione e cura della salute visiva.
“Il terzo settore, per sua natura, si trova in una posizione privilegiata per intercettare i bisogni non ancora soddisfatti dal sistema pubblico, ma deve operare sempre in sinergia con esso, non come sostituto” ha spiegato Tiziano Melchiorre, sottolineando l’importanza di una stretta collaborazione tra enti pubblici, no-profit e privati per garantire una sanità più equa ed efficiente.
Secondo i dati ISTAT del 2022, in Italia operano più di 360.000 istituzioni no-profit, che insieme contano oltre 919.000 addetti. Questo settore ha un peso significativo nell’economia e nel welfare nazionale, rappresentando un pilastro importante per il benessere sociale. Nel contesto della sanità, l’impatto del no-profit emerge con particolare forza, offrendo servizi essenziali che completano e rafforzano il sistema sanitario pubblico, e supportano centinaia di miglia di persone ogni anno.
Il ruolo del terzo settore in sanità a Welfair
Nel corso del tavolo di discussione di Welfair “L’impatto sociosanitario del Terzo Settore”, Tiziano Melchiorre, segretario generale dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – IAPB Italia, è partito dalla domanda: “In che modo IAPB Italia si è integrata con il sistema sanitario pubblico?”
Un esempio emblematico del contributo del terzo settore nel mondo sanitario è il progetto Vista in Salute, finanziato dal Ministero della Salute tramite la Legge di Bilancio. In quattro anni (di cui uno fermo a causa del Covid), questo progetto ha offerto screening oculistici gratuiti a circa 9.000 persone in 54 città italiane, comprese le isole. Utilizzando una struttura mobile dotata di dispositivi diagnostici avanzati, il progetto ha permesso di effettuare una valutazione anatomico-funzionale dell’apparato visivo per l’individuazione di glaucoma, retinopatia diabetica e maculopatia.
Sebbene il 90% delle persone dichiarava di vedere bene, di questi il 20% mostrava nel corso dell’indagine qualche alterazione oculare significativa che ha evidenziato come la percezione soggettiva di vedere bene non corrisponde necessariamente all’assenza di patologia oculare, potenzialmente seria, anche perché alcune condizioni in fase iniziale sono prevalentemente asintomatiche ed anche curabili. Questa esperienza ha soprattutto messo in luce il grande bisogno di salute oculare, evidenziando come molte persone, a causa delle lunghe liste d’attesa, non riescano ad accedere ai servizi pubblici necessari per la cura della vista.
Proposte di riorganizzazione dei servizi sanitari
Sulla base di questi risultati, IAPB Italia insieme al CERGAS Bocconi (Centre for Research on Health and Social Care Management) ha realizzato uno studio di economia sanitaria, volto a migliorare la precoce individuazione e la gestione della retinopatia diabetica nei pazienti diabetici, una fascia di popolazione che in Italia conta circa 3,5 milioni di persone (dati ISTAT 2021). L’introduzione della telemedicina per eseguire un esame digitale della retina (retinografia digitale), per individuare la retinopatia diabetica nei reparti di diabetologia, con separazione dell’esecuzione dell’esame dalla diagnosi, consentirebbe di ottenere fino al 130% in più dei pazienti diabetici che possono essere visitati o, alternativamente, un 55% in più di visite oftalmologiche da destinare all’abbattimento delle liste d’attesa, con meno costi da sostenere per il SSN.
“Questa campagna di sensibilizzazione si è trasformata in uno strumento concreto per il Servizio Sanitario Nazionale, con l’obiettivo di ottimizzare e riorganizzare i servizi di oculistica, con un focus sulla gestione della retinopatia diabetica, una patologia che, se non diagnosticata e trattata tempestivamente, può causare ipovisione e cecità. L’iniziativa rappresenta un intervento importante per proteggere la salute visiva dei pazienti diabetici, migliorando l’efficienza e l’accesso alle cure oftalmologiche” ha spiegato durante la discussione Tiziano Melchiorre.
Il valore della sussidiarietà e la collaborazione con imprese
Durante il tavolo, è emersa una domanda cruciale: “Il ruolo del no-profit rischia di diventare vicario piuttosto che sussidiario rispetto al Servizio Sanitario Nazionale?” In altre parole, il no-profit si sostituisce allo Stato, coprendo funzioni che quest’ultimo non svolge, o collabora con esso, offrendo servizi complementari?
La risposta è che, purtroppo, in diversi casi il no-profit tende a diventare sempre più vicario, assumendo oneri che dovrebbero essere gestiti dal settore pubblico.
È emersa chiaramente la necessità di orientarsi verso una riorganizzazione dei servizi basata su principi di sussidiarietà. Il terzo settore, infatti, non dovrebbe sostituirsi allo Stato, ma collaborare con esso, mettendo a disposizione la propria esperienza diretta, la propria conoscenza del bisogno di salute delle persone, per garantire programmi e progetti di salute pubblica equi, efficaci ed efficienti. In questo contesto, diventa cruciale la collaborazione tra il settore pubblico, il terzo settore e le imprese, che, con i loro capitali, possono essere coinvolte in progetti condivisi, in modo da migliorare la tutela della salute pubblica visiva della comunità.