Il lipedema è una patologia del tessuto “connettivo lasso”, caratterizzata dall’accumulo eccessivo e sproporzionato di tessuto adiposo fibrotico (SAT) principalmente nel sottocutaneo disposto attorno a glutei, fianchi e arti. Questa particolare distribuzione del grasso, risparmiando l’area addominale, abbassa il rischio di associazione con il diabete e altre disfunzioni cardio-metaboliche. Il lipedema è patologia tipicamente (anche se non esclusivamente) femminile.
Il suo esordio o il suo sviluppo coincidono con i periodi della vita (pubertà, gravidanza, parto, menopausa) in cui il corpo va incontro a variazioni di peso e/o forma, sotto la spinta di fattori ormonali. A differenza dell’obesità, il lipedema è associato a dolore; questo “grasso doloroso”, insieme all’aumento della fibrosi tissutale, suggerisce il coinvolgimento patogenetico, accanto ad alterazioni endocrine, di processi disreattivi, quali, l’infiammazione e, molto probabilmente, lo stress ossidativo.
Caratteristicamente, il lipedema è meno suscettibile, rispetto all’obesità, alla riduzione di peso, almeno ricorrendo all’approccio medico convenzionale (es. dieta ipocalorica). Ciò, a sua volta, ha un impatto negativo sulla qualità della vita delle pazienti, che soffrono spesso di problemi psicologici; segnalato anche un aumentato rischio di suicidio. Sebbene il lipedema sia stato descritto per la prima volta alcuni decenni fa, la medicina ancora brancola sostanzialmente nel buio. Basti pensare che non esistono al momento stime affidabili sulla sua prevalenza del lipedema, con una finestra piuttosto ampia che oscilla tra il 7 e il 18% delle donne, nelle diverse coorti di studi.
Benché inserito nell’undicesima edizione della “Classificazione internazionale delle malattie”, il lipedema, di fatto, è ancora ampiamente sotto-stimato e sottodiagnosticato. Interrogando la banca dati biomedica più importante al mondo, ad oggi sono associati al lipedema poco più di 500 studi, la metà di quelli disponibili sull’unghia incarnita. Ciò nonostante, l’ultimo decennio sta vedendo il proliferare di un numero incredibile di approcci che, sulla spinta degli insegnamenti dispensati da dr. Google, spesso poco o nulla hanno a che vedere con i criteri della medicina basata sull’evidenza. I tempi sono propizi per un cambiamento di rotta, anzitutto concettuale. Infatti, la grande sfida (o presunzione, dipende dai punti di vista!) della moderna Medicina è individuare la causa delle malattie, per poterle eradicare in maniera “chirurgica”.
Purtroppo, l’esperienza insegna che tutte le patologie, comprese le infettive, anche quando riconoscono un singolo, specifico agente eziologico, si sviluppano solo se, in una data combinazione spazio/tempo, s’incrociano tra loro più variabili (predisposizione genetica, ambiente…). Ciò è dovuto al fatto che tutte le patologie sono multifattoriali. E tra queste il lipedema. Ne consegue che non esiste (almeno ad oggi) un “proiettile magico” in grado neutralizzare selettivamente un patogeno (sia esso fisico, chimico o biologico) senza danneggiare in modo più o meno grave le strutture “risparmiate” dalla malattia.
Di fatto, nonostante gli encomiabili sforzi della Medicina convenzionale, si continua ancora a morire di malattie cardiovascolari e neoplastiche. Si continua a soffrire di lipedema. Proprio perché queste malattie, che ancora mietono vittime in tutto il mondo, sono multifattoriali e, come tali, non possono essere eradicate, almeno fino a quando non ci si metterà d’accordo su un approccio veramente “integrato”.
Per superare questa indiscutibile “impasse”, da tempo i ricercatori “più illuminati” hanno sviluppato il concetto di “hallmark”, i tratti distintivi ovvero i “connotati” di una malattia. In altre parole, io non ti conosco di persona, ma posso farmi un’idea più precisa di chi tu sia realmente raccogliendo tutte le informazioni possibili su di te, magari iniziando dal tuo volto: colore della pelle, forma del viso, altezza della fronte, caratteristiche delle sopracciglia, colore degli occhi, profilo nasale, taglio delle labbra, etc.
Grazie a questo paziente lavoro di identikit, il giorno che t’incontrerò, sarò in grado, di riconoscerti, quando ti incontrerò. Applicando questo principio, nel 2011 Hanhan e colleghi hanno sviluppato il concetto di hallmark del cancro: raccogliendo tutti i dati disponibili della letteratura oncologica, hanno evidenziato che tutti i tumori, nonostante la loro eterogeneità, condividono sei comuni caratteristiche, o hallmark: sensibilità sostenuta a segnali proliferativi, evasione dei fattori che sopprimono la crescita, resistenza alla morte cellulare, sviluppo dell’immortalità replicativa, induzione dell’angiogenesi e invasione/metastatizzazione.
Questo approccio ha consentito, per la prima volta, di mettere su un tavolo i primi importanti 6 pezzi del puzzle “cancro” e di ricomporli e collegarli fra loro secondo un originale e innovativo razionale “biologico”. Tutto questo ha contribuito in modo determinante allo sviluppo di indagini diagnostiche mirate e di terapie sempre più efficaci e personalizzate. Perseguendo l’obiettivo finale dell’eradicazione della patologia, questo incredibile lavoro continua ancora oggi in modo inarrestabile: nel 2022, gli hallmark del cancro sono passati da 6 a 14.
Con l’aiuto dell’intelligenza artificiale si spera di sfruttare al massimo queste conoscenze per aumentare la qualità e l’aspettativa di vita dei milioni di pazienti oncologici sparsi nel mondo. Scopo (ambizioso) del tavolo tecnico “Verso gli “hallmark del lipedema” è delineare il profilo di questa malattia allo stato attuale delle conoscenze e tracciare le future linee di sviluppo della ricerca sperimentale clinica per consentire agli specialisti del settore di sviluppare un approccio integrato alla prevenzione ed alla cura del lipedema basato sulla medicina dell’evidenza.
Intervengono:
Eugenio Luigi Iorio, Medico Chirurgo, Specialista in Biochimica e Chimica Clinica Dottore di Ricerca in Scienze Biochimiche. Presidente dell’Osservatorio internazionale dello Stress Ossidativo e dell’Università Popolare Medicina degli Stili di Vita – Lifestyle Medicine. Docente di Scienze della Salute presso l’Università Federale di Uberlândia (Stato di Minas Gerais, Brasile), e Academic Advisor del Tokyo Redox Center (Tokyo, Giappone)
Andrea Sbarbati, Medico Chirurgo; Docente Ordinario di Anatomia, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Scienze Motorie, e membro del Senato Accademico dell’Università degli Studi di Verona (Italia)
Giovanni Scapagnini, Medico chirurgo, Dottore di Ricerca in Neurobiologia, Professore Ordinario di Nutrizione Clinica, Scienze tecniche dietetiche applicate, Dipartimento di Medicina e Scienze per la Salute Università degli Studi del Molise, Campobasso. Già Assistant Professor presso il Blanchette Rockefeller Neurosciences Institute, Rockville, e presso l’Istituto di Scienze Neurologiche, Consiglio Nazionale delle Ricerche. Ha anche lavorato come Visiting Scientist presso il NINDS, National Institute of Health, Bethesda, MD, e presso il Northwick Park Institute for Medical Research, Harrow, UK
L’evento si terrà il prossimo 7 Novembre, dalle 14:00 alle 16:00 presso Fiera di Roma.
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