Verona: Il primo cuore artificiale in un policlinico universitario

È il quarto in Italia, sostituisce del tutto il cuore biologico in attesa del trapianto
cuore artificiale verona

La Cardiochirurgia dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona ha fatto il primo impianto di cuore artificiale in Veneto e il quarto in Italia, dopo Napoli, Roma e Milano. È il primo presso un policlinico universitario. Si tratta di un dispositivo meccanico di ultima generazione che riproduce esattamente la funzione del cuore e che è salvavita nel caso di persone con insufficienza cardiaca avanzata.

Succede nei pazienti con scompenso cardiaco biventricolare dovuto a disfunzione del ventricolo sinistro e destro che sono inattesa di trapianto oppure che addirittura non sono candidabili a trapianto cardiaco. Il cuore artificiale sostituisce interamente l’organo naturale attraverso un intervento complesso di rimozione in circolazione extracorporea e successivo impianto nel torace del device tecnologico, capace di generare lo stesso flusso sanguigno pulsato del cuore nativo.

Come funziona il cuore artificiale

Il cuore artificiale sostituisce interamente il cuore nativo, che viene asportato in circolazione extracorporea. Il device meccanico impiantato ha una camera ventricolare sinistra ed una ventricolare destra. È capace di pulsare la circolazione diastolica e sistolica.

È il primo cuore artificiale totale Aeson dell’azienda Carmat. Il paziente ha un filo percutaneo che alimenta il device. Il dispositivo viene usato peri pazienti con scompenso cardiaco biventricolare in attesa di trapianto, da eseguire entro 6-12 mesi. Il device però funziona anche più a lungo.

Il paziente

Il paziente è un uomo di 50 anni veronese, che presentava condizioni cliniche in rapido deterioramento. È stato operato due settimane fa e adesso è in fase di convalescenza subintensiva. È seguito dai cardiochirurghi e dagli anestesisti della Terapia intensiva Cardio-Toraco-Vascolare, e presto potrà essere trasferito presso il reparto di degenza ordinaria.

L’intervento chirurgico è stato realizzato con successo dalla squadra multidisciplinare coordinata dal prof. Giovanni Battista Luciani, direttore Cardiochirurgia, composta dal cardiochirurgo dott. Livio San Biagio, dal prof. Leonardo Gottin, direttore Anestesia e Terapia Intensiva Cardio-Toraco-Vascolare, dal dott. Rocco Tabbì, coordinatore tecnici di perfusione extra-corporea, Enrico Marcolungo e Serena Pedrini, infermieri strumentisti in Cardiochirurgia. Presenti, inoltre, i tecnici della ditta produttrice, Anthoine Capel e Giuliana Iannone.

Prof. Luciani: “Questa innovativa terapia di sostituzione completa del cuore con un dispositivo meccanico rappresenta il futuro per pazienti non candidabili direttamente a trapianto cardiaco. È la realizzazione di un sogno del mio primo mentore, il prof. Vincenzo Gallucci, che all’inizio dell’esperienza con il trapianto cardiaco a Padova credeva fermamente che il futuro sarebbe stato il cuore artificiale totale meccanico. In questo senso, seppure a distanza di 40 anni, per me questo intervento è stato la realizzazione di una visione del mio compianto maestro”.

Il supporto psicologico per la persona

“Abbiamo una preparazione psicologica dei pazienti che vengono proposti per trapianto cardiaco o per impianto di dispositivi assistenza ventricolare, i cosiddetti Vad. Analogamente l’abbiamo utilizzata in questo caso dell’impianto del cuore artificiale totale. Si valuta il profilo psicologico dei candidati a terapie estreme, come appunto macchinari artificiali o sostituzione del cuore con trapianto cardiaco. Questa valutazione e queste cure psicologiche vengono, poi, continuate dopo l’impianto e dopo il trapianto, perché talvolta c’è bisogno di un accompagnamento che continui dopo l’intervento chirurgico”.

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