“Nel panorama della cura oncologica, il supporto psicologico riveste un ruolo sempre più centrale” inizia Gabriella Pravettoni, Professoressa di Psicologia delle Decisioni all’Università degli Studi di Milano e Direttrice della Divisione di Psiconcologia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.
L’importanza della psiconcologia nel percorso di cura
Il ruolo dello psiconcologo si estende lungo tutto il percorso oncologico, dall’impatto emotivo della diagnosi fino all’accompagnamento nei trattamenti. “Ci sono momenti critici in cui il paziente e i familiari hanno bisogno di un supporto specifico: la comunicazione della diagnosi, il confronto con i figli, l’accettazione della malattia”.
“Il nostro obiettivo non è solo allungare la vita, ma allargarla, aiutando i pazienti a vivere con la miglior qualità possibile nonostante la malattia.”
Studi recenti dimostrano che elevati livelli di distress emotivo possono portare a una minore aderenza alle terapie, influenzando negativamente la prognosi. Ridurre ansia, depressione e angoscia diventa quindi un tassello cruciale per migliorare non solo la qualità della vita, ma anche l’efficacia dei trattamenti.
Nuove frontiere del supporto: la psiconcologia online
L’iniziativa In Buona Salute (inbuonasalute.eu), ovvero la prima piattaforma online di psiconcologia in Italia, rappresenta un passo avanti nel colmare le lacune dell’assistenza psiconcologica. La possibilità di accedere a un supporto online ha mostrato numerosi vantaggi: “Dopo la pandemia, la telemedicina è stata ampiamente sdoganata, soprattutto in ambito oncologico – afferma la prof. Pravettoni-. Permette ai pazienti di ricevere assistenza senza doversi spostare, garantendo continuità nel supporto anche per chi vive lontano o ha difficoltà di mobilità.”
Questa modalità di intervento favorisce anche una maggiore riservatezza, consentendo al paziente di connettersi da un ambiente familiare, riducendo l’impatto emotivo di un contesto ospedaliero.
Lo stress emotivo incide sulla sopravvivenza
Uno studio pubblicato su Nature Medicine nel 2024, StressLung, ha evidenziato una correlazione diretta tra distress emozionale e ridotta sopravvivenza nei pazienti con carcinoma polmonare. “Abbiamo prove scientifiche che dimostrano come il supporto psicologico aiuti a mantenere bassi i livelli di distress e favorisca una maggiore adesione ai trattamenti, migliorando le prospettive di vita”, sottolinea la Prof.ssa Pravettoni.
La formazione degli oncologi e il rischio burnout
Un altro nodo cruciale è la difficoltà, per gli oncologi, di affrontare il disagio psicologico dei pazienti. “I medici hanno poco tempo a disposizione e devono concentrarsi sugli aspetti clinici”, spiega la direttrice della Divisione di Psiconcologia. “Per questo, sarebbe fondamentale integrare la psiconcologia nella pratica clinica, attraverso percorsi formativi mirati.”
La formazione dovrebbe includere corsi di comunicazione per gestire la trasmissione di cattive notizie e affrontare l’ansia e lo stress legati alla professione.
“Il burnout tra gli oncologi è un rischio concreto. Serve un supporto anche per loro, affinché possano prendersi cura dei pazienti con la serenità necessaria.”
Un gap da colmare: la carenza di psiconcologi nelle strutture sanitarie
Attualmente, solo il 20% delle strutture oncologiche italiane dispone di psiconcologi formati, nonostante le linee guida europee ne raccomandino la presenza, ad esempio, nelle breast unit.
“La carenza di specialisti è un problema serio – conclude la Pravettoni-. Dobbiamo trovare soluzioni per garantire un accesso più capillare a questo tipo di supporto, anche attraverso piattaforme online che possano integrare il lavoro degli specialisti sul territorio.”
“Investire nella psiconcologia non significa solo migliorare la qualità della vita del paziente, ma anche aumentare l’efficacia delle cure oncologiche, rendendo il percorso terapeutico più sostenibile e umano”.